The Network – Money Money 2020 Part II: We Told Ya So! – Joe Robot Records

The Network – Money Money 2020 Part II: We Told Ya So! – Joe Robot Records

Il 22 novembre del 2003, a Los Angeles, in occasione di un secret show per pochi intimi, si esibisce per la prima volta una synth-pop-punk band mascherata composta da chitarra, basso, batteria, synth e tastiere: si chiamano The Network.

Dopo poche battute e una manciata di pezzi, è già chiaro che dietro la maschera del frontman/cantante Fink si celi Billie Joe Armstrong , la sua voce ormai è francamente inconfondibile anche sotto qualsiasi effetto (musicale o extramusicale). Van Gough al basso e The Snoo alla batteria altri non sono che Mike e Trè Cool, mentre Balducci (uno dei synth-tastieristi) è Jason White, già nei Pinhead Gunpowder oltre che quarto Green Day di fatto, da una ventina d’anni.

Il primo album, uscito pochi mesi dopo, si intitolava ‘Money Money 2020’ e dovete credermi se vi dico che la scorsa primavera, riprendendolo in mano e riascoltandolo, ho maledetto profondamente BJ e soci per quel titolo, per nulla premonitore, anzi, se c’è una cosa che non si è vista nel 2020 quella è stata proprio… i soldi!

Fatto sta che qualche mese dopo, con l’EP Trans Am a preannunciarlo, ecco arrivare giustamente nel 2020 il secondo capitolo di quel disco, col medesimo titolo e la postilla ‘parte seconda: ve l’avevamo detto’.
A mio parere, il primo episodio dei Network è definibile come il miglior side project dei Green Day: new wave e punk-rock mescolati con irriverenza e sapienza, un tiro orecchiabile e fresco, un album che dava l’idea di essere stato concepito e registrato in quattro e quattr’otto per puro divertissement ma con classe da vendere: i GD fusi con i Devo, il pop-rock incontra gli Screamers: promosso a pieni voti.
Questo secondo capitolo, uscito nel dicembre 2020 per Joe Robot Records e distribuito dalla Warner, pur essendo un disco di sicuro impatto e con una netta presa di posizione anche (anti)sociale e (anti)politica, alla lunga diventa “soltanto” un disco piacevole, forse in parte penalizzato dalla corposità della scaletta (25 pezzi, seppur alcuni con durata inferiore al minuto, sono comunque tantissima roba in un unico disco).

Il trio di Berkeley ne ha per tutti e non c’è bisogno nemmeno di leggere troppo tra le righe per trovare i bersagli verso cui sono indirizzate canzoni e relative invettive: Donald Trump (ovviamente), Ivanka Trump, Elon Musk, Amber Heard, sono solo alcuni… divertitevi a scovare gli altri!

Sull’EP Trans Am, pubblicato precedentemente al full lenght, abbiamo due pezzi che si rivelano tra i migliori del lotto (secondo me): ‘Ivankkka Is A Nazi’ e ‘Flat Earth’ , che sono davvero Devo-oriented e, semmai la band decidesse un giorno di fare altri concerti o un tour mondiale, sicuramente sarebbero brani immancabili in scaletta.
Anche ‘Time Capsule’ e ‘Tarantula’ sembrano scritte secondo i dettami della ‘devoluzione’ professata dai fratelli Casale e Mothersbaugh, certo con la band di Akron si giocava in un altro campionato, ma questi “allievi” sicuramente piacerebbero molto ai maestri.
In sostanza: tanta carne al fuoco, forse troppa, ma il discorso di fondo è che una volta di più i “nostri” ragazzi abbiano voluto smettere per un po’ i panni di rockstar internazionali del terzo millennio, cosa che volenti o nolenti sono, per dedicarsi al puro divertissement, con un pizzico della loro classe e del loro songwriting sopraffino.

Degno di nota il bassista Mike Dirnt… pardon, Van Gough… che in questo progetto spesso e volentieri canta come voce principale e mi piace veramente un sacco.

Koppo

TRACKLIST :​
1. The Prophecy
2. Theory Of Reality
3. Trans Am
4. Asphyxia
5. Fentanyl
6. Ivankkka Is A Nazi
7. Digital Black
8. Flat Earth
9. Degenerate
10. Pizzagate
11. Carolina’s Ultimate Netflix Tweet
12. Respirator
13. Squatter
14. That’s How They Get You
15. Tarantula
16. Cancer Is The New Black
17. The Stranger
18. Hey Elon
19. Popper Punk
20. Jerry Falwell’s Pool Party
21. Heard Immunity
22. Time Capsule
23. Threat Level Midnight
24. Amnesia Vagabond
25. Art Of The Deal With The Devil

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