The Copyrights + Cocks + L’Esperimento del Dr. K @ Villa Rossi, Genova | 29/07/22

The Copyrights + Cocks + L’Esperimento del Dr. K @ Villa Rossi, Genova | 29/07/22

Meglio i Dopamines o i Copyrights?” è la domanda a bruciapelo che mi fa Ame dei McBain prima del set della band di Carbondale alla Villa Rossi di Genova. Ci penso due secondi ma in realtà la risposta non può essere che una…

Oggi è un giorno storico per la scena punk rock genovese. Sono (quasi) 10 anni dal giorno in cui Adescite, il collettivo (collettivo? si dice così? boh) che regala serate indimenticabili a tutti i kids della Superba, ha portato per la prima volta i Copyrights in Liguria! E come festeggiare al meglio questo anniversario se non bissando quel concerto incredibile?!

La location prescelta è la Villa Rossi a Sestri Ponente, venue (da quel che ho capito) nuova a concerti punk rock. Palco all’aperto ma coperto da una tettoia, causa rischio pioggia, con bar interno che serve ottime lattine di birra a 3€! Top!
Le band di apertura totalmente local: L’Esperimento del Dr. K, ormai nostre vecchie conoscenze invitate anche all’Irritate Fest, e i Cocks, band che non ha più bisogno di presentazioni e colonna portante della scena genovese.
D’obbligo citare anche i ragazzi di No Reason Booking che ha contribuito in modo importante alla realizzazione della serata (grande assente della serata però: Luca Mazza).

Sembra che il mondo si sia organizzato per fare in modo che io potessi essere presente questa sera: la data corrisponde al mio ultimo giorno di lavoro prima delle ferie e la location è a 15 minuti a piedi dalla casa dei miei suoceri! Non poteva andarmi meglio!
Carico la famiglia in macchina e dalla piovosa Brianza in 2 ore abbondanti arrivo a Sestri in tempo per cenare e farmi la dolce passeggiata che mi conduce alla Villa.

Tanti gli amici accorsi in quel di Genova e, considerando che i Copyrights la sera prima erano a Mantova, c’è parecchia gente ma con una dimensione molto intima e assolutamente alla mano. Giusto un saluto veloce a chi vedo nell’immediato, tra cui Albe di Flamingo Records ovviamente in prima linea nell’organizzazione, e il Dr. K e i suoi schiavi salgono già sul palco.

Il piano segreto per la conquista del mondo si manifesta con tutta la sua malvagità senza lasciare superstiti. Pezzi dal primo ep vengono alternati con quelli più nuovi di “Terrore sul mondo” e c’è anche spazio per due pezzi nuovi, che saranno contenuti nel nuovo album in uscita a breve.
A essere sinceri la performance generale non è delle migliori: in alcune parti la band procede un po’ sfilacciata, poco insieme, ma sinceramente non ne faccio un dramma, anzi: sapere che un manipolo di manigoldi di tale caratura abbia anche dei punti deboli mi rassicura (lol).
Quello che invece un po’ mi sorprende è la tiepida risposta del pubblico, considerando che la band è proprio di Genova: quasi nessun singalong, se non sull’inno “La città verrà distrutta all’alba”, e pochissimo movimento sotto il palco.
Tirata di orecchie quindi al pubblico genovese (andatevi a recuperare le uscite della band che meritano assolutamente) che comunque saprà rifarsi ampiamente con i set successivi.

I Cocks salgono sul palco e già molta più gente compare a sostenere la band. Rispetto ad altri loro concerti a cui ho assistito, il set mi è parso molto più veloce, cioè suonato più velocemente: poco spazio alle parole e una canzone via l’altra. Sicuramente questo è dovuto al fatto che si è accumulato ritardo e quando ad Albe gli si rompe una corda e sostituisce la chitarra con una ancora da accordare, il ritardo si fa ancora maggiore. Il set viene tagliato e i ragazzi decidono di proporre come ultima canzone un brano nuovo (niente male, tra l’altro!) Il supporto dei presenti si fa sentire con svariati singalong e un pogo sparuto ma convinto.
Comunque questa “fretta” secondo me ha fatto bene alla resa finale, rendendo la performance più urgente e in the face!

From Carbondale to Genova with love.
I Copyright si presentano al pubblico ligure con l’opener del nuovo album, Part Of The Landscape, e la gente fa sentire subito il proprio calore. La band è in bolla e come al solito è il cantante/bassista Adam che tira avanti la baracca, almeno dal punto di vista dell’attitudine. Infatti è proprio lui che attira su di sé tutte le attenzioni mentre i colleghi alle chitarre, come umili operai silenziosi ma incisivi, sciorinano brani un po’ da tutti gli album. Ma la mia simpatia però è soprattutto per il batterista Luke, salutato anche prima del concerto mentre si gustava un bicchierone di Amaro Camatti.

La reazione del pubblico è molto partecipata: pogo, condotto soprattutto dai più giovani (sì, c’erano giovani!), crowdsurfing e soprattutto singalong a profusione soddisfano la band che alternano una 57 North a una No Knocks, una Telescope a una Kids of the Blackhole. Anche i pochi brani dall’ultimo album vengono salutati con enfasi.

Concluso il set regolare con bis già annesso (quindi con Worn Out Passport già suonata), la band avendo ancora un po’ di tempo a disposizione fa altre 3 canzoni!
Il tutto finisce pochi minuti prima della mezzanotte e il sorriso è stampato sulla faccia di ciascun presente a Villa Rossi.

Veniamo ora alla domanda iniziale: tra i Dopamines e i Copyrights io scelgo i secondi a mani basse. Non tanto per i pezzi o per i testi ma per l’attitudine, per come fanno cantare tutti sotto il palco, per come ci fanno sentire tutti uniti.
E perlomeno loro un concerto riescono a finirlo senza mai interrompersi…

Ps: la medaglia d’oro della serata va a un ragazzo (alto, ricciolino, con maglietta bianca) che conosceva tutte i testi delle canzoni dei Copyrights a memoria: ogni ritornello, ogni strofa, ogni cazzo di passaggio di ogni singola canzone. This is dedication!

Frankie

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