
OFF! -Free LSD-Fat Possum Records
Parafrasando la frase scritta da Pitchfork ai tempi del loro esordio, una band come gli Off! non è soltanto una boccata d’aria fresca, ma è qualcosa di totalmente necessario.
Possono non piacere più di tanto e conseguentemente non essere troppo seguiti dalla “punk community” (e continuerò a chiedermi il perché), mentre al contempo finiscono sui palchi del Coachella quasi coccolati da esperti e/o riviste di settore (e continuerò comunque a chiedermi il perché) … l’unica cosa che non mi chiedo, perché è lampante, è quanto siano perfettamente deflagranti e chirurgici nelle loro trame, talvolta brevissime, dove si intrecciano riff al vetriolo, fill di batteria martellanti con quella ciliegina sulla torta che si chiama Keith Morris.
Intendiamoci, il nuovo ‘Free LSD’ poteva benissimo contenere l’ennesima serie di pezzi ‘a là Circle Jerks’ come i precedenti capitoli della band losangelina, cosa che sarebbe andata benissimo e ci avrebbe fatto (come sempre) saltare in piedi sulla poltrona.
Invece, mettendo agli atti in primis un notevole cambio di sezione ritmica (fuori McDonald e Rubalcaba causa impegni inderogabili con le band principali, dentro Fulbright II e Justin Brown, rispettivamente al basso e alla batteria), in questo album troviamo un sound più costruito, non soltanto con fondamenta solide come l’adamantio, ma con una voglia di sperimentare, se non addirittura improvvisare in studio, che lo rende un interessantissimo e particolarmente riuscito “punk-jazz-fusion” che mi riporta alla mente nomi di culto come Lard e NoMeansNo.
Grazie al tocco heavy-hardcore di Dimitri Coats, le chitarre spesso si rifugiano in riff con retrogusto di Bay Area anni ’80 (‘Ignored’, ‘Murder Corporation’) e questo come sempre ci fa sentire a casa.
Il background apparentemente lontano anni luce dall’hardcore di Brown, che giusto per fare un esempio suonava con Esperanza Spaulding, in questo disco non si limita a sferragliate pure e crude (seppure eseguite magistralmente), ma “crea” proprio le basi su cui gli altri componenti della band apportano il loro tocco peculiare.
Se devo essere sincero, nonostante si sia sempre circondato di musicisti dal livello tecnico imperiale, in questi 20 brani (per 40 minuti di ascolto) percepisco realmente Morris con una band composta da tre enormi personalità che contribuiscono in egual maniera al risultato finale, rispetto agli episodi precedenti.
Ha quindi perfettamente un suo equilibrio tra trip e schiaffoni il passare da ‘F’ a ‘Invisible Empire’ (quest’ultima mio pezzo preferito dell’album), così come le altre ‘suite’ che si trovano in scaletta.
Se leggi OFF! su un disco, prendi su a scatola chiusa, non si sbaglia mai.
Oggettivamente uno tra i migliori album hardcore usciti nel 2022, se non il migliore in assoluto.
Koppo
TRACKLIST:
- Slice Up The Pie
- Time Will Come
- War Above Los Angeles
- Kill To Be Heard
- F
- Invisible Empire
- Circuitry’s God
- Ignored
- Black Widow Group
- L
- Muddy The Waters
- Murder Corporation
- Behind The Shifts
- Worst Is Yet To Come
- S
- Suck The Bones Dry
- Smoking Gun
- Peace Or Conquest
- Free LSD
- D