
The Mighty Mighty Bosstones -When God Was Great-Hellcat Records
Grandi news in casa Mighty Mighty Bosstones: dopo un silenzio di tre anni, ecco il nuovo album in studio della band di Boston (l’undicesimo in carriera), che sarà il loro primo targato Hellcat Records.
C’è infatti la figura di Tim “Timebomb” Armstrong in veste di produttore dietro il piacevole e sorprendentemente fresco ‘When God Was Great’ (titolo altamente evocativo e allo stesso tempo abbastanza curioso).
Il disco è uscito il 7 maggio, preceduto da ben 3 singoli, tra cui la strepitosa (almeno per il sottoscritto) ‘The Final Parade’ dove tra cori e guest vocals troviamo una quarantina di personaggi ben noti della scena punk-hardcore-ska americana (sì, 40): mi limito a citare gli Interrupters, Chris e Roger dei Less Than Jake, Jimmy Gestapo, John Feldman dei Goldfinger, Toby e Rusty degli H2O, Karina Denike, Jay Navarro dei Suicide Machines e Angelo Moore dei Fishbone.
I Bosstones sono un’istituzione, nella scena e nel genere, lo sappiamo, quindi se ci piacciono determinate sonorità e contaminazioni sappiamo che con loro si gioca in casa e si vince anche abbastanza facile.
Cosa posso inventarmi di nuovo o di mai sentito su di loro? Ecco, nulla… semmai sono loro che lo ska-punk se lo sono inventato più di 30 anni fa, finendo per contaminarlo e creare lo ska-core.
‘When God Was Great’ è stato definito dal singer/leader maximo della band Dicky Barrett come il disco che volevano esattamente creare e pubblicare in questo preciso momento buio delle nostre vite, al fine di connettere le persone tra loro stabilendo un’empatia e soprattutto trasmettere attraverso il “pure fun” un sentimento di unione per gettare il cuore oltre l’ostacolo, rivolgendolo al futuro.
Conoscendo abbastanza bene la band e i relativi dischi, devo dire che in questo lp si sente una bella zampata del gatto nero della Hellcat, che “fa la punta” al suono di una band ormai tecnicamente perfetta, a suo agio nell’arrangiare e produrre pezzi come ‘Lonely Boy’, l’opener ‘Decide’ e ‘The Killing Of Georgie (Part III)’ (secondo singolo dell’album e non a caso, direi).
Pezzi noiosi? Mi dispiace per i detrattori, siano essi della band o del genere in toto: non ce ne sono!
Questo è un album che spacca pur senza avere pezzi eccessivamente tirati (e quest’ultima cosa semmai potrebbe essere l’unica critica che mi permetterei di fare a questa band mitica), 15 pezzi per poco meno di un’ora di ska-core, un disco concreto e maledettamente sincero con l’ascoltatore, un lp che sembra dirci “se sei dei nostri ti piacerà”.
Non una piacevole sorpresa, bensì un’ennesima conferma.
I capi dello ska-core sono tornati, take it or leave it !
Koppo
TRACKLIST:
- Decide
- MOVE
- I Don’t Believe In Anything
- Certain Things
- Bruised
- Lonely Boy
- The Killing Of Georgie (Part III)
- You Had To Be There
- When God Was Great
- What It Takes
- Long As I Can See The Lights
- The Truth Hurts
- It Went Well
- I Don’t Want To Be You
- The Final Parade