the Slurmies- self titled-

the Slurmies- self titled-

Prima regola di un buon blog: mai recensire un disco prima dell’uscita. Prima regola di Irritate People: fottersene delle regole. E allora ecco cosa ne pensa il buon Lupone del primo lavoro di quei pazzi degli Slurmies!
Gli Slurmies sono una band punk rock proveniente da Montecio City di recente
formazione, ma che in realtà sono i sopravvissuti dei Vaseliners con bassista e
batterista nuovi di trinca, visto che l’imbécil Save è sgallato in Spagna a contare i
pesos. Non soddisfatti del cospicuo degrado arrecato in svariati concerti nel nord
Italia, Boj (voce), Roccia e Gianni (chitarre e voci) arruolano Slimer – l’unico del
gruppo che ascolta emo (non quello delle prime ondate, ma bensì e purtroppo le
ultime frociate in circolazione)- e Manna, che oltre a sbattere bacchette negli
Slurmies, si districa tra tipo 6000 pedalini nel gruppo stoner A Forest Mighty Black.
Il biglietto da visita con il quale il quintetto monteciano si presenta alla scena è il
seguente: “Gli Screeching Weasel sono tutto. Punto!”. Il loro sound ricalca
fedelmente quello dei Vasella, ma con una batteria ramonescore ignorante piuttosto
che più tecnica e ricercata. L’album di esordio selftitolato si compone di dieci
episodi: cazzo tosi, sono pochetti, potevate registrarne qualcuno in più, no! Al primo
impatto si capisce subito che le grafiche sono state curate dal Bucchio, il tema
portante è molto tradizionale ma interpretato con originalità e affatto scontato.
Traccia 1: “Jesse Pinkman”. Partenza a mega cazzo duro. La migliore canzone
dell’album dall’incedere pressante, dedicata ovviamente al co-protagonista della
nota serie TV Breaking Bad. Pezzo che sconfina anche nel sociale: ragazzi, non
drogatevi! La droga è buona e piace, ma ci si può divertire anche senza, right? Subito
dopo la top track dell’album arriva già quella che mi piace di meno, “Not here, Not there! “
che trovo rindondante e con ritmo insipido. Ci pensa “My Name is Sean” a
rialzare il livello, grazie anche allo stoppato di Roccia Templeman, peraltro presente
in quasi tutti i pezzi. I due chitarrai sono le colonne portanti della band, sia per
quanto riguarda i loro poderosi strumenti, che per il fatto che si occupano anche di
seconda voce e cori. In “Awareness” il ritmo è moderato ma a dare calore, e colore,
al pezzo ci pensano i cori e l’assolo in puro stile weaseliano. Altra hit è “It’s Ok ToCry”…
Ok, forse è evidente che mi gasano le tracce veloci e con le ottavine fatte a
modo…. caratteristiche che anche in questo episodio ci sono tutte. “Peony star” e
“Too Good To Be True” filano via lisce mettendo in risalto l’animo emozionale ed
empatico di Boj. “Freezing Cold” e “Bad Feeling” sono due pezzi riciclati dall’era
Vaseliners ma all’epoca non registrati su quello che doveva essere il primo EP della
band. A chiudere ci pensa “The Slurmies”, che racconta cosa combinano i ragazzi
nella tranquilla vita cittadina delle Alte, assolo jughediano per una perfetta colonna
sonora di un trip con la band.
Che dire se non che è un’uscita fresca e frizzante, e dura talmente poco che non si fa
a tempo a smonarsi: da avere assolutamente per tutti i fanatici della donnola. In più i
ragazzi suonano per 4 spicci (MM puppa) e a tempo perso il cantante butta anche sul
ricchione….. mi sembrano un sacco di motivi validi per arruolarli a strimpellare!
Ah, il disco deve ancora uscire ufficialmente visto che i prodi musicanti se la
prendono comoda. Ovviamente vista la mia vicinanza alla band viene facile pensare
che sia stato incaricato di scrivere ‘sta munnezza. Vi assicuro che non è così, anzi
facilmente prenderò parole perchè “le recensioni devono essere pubblicate a disco
uscito“. Ma a me fottesega sinceramente.
Qua il primo singolone estratto, Bad Feeling:
Lupo

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