No Fun at All+Wolfpack+Splintera @ Bloom Mezzago (MB)

No Fun at All+Wolfpack+Splintera @ Bloom Mezzago (MB)

La prima considerazione è che, il giorno in cui venne resa pubblica questa data, la mia mente già si figurava uno dei primi concerti stagionali in tenuta “californiana”, con cargo, slip-on e maglietta d’ordinanza di band casuale della Fat Wreck o di casa Epitaph.

Invece … anche no.

I rovesci temporaleschi dei giorni precedenti e il clamoroso sbalzo termico tra mattina, pomeriggio e sera ci fa arrivare alla vigilia del concerto con felpona, pantaloni lunghi, addirittura sciarpetta e berretto (ho un po’ di mal di gola da giorni e comunque l’anagrafe ogni tot si fa sentire) …

Ma lasciamo perdere queste digressioni meteorologiche e veniamo a noi, anzi, veniamo al Bloom.

Arrivo in solitaria in via Curiel a Mezzago verso le 20.45, inizio concerti previsto per le 21.00.

Faccio per entrare e da un tavolino mi sento chiamare a suon di ‘Hey!’: è Christer, il secondo chitarrista dei NFAA, che mi chiede come va, se sono pronto per vedere le band, contentissimo e solare: poco importa se (almeno credo) io e lui non ci si sia mai incontrati prima … e mi ringrazia pure per essere lì.

Appena dentro, sono leggermente spiazzato: il locale è ancora vuoto, sia al bar che (soprattutto) dentro in sala concerti.

I ragazzi mi dicono che le prevendite sono state basse, ma che già nel pomeriggio qualcosa si è ripreso; peraltro causa maltempo i NFAA hanno dovuto cancellare la data prevista la sera seguente al Vidia di Cesena (PS: un abbraccio fortissimo a tutti i romagnoli, speriamo che si risolva tutto il prima possibile), quindi potrebbe arrivare qualcuno anche da fuori per sentirli.

In effetti il combo svedese marca visita da 6/7 anni nel nostro paese, infatti l’anno scorso seppur fossero presenti nel bill del Bay Fest, saltarono praticamente il giorno prima, lasciando l’amaro in bocca a molti di noi.

Incontro Stefan al banchetto del merch dei No Fun At All e ci abbracciamo grintosamente (anche se al momento non mi aveva riconosciuto), ricordando quell’assurdo weekend con gli Atlas Losing Grip tra il CPG di Melzo dove suonammo insieme e il Live di Trezzo, dove suonarono con i Bad Religion e io gli facevo da roadie.

Iniziano a suonare gli Splintera e inizia a entrare qualcuno, ci saranno circa una ventina di persone: nel pubblico ci sono anche facce nuove, c’è una piccola delegazione veneta per supportare i ragazzi (che sono di Verona).

Ero curioso di vedere in azione dal vivo questa band, devo dire che tecnicamente (soprattutto il cantante) ci sanno davvero fare, non ne sbagliano mezza, fanno il loro show in maniera precisa ma, almeno dal mio punto di vista, pur avendo un piglio invidiabile, non hanno quel pezzo o quei pezzi che ti fanno saltare in piedi.

Sono piuttosto scolastici, soprattutto nei cori, ma bisogna dire che il loro lo fanno e va detto che il fatto di calcare il palco del Bloom, un mercoledì sera, in apertura a una band storica che ha fatto scuola, non è mai facile per nessuno.

Rapido cambio palco, nel frattempo la gente (per fortuna) aumenta e salgono sul palco gli Wolfpack, band nuova (almeno per me) e su cui ho buone aspettative: ci vogliono pochissimi minuti per confermarle e anzi darmi una serie di sberle sui denti.

Power trio nell’accezione più totale del termine: il batterista è il frontman nonché la voce principale, impossibile dargli un’età ma a occhio e croce siamo ben oltre i 50, fanno un vero e proprio delirio di punk-hardcore-stoner risultando ironici, simpatici e tecnicamente sontuosi: da seguire e rivedere, stasera ho ascoltato la cover di ‘Breaking The Law’ dei Judas Priest più folle, acida, veloce e malata che potessi mai immaginare.

Nel frattempo al cambio palco il glorioso Bloom si è riempito, a fine serata gli ingressi saranno circa 150.

Salgono sul palco per gli ultimi accorgimenti i No Fun At All e ci siamo: ecco un momento che aspettavo da anni, finalmente.

Attaccano con ‘Tear Me Down’, brano dell’ultimo album ‘Seventh Wave’, dopodichè inizia la scaletta perfetta, con tutti i pezzi che ti aspetteresti da loro (… anche se ‘Second Best’ mi è mancata … ): quando attaccano con il riff di ‘Lose Another Friend’ il Bloom diventa una bolgia, siamo completamente catalizzati dall’aplomb di Ingemar che non stecca mezza nota manco sotto tortura, accompagnato da una band tecnicamente devastante.

Ci trascinano incessantemente per un’ora e quindici minuti buoni, inclusi i bis (che si chiamano ‘Out Of Bounds’ e ‘Master Celebrator’), dopodichè siamo tutti belli appiccicosi e uniti dal sudore nella sua vischiosità (cit.) e possiamo stringere la mano agli eroi svedesi, soprattutto Ingemar, davvero disponibile, gentilissimo e pronto a ascoltare le parole/richieste/domande di tutti.

Venite ancora a dirmi che gli svedesi sono freddi …

Scherzi a parte, oltre ogni aspettativa, che band, che pacca, che attitudine: macchine da corsa o, se preferite, cavalli di razza.

Tutti a casa che domattina si lavora!

Koppo

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