Afterlife-Part of me-Hopeless Records

Afterlife-Part of me-Hopeless Records

Vi ricordate il Nu-metal?

Squadra che vince non si cambia, ed infatti a soli due anni di distanza dal debutto Breaking Point per Hopeless Records, gli statunitensi Afterlife pubblicano il secondo lavoro intitolato Part of Me e le aspettative sono tutt’altro che basse, almeno per il sottoscritto.

Per chi non la conoscesse, la band di West Palm Beach si colloca all’interno di un filone ormai quasi estinto: quello dell’industrial/nu metal che fu la rivoluzione musicale del primo quinquennio dei duemila, ma decaduto e dimenticato alla velocità della luce dalle generazioni successive agli adolescenti di quell’epoca, che rimarranno per sempre gli unici a ricordare di essersi rasati le prime pelurie facciali con Linkin Park, Papa Roach e Deftones in sottofondo.

Probabilmente è anche per questo che mi sono subito andati a genio: il fatto di tenere vivo un qualcosa in cui ormai la gente ha smesso di credere ed anzi, molti ex fan schifano e rinnegano, ha da subito destato le mie simpatie. Ma passiamo ai fatti.

Part of Me è il naturale successore del fratello maggiore uscito precedentemente, non ci trovo svarioni degni di nota nè bruschi cambi di direzione in favore di sonorità più sperimentali o non familiari. Il disco risulta forse più introspettivo, ma ha comunque una gran botta; non fa gridare al miracolo, ma nemmeno lascia scontenti. Rimane sempre un certo “però se…” sulle chitarre che sarebbe bello sentire molto più grosse, ma recupera bene il bel cantato del falso angelo biondo Tyler Levenson.

Giusta la scelta dei singoli: il disco è stato anticipato da Wasting Time, coerente opening track dell’album che mette subito in chiaro le intenzioni del disco, e Burn it Down, a mio avviso uno dei pezzi migliori insieme alla conclusiva Chasing the High, che mette alla prova la vostra resistenza all’headbang come farebbe una Fruit Joy nei confronti della masticazione.

Artwork non centratissimo a mio gusto personale, ma buona scelta nelle colorazioni dei vinili, formato al quale si affiancano il CD e il consueto download attraverso i canali ufficiali.

Nel complesso una buona uscita, che mette in mostra una band sicuramente in forma e una label sana e che mi sento anche di elogiare per la scelta di mantenere un roster così variegato. Non una cosa da tutti, oltre a Hopeless forse solo Epitaph.

Da ascoltare e seguire per interessanti risvolti futuri, tanto lo so che pure voi ve li ascoltavate i Limp Bizkit dai…non fate i falsoni. Speriamo passino pure da noi per qualche data (chiediamo intercessione del buon Ilich Rausa e Rude Records).

Reeko

Tracklist:

 

  1. Wasting Time
  2. Envy
  3. Misfit Anthem
  4. Not Giving Up
  5. Part of Me
  6. Miles Away
  7. Pure
  8. Burn it Down
  9. Who Am I
  10. Chasing the High

Un pensiero riguardo “Afterlife-Part of me-Hopeless Records

  1. Bel disco, e bravi a dare spazio su una testata italiana ad un gruppo così… ma come si fa a dire che questo genere non se lo fila più nessuno? Negli ultimi 10 anni ci sono stati Nu Deathcore, Nu Djent, Nu Metalcore, BMTH che hanno rifatto a più riprese i Linkin Park con conseguenti followers, ultimi dischi di Korn e Slipknot acclamati come ritorni ai vecchi fasti, per non parlare della trap metal che a quelle cose spesso guarda

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