
The Bronx – Bronx VI (Cooking Vinyl)
Alla fine della scorsa estate, i losangelini Bronx hanno sganciato una bomba, la sesta della loro discografia, per l’etichetta britannica Cooking Vinyl.
Prodotto da Joe Barresi (Melvins, Tool e Bad Religion, per citarne solo tre), il mix letale di rock’n’roll sporcato di garage e suonato da sempre con quell’attitudine e urgenza tipica del punk/hc, innalza per l’ennesima volta il combo statunitense come band da seguire nonché da conoscere assolutamente all’interno del panorama rock-alternative odierno. In altre parole, se i “nostri” sono arrivati al sesto album ma non li avevate ancora ascoltati o (peggio ancora) non avevate mai sentito parlare di loro, le alternative sono due: o siete fan di Dua Lipa oppure siete sordi!
Veniamo all’album: si parte subito con una tripletta come non se ne vedevano dai tempi del Fenomeno al Camp Nou… ‘White Shadow’, ‘Superbloom’ e ‘Watering The Well’ (quest’ultima dopo 30 secondi la starete già cantando o utilizzando per un letale air-guitar o air drumming, quindi non ascoltatela alla guida).
Potremmo già chiudere qui la recensione, che c’è da dire ? Album immenso per una band in stato di grazia da almeno un decennio.
Mi sento di affermare che i primi 3 album dei Bronx rispetto a questo sesto capitolo avessero un piglio e una “fame” maggiore, trituravano qualsiasi cosa, ok, probabilmente è vero. Sicuramente in questo disco troviamo un taglio più curato per quanto riguarda gli arrangiamenti, è anche vero che i Bronx in tempi recenti sono finiti col passare anche su MTV (negli States, qua in Italia MTV ormai si vedono solo pseudo rapper o wannabes con l’autotune oppure interviste a giovani ragazze madri che non sapevano di essere incinte… sigh).
Questo li ha portati a poter lavorare maggiormente sui suoni e sull’impatto di band che già avevano a livelli siderali, non hanno per nulla snaturato il proprio sound, lo hanno evoluto. Peculiarità questa tipica delle “vere” grandi band.
A metà disco troviamo ‘Mexican Summer’ che abbassa leggermente il bpm e ci fa prendere fiato, quasi come una siesta di metà giornat… pardon, di metà disco. Subito dopo si riparte a essere presi a schiaffi: ‘New Lows’ e ‘Breaking News’, ovvero come ti scrivo due pezzi perfetti rimanendo sotto i tre minuti.
Conclusione quasi “desertica” ma anche molto seventies (almeno secondo me), con la semi-ballad ‘Participation Trophy’ che deflagra nel finale, facendomi venire immediatamente voglia di rimettere da capo il disco sul piatto.
‘Bronx VI’ dovrebbe essere in qualsivoglia Top Ten dei migliori album usciti l’anno scorso, poco ma sicuro.
Li aspettavo sottopalco il 21 gennaio a Milano, ma poi è andata come sapete… così dopo aver ascoltato e assimilato questo disco, ora ho addosso la frenesia di vederli dal vivo quanto prima.
Koppo
TRACKLIST:
1. White Shadow
2. Superbloom
3. Watering The Well
4. Curb Feelers
5. Peace Pipe
6. High Five
7. Mexican Summer
8. New Lows
9. Breaking News
10. Jack Of All Trades
11. Participation Trophy