
Turnstile – Glow On (Roadrunner Records)
Il disco più chiaccherato degli ultimi anni? Eccolo: Glow On dei Turnstile
Riusciranno i nostri eroi di Baltimora a sconfiggere l’efferato e sconsiderato hype che si portano dietro da quando è uscito il loro terzo album ‘Glow On’ ? … forse …
I Turnstile sono il “caso” discografico del 2021, parlando della scena underground.
I ragazzi sono in giro da una decina d’anni e dopo aver pubblicato due EP e due LP, arrivano a gamba tesa con questo ultimo lavoro, che (spoiler) li consacrerà come band di punta del genere.
Già… ma quale genere? E qui iniziamo a divertirci: vi giuro che ho sentito un pezzo iniziare col tiro dei Bad Brains del ’79 e terminare come i Refused del ’98 (‘Don’t Play’), echi sparsi di quella sacra band che erano gli At The Drive In (‘Blackout’), poi alcuni brani mid-tempo forse sì, troppo edulcorati nella produzione ma … all’improvviso subentra il chitarrone e il pezzo piacione alla Sugar Ray diventa direttamente adatto alla selecta di Headbanger’s Ball (chi è nato prima del 1995 sa).
Insomma, parliamoci chiaro: questi ragazzi hanno solidissime e valide radici hardcore, espresse con perizia e la giusta “pacca” (‘Humanoid / Shake It Up’), ma sanno e vogliono anche “cantare” sulle parti in pulito e far crescere il pezzo fino a esplodere nei ritornelli, proprio come faceva in tempi non sospetti la band di Bixler-Zavala e Rodriguez-Lopez.
Certo, ci sono molti samples all’interno dei pezzi, non sempre (parere mio) coerentissimi con l’andazzo del brano, questo forse è il cruccio su cui ci potremmo mettere a discutere o ad avere delle riserve nel farci conquistare da questo disco, più che da questa band.
Anche perché, se i Turnstile non vi hanno “preso” con quel gioiellino che era ‘Nonstop Feelings’, molto difficilmente riusciranno a farlo con un disco sperimentale e forzatamente diverso (attitudinalmente parlando) come ‘Glow On’.
Tuttavia il valore di questa band è a parere mio indiscutibile (guardatevi a caso un live su YouTube nell’attesa che vengano in Europa l’anno prossimo — ma non in italia —): sono delle macchine da guerra.
I detrattori diranno che questi ragazzi ripescano e mischiano i riffoni già sentiti alle loro pop-songs da pubblicità di Gucci … io dico che (______ qua inserite una bestemmia a vostro piacere) in italia ci sarebbe bisogno di qualche punk-band come loro, che il genere lo sa suonare ma soprattutto rimane altamente attendibile pure quando lo “imbastardisce” con elementi pop-funk-metal-hiphop-triphop e aggiungiamoci pure la mazurka se ci pare.
Ben vengano dischi così, meno male che saltano fuori band così, insomma qua può essere questione di gusto o abitudine a quel gusto (come quando uscirono gli Slipknot e inizialmente i “true metalheads” li sfanculavano per i sampler del DJ sul palco e le chitarre “secche”) ma non si può dire che questa band spacchi il culo.
PS: non ho ancora speso due parole sul frontman Brendan Yates … per chi non lo sapesse il ragazzo in questione a 11 anni bazzicava già la scena hardcore, ma prima di essere un cantante/screamer nei Turnstile, è stato batterista nei Trapped Under Ice (era anche endorser della Paiste); la sua vocalità e il suo dinamismo aggiungono indubbiamente un sacco di punti ai pezzi, ad avercelo uno così nella nostra/vostra band.
Next Big Thing? No, Today’s Big Thing. Koppo
TRACKLIST:
- Mystery
- Blackout
- Don’t Play
- Underwater Boi
- Holiday
- Humanoid / Shake It Up
- Endless
- Fly Again
- Alien Love Call
- Wild Wrld
- Dance-Off
- New Heart Design
- T.L.C. (Turnstile Love Connection)
- No Surprise
- Lonely Dezires