No Pressure + Sunami + Pain of Truth + Restraining Order + C4 @ Legend Club, Milano | 29/06/23
Mercoledì 28 giugno
Ore 17:00
Parto con mia moglie e i miei figli alla volta di San Sicario (TO) per una vacanza in montagna insieme ad altre famiglie di amici che durerà fino a domenica.
Ore 20:00
Arrivo in hotel e capisco la situazione. La mattina successiva si va a fare una passeggiata.
Per il concerto del giorno dopo al Legend Club di Milano, che vedrà per la prima volta in Italia il Triple B Records Tour e di cui ho già il biglietto (acquistato quasi subito per paura di sold-out), la vedo dura.
Giovedì 29 giugno
Ore 7:00
Ormai sono rassegnato: la gitarella con bambini si prevede abbastanza faticosa e c’è pure rischio pioggia. È praticamente sicuro che al concerto non ci vado.
Ore 14:00
Torniamo all’hotel e abbiamo pure preso pioggia. Nel pomeriggio non ci sono programmi e si starà buoni in albergo.
Ore 15:00
Scorro sconsolato i social e l’app di Dice mi manda una notifica: “Pronto per il concerto di No Pressure, Sunami, Pain of Truth e altri?” Ma vaffanculo! Io al concerto non ci posso andare! E poi comunque il Legend dista 2 ore e 40 da dove sono, ho 3 figli e non ho più 20 anni… (pianto amaro e sommesso)
Ore 16:00
La situazione sembra cambiare. La serata e il mattino successivo si prevedono tranquilli: non si andrà di nuovo in gita come era in programma causa pioggia e potrei usare la macchina, partendo di lì a poco, dormendo a casa e ritornando in montagna la mattina successiva.
Ho deciso: si va!
Ore 18:00
Parto da San Sicario verso il Legend Club. So già che mi perderò la prima band, i C4 (poco male: in tutta la serata è la band che mi interessa meno) e il navigatore dice che dovrei arrivare in tempo per i Restraining Order, band che invece mi interessa assai!
Ore 19:30
Incidente sulla tangenziale di Torino. Ho già capito che i Restraining Order li vedrò al prossimo tour…
Ore 20:50
Entro nel locale. I Restraining Order sono sul palco e il cantante dice: “Noi siamo i Restraining Order! Ci vediamo alla prossima!” Appunto…
Noto con piacere che il Legend Club è bello pieno e l’età media sembra essere sui 25 anni! Figata!
Ci tenevo veramente a questo concerto perché sto seguendo con molta attenzione questa nuova ondata hardcore e la Triple B Records è senza dubbio tra le etichette capofila.
Ore 21:15
Attaccano i Pain of Truth. Il loro metallic hardcore che strizza l’occhio al NYHC è tanto tamarro quanto abrasivo.
Il pit è scatenato! Luci accese in sala e via di moshing violentissimo, calci in aria, gomitate, two step e chi più ne ha più ne metta! Sembrava di essere in un video di hate5six! La band ci sa fare sul palco e riesce a coinvolgere i presenti anche con diversi singalong. Molti usciranno dalla serata da nuovi fan di questa band.
Ore 22:00
I Sunami hanno possibilmente sonorità ancora più pesanti, che toccano il beatdown e il powerviolence, di chi li ha preceduti sulle assi del Legend. Suoni secchi, urla sgraziate, inutile dire che anche nel loro caso la bolgia sotto il palco è assicurata. Devo ammettere che rispetto ai Pain of Truth li ho trovati meno responsivi nei confronti del pubblico: hanno fatto il loro con una minima interazione con il pubblico.
Nonostante questo, la mezz’ora a loro disposizione scorre veloce anche grazie alle acrobazie dei ragazzi (e ragazze!) del parterre che sono assolutamente parte integrante dello spettacolo.
Ore 22:45
La serata sembra strutturata come un’escalation di violenza sonora che crolla sul finale. Infatti i No Pressure sono il piatto forte ma anche quelli che più si discostano dagli altri per proposta musicale. La loro attitudine è 100% hardcore ma il sound è un modern pop punk tutto melodie e singalong.
Siamo di fatto davanti a una superband: il cantante Parker è anche frontman dei The Story So Far, il chitarrista Pat è anche cantante/chitarrista/leader dei Light Years (band pop punk tanto figa quanto sconosciuta ai più; consiglio l’ultimo album Afterlife da me recensito in tempi non sospetti), il batterista Harry suona anche nei Regulate (band hardcore straight edge), AJ suona il basso anche nei Life’s Question (altra band hardcore che sta facendo molto bene sempre in casa Triple B).
Lo show vede alternarsi, come prevedibile, pezzi del primo ep con altri dell’album di debutto uscito da poco più di un anno. Nel frattempo sotto il palco va in scena la solita carneficina anche se calci e pugni volanti vengono sostituiti da più stage diving, circle pit e singalong.
È ora giunto il momento della rubrica “storie dal pit” con i personaggi e le scene migliori della serata:
- Scena surreale durante il set dei NP quando parte un circle pit. In mezzo al cerchio un ragazzo inizia a fare le flessioni e poco dopo si aggiungono altri due o tre. Dal cerchio esce un altro ragazzo con camicia hawaiana e capelli lunghi (tra i più esagitati della serata) che senza esitare si butta sopra ai tipi che facevano le flessioni, schiacciando la faccia di uno di loro contro il pavimento. Fantastica la faccia del ragazzo “infortunato” a metà tra il “che cazzo è successo” e il “ma questo è deficiente”.
- Big up per la surreale coppia di ragazze americane di colore presenti al concerto. Unghie e ciglia finte, leggings e felpone, non era chiaro se fossero assidue frequentatrici di concerti hardcore o si trovassero lì per caso. In ogni caso erano in prima fila per i NP.
- Eccezionale il tipo che alla fine del concerto insisteva in modo molesto per avere un plettro da Pat dei NP. Lui gli diceva che non ne aveva in più ma alla fine, stremato dalla petulanza del tipo, gli da l’unico plettro che aveva. Dopo circa un minuto il tipo ritorna da lui ridandogli indietro il plettro… non ho capito se si è sentito in colpa o non gli era piaciuto il plettro…
- Impagabile la faccia di Pat dei NP quando a fine concerto gli dico: “però anche i Light Years sono fighi”.
- Al Low-L Fest avevo visto un ragazzo ritrovare nel pit i suoi occhiali integri. Al Legend ho visto di meglio (in realtà raccontato da Reeko, anche lui presente alla serata): un ragazzo ha perso telefono, capellino e occhiali. Tutto ritrovato integro e intatto! Miracoli a go go!
Sintesi finale della serata: New York, Los Angeles, Philadelphia spostatevi proprio, abbiamo una nuova capitale dell’hardcore ed è Milano! Scherzi a parte spero proprio che ci siano altri appuntamenti come questo per dimostrare che la gente ai concerti hc non c’è solo in Germania.
Grazie a Trivel per rendere tutto questo possibile.
Frankie