
NOFX Final Tour – Day 1: Versus The World, The Last Gang, Raw Power, Comeback Kid, Circle Jerks, NOFX – Carroponte, S.S. Giovanni (MI)
2024 is my orphan year.
Parafrasando il passaggio di uno dei loro pezzi più struggenti di sempre, mi ritrovo davanti alla pagina bianca a dover scrivere la cosa peggiore, per un fan: l’addio alle scene della propria band preferita.
Se la band in questione sono i NOFX, capirete anche voi che il tutto assume i connotati di un qualcosa di extracorporeo, di etereo, qualcosa che va OLTRE lo spazio e il tempo.
Qualcuno (il vecchio amico Cant tra gli altri) ci dice che tempo al massimo un lustro e questi quattro underdogs californiani saranno nuovamente in pista come (e forse peggio di) quelli citati in “dad’s dressing like Motley Crue”, fermo restando che io oggi sono esattamente un padre che si veste come Fat Mike o Smelly, quindi il cerchio si chiude idealmente e possiamo tingerlo di blu, così in queste righe difficilissime da scrivere ci metto pure i Germs, ennesima band arrivatami “in casa” grazie ai NOFX.
Il senso è tutto qua: NON E’ MAI STATA SOLO MUSICA, con loro.
Mi permetto di citare l’amico Totonno, che mi ha tolto proprio dall’ugola questa frase, noi che ci si conosce da anni ma ci si vede sempre troppo poco, una volta ogni morte di Berlusca, eppure siamo sincronizzati e mentalmente affini su tantissime vedute.
Noi (e non solo noi, sia chiaro), i NOFX ce li siamo presi in piena faccia come un aereo della S&M Airlines che ci è precipitato addosso.
Ora, dovrei recensire lo show finale che i ragazzi hanno tenuto al Carroponte sabato 11 e domenica 12 maggio, nel momento in cui scrivo mi rendo conto di due cose, la prima è che ci sto mettendo più del previsto a metabolizzarlo, la seconda è che sembra già passato un mese.
Veniamo al sodo: ho la fortuna di lavorare (ossimoro epico) a Sesto, vicino al Bicocca Village, sono circa 15 minuti a piedi dal Carroponte e tutti i giorni ho due ore di pausa pranzo.
Inutile dirvi che la settimana dell’evento le pause pranzo le ho passate lì, come un fottuto umarell in maglietta dei Vandals e Vans o felpa dei NoMeansNo e Dr.Martens (non ortopediche però), dato che così come Luglio si vestiva di Novembre (Riccardo Del Turco docet), quest’anno Maggio si è travestito malissimo da Febbraio e a posteriori (nel senso che abbiamo avuto proprio culo) almeno il weekend prescelto il tempo ci è stato clemente.
I lavori procedevano alla grande, eravamo a venerdì, arrivato dentro al Carroponte … sotto un sole cocente, vedo sul palco la batteria di Smelly con logo FX sbarrato “alla Bad Religion” e gli strumenti dei ragazzi con relativi ampli.
ASPETTA UN ATTIMO.
Ah sì, ho capito, il solito fortunello, come minimo un’ora fa questi erano qui magari a farsi due suoni, saranno in albergo.
Mi metto però lì in un angoletto e tempo dieci minuti sento questo dialogo al telefono: “sì li stavamo aspettando già da tre quarti d’ora”.
Faccio lo gnorri e appena passa un ragazzo intento a transennare, gli chiedo “ma sono venuti i Nofx a fare il check?” e quando mi replica guardando l’orologio “no, stanno arrivando, già dovevano essere qua” capisco che ho avuto una botta di culo.
Aspettative? Zero.
Prima data del tour europeo, arrivati a Milano oggi, chissà dopo quante ore di aereo e quali scali.
Già bello se li vedo.
Arrivano al Carro e entrano alla spicciolata in un lasso di tempo dilatato, il primo è Fatty in dolce compagnia, occhialoni da sole e cresta spantegata sulla testa effetto “Chichen Park” con maglietta di Kent.
Gli va incontro Tom Reiss, arrivando dal lato dove mi trovavo io, Fat Mike taglia in mezzo al pit e viene verso di lui.
Lo abbraccia, mi vede e lo saluto con un “welcome back Mike”.
Mi guarda, o meglio mi squadra, poi con un accenno di voce sentenzia: “hey, ma … il concerto non è stasera, ok ?”
“No, no” ribatto io “Ci vediamo domani e poi dopodomani, tranquillo”
“ok”.
Annuisce con la testa e se ne va sul palco; rimarrà lì fino a quando arriveranno tutti gli altri, in primis Smelly, sempre il migliore, dice che si ricorda di quando abbiamo chiaccherato al Magnolia ma non so se è vero, ma è gentilissimo e di buonissimo umore, poi arriva Karina, a cui non riesco a proferire parola perchè è una crush storica dal TVOR del ‘98 quando la vidi nei Dance Hall Crashers e non voglio passare per stalker/maniaco magari impappinandomi nel parlarci e finendo per sembrare uno con cattive intenzioni.
Ecco giungere Melvin, con i capelli raccolti (male) e poca voglia di chiacchere, un saluto da lontano con pollice alto.
Mi perdo El Hefe, nel senso che a una certa mi giro e lo vedo già sul palco a confabulare con Mike.
Iniziano a fare il soundcheck e mi sento un pò miracolato, dato che storicamente nessuno, a meno che non sia dello staff o abbia un regolare pass, può assistere al check dei NOFX se non dall’esterno delle strutture (almeno in Italia).
Quando però iniziano a fare i singoli check delle voci, un ragazzo dello staff si avvicina e mi chiede testualmente “perchè sei qua ?”, dopodichè vedendo che non sono legato nè al Carroponte nè a Hub, mi chiede di poter andar via per precise disposizioni di cui sopra, ribadendomi più volte che, se avessi fatto foto o registrato audio/video, sarebbe stato meglio se li avessi cancellati o comunque non diffusi in rete.
Ora, sono ancora più carico per questa doppietta e almeno momentaneamente la malinconia si è affievolita.
DAY 1: Versus The World, The Last Gang, Raw Power, Comeback Kid, Circle Jerks, NOFX
I cancelli aprono alle 15.00, ma io sono nei dintorni già dalle 13.00, vorrei riuscire a incontrare più amici/conoscenti possibile perchè immagino che da una certa ora entrerò in estasi mistica e le mie braccia si fonderanno con la solita transenna in prima fila sulla sinistra, fino a quando il delicatissimo servizio d’ordine non mi avrebbe fatto sloggiare.
Incontro subito parecchia gente, l’ingresso al festival presenta una novità rispetto a come siamo abituati al Carroponte: bisogna fare il giro attorno all’ex Maglio e non entrare subito verso sinistra dove c’è il palco.
Probabilmente il tutto è stabilito per motivi di sicurezza in previsione del sold-out (7000 biglietti venduti, dicono).
Uno sguardo al merch, dove la previsione di trovare magliette con prezzi superiori ai 30€ viene confermata, ammetto di vacillare su una bellissima felpa con cappuccio e il ratto “old school” sul retro, ma 60€ sono sessanta euro e mi butto, da vero vecchio amante del vecchio, sulla bandiera di “So Long” che già immagino appesa in taverna e su una bella confezione di stickers, per l’appunto “alla vecchia”.
Iniziano i live.
Versus The World: credo che, nonostante la cosa fosse nota, su di loro in parte pesi l’assenza di Flippin, più dal punto di vista visivo e in certo senso iconografico.
Va detto che Donald Spence è un frontman splendido, una via di mezzo tra Elvis appena sbarcato alle Hawaii e John Belushi al Saturday Night Live, il set scorre via molto piacevolmente e tra il pubblico ci sono svariati fan del combo californiano.
Alla batteria non c’è Sean Sellers ma Josh Lewis (The Bombpops), che aveva già calcato questo palco giusto due anni prima proprio con la band capitanata da Jen Razavi.
E’ il turno dei Last Gang, sono curioso di vederli all’opera dato che su disco li soffro un pò, mentre ho visto dei filmati dal vivo dove spaccano senza mezze misure.
Il combo guidato da Brenna conferma di dover essere visto all’opera su un palco per goderne appieno: partono carichi, la gente è ancora ferma e in carburazione alcolemica, ma già a metà set hanno trascinato gran parte delle prime file dalla loro parte.
Da rivedere, preferibilmente in un club da 200/300 persone al massimo.
Arrivano on stage con la consueta “calma olimpica” i nostri Raw Power; a chi si disinteressa del loro set senza colpo ferire o scuote il capo rassegnato, mi permetto solo di far presente che li ha voluti fortemente Fat Mike in persona, come band italiana di riferimento per l’hardcore.
Il loro set è sempre quello (d’altronde squadra che vince non si cambia) e non desideravamo nulla di diverso: Mauro ci regala i consueti salti che lo hanno in parte consegnato alla storia del genere (la leggenda vuole che Nofx e R.K.L. abbiano iniziato a saltare sul palco durante gli stacchi o prima degli attacchi, proprio dopo aver visto i Raw Power in azione negli States negli anni ’80), Mattia dietro le pelli è un intercity che fa poche fermate, ma puntualissime al millesimo di secondo, qua se viaggi senza biglietto finisci sbalzato fuori in pochissimo tempo.
Finale con “State Oppression” e tutti a prendersi una birra più che soddisfatti.
Valore aggiunto: il Korra dei Debunk come roadie!
E’ il momento di una delle band più attese, tolti gli headliner: Comeback Kid.
Innalzano un muro sonoro fino a quel momento solo accennato dai Raw Power (purtroppo questa questione dei decibel al Carro ha rotto i coglioni, se non sei nelle prime file non si sente una fava e diciamo che coi prezzi non proprio popolari degli eventi, sfociamo nel ridicolo ogni volta).
La band canadese fa lo show: presenza sul palco, possenza, riff, singalong, interazione con la fanbase, tutto perfetto.
Così perfetto che mi tocca ammettere, una volta di più, che sono il presente e il futuro prossimo dell’hardcore anche se a livello personale non mi esalto mai troppo quando li vedo, decisamente un problema mio perchè il miglior set della due giorni sarà il loro, a mani basse.
La questione Circle Jerks: può esistere una questione su di loro ?
A quanto pare, per il pubblico italiano sì.
In Italia per la seconda volta, ma per la prima a Milano (dunque mai visti per un buon 80% dei presenti).
Le prime file si riempiono di capelli grigi/bianchi e si alza l’età media, ovviamente c’è una buona fetta di gente presente per loro.
Il problema, l’unico, a parere mio è il volume (vedi sopra) e il fatto che siano innegabilmente una band da club o da palchetto, non da grosso festival.
Macchina sonora impeccabile, dove Zander al basso e Joey Castillo alla batteria intrecciano trame ritmicamente perfette, i sermoni di Keith Morris e la chitarra SEMPRE COMUNQUE TROPPO BASSA di Greg Hetson.
Però, questi quattro freaks ci sparano addosso a velocità disonesta ‘Deny Everything’, ‘When The Shit Hits The Fan’, ‘Beverly Hills’, l’anthem ‘Wild In The Streets’, una ancora-più-veloce ‘Wasted’, ‘World Up My Ass’, ‘Red Tape’ con un’attitudine hardcore con la H maiuscola.
E vincono.
Chi non li capisce non può capire cosa sia stato l’hardcore in quegli anni, non me ne vogliate, la vita va avanti uguale.
Ma prima di dire che Keith Morris “sta abbaiando”, forse dovremmo abbassare la testa e tornare sui libri a studiare.
Eccoci qua.
E’ il penultimo show dei NOFX a cui sto per assistere.
I numeri dicono 39 e potrebbe essere anche la mia temperatura corporea.
Sale Smelly alla batteria e con lui anche la mia adrenalina.
Intro di Rocky Horror Picture Show e balletti iniziali.
Ho già capito che siamo in tantissimi da come siamo stipati in transenna, parte ‘60%’ e ho già i brividi.
Per tutta la durata del concerto non faccio foto nè video, voglio solo assaporare ogni istante.
La gente si aspetta che suonino tutto ‘Punk In Drublic’e ‘Pump Up The Valuum’, su ‘Wolves In Wolves’Clothing’ mi fa specie vedere quanti fan (???) ancora non conoscano quei pezzi o forse manco li abbiano mai sentiti.
Ovviamente non suoneranno quei dischi per intero, ma solo parzialmente (8 da Punk In Drublic, 7 da Wolves e 6 da Pump Up), conseguentemente non arriveranno neppure alle “40 Songs” che campeggiano sulle locandine; ma apprezzo fortemente la selezione dei pezzi, attinti fondamentalmente da ogni disco pubblicato da Ribbed in poi, a esclusione degli ultimi ‘single-double-half’.
Le chicche assolute della serata sono, almeno per il sottoscritto: ‘100 Times Fuckeder’, mai sentita dal vivo, ‘Drugs Are Good’ (che in Italia era stata suonata solo una volta anni fa), ‘The Marxist Brothers’ che dal vivo mette sempre i brividi e ‘My Orphan Year’ che a metà mi porta alle lacrime, pezzo personalmente sentitissimo, inaspettato e che stavo ascoltando per l’ultima volta … non piangevo dal 2019 maledetti stronzi!
Buttano dentro nel calderone anche la tripletta ‘Murder The Government’, ‘Monosyllabic Girl’ e ‘I’m Telling Tim’ nonostante i pezzi di “So Long” fossero previsti il giorno dopo, idem quando suonano ‘Bob’, come a ribadire che alla fine loro hanno sempre fatto il cazzo che vogliono e continuano a farlo, non devi dare troppo peso a quello che ti dicono.
Pausa-intermezzo un pò troppo lunga (Fatty scappato in bagno di corsa, dicono le voci dal backstage) e voce del buon Mike soffertissima nella parte finale, motivo per cui vederseli in Italia subito alle prime date del tour forse è stata una fortuna.
Chi non perde mezzo colpo come sempre è Erik “Smelly” Sandin, credetemi quando vi dico che questi ragazzi sono ancora in piedi e finiranno da numeri uno soprattutto grazie a lui, rinato, ripulito, sereno, con una pacca della madonna e una voglia di suonarne sempre una in più piuttosto che sentirsi l’ennesima piazzata di Mike e Hefe al microfono.
Chiusura con ‘Theme From A Nofx Album’ in versione “la proviamo per la prima volta tutta intera”e finale da ricovero per Melvin, che ogni anno prolunga almeno di due giri il siparietto finale dove non smette di suonare la fisarmonica.
Troppi aneddoti, troppe sfumature, troppi feels, chi c’era, sa.
E siamo solo a metà.
Domani i Kleenex nelle tasche me li dovrò portare sul serio.
Koppo
TRACKLIST NOFX:
1. 60%
2. Seeing Double At The Triple Rock
3. Leave It Alone
4. The Cause
5. Perfect Government
6. Drugs Are Good
7. What’s The Matter With Parents Today
8. Six Years On Dope
9. The Man I Killed
10. Leaving Jesusland
11. Don’t Call Me White
12. The Marxist Brothers
13. Pharmacist’s Daughter
14. Dinosaurs Will Die
15. 100 Times Fuckeder
16. Lori Meyers
17. 13 Stitches
18. Louise
19. Green Corn
20. Fuck The Kids
21. Juice Head
22. Hobophobic
23. Monosyllabic Girl
24. I’m Telling Tim
25. Instant Crassic
26. Can’t Get The Stink Out
27. Linoleum
28. My Orphan Year
29. Franco Un-American
30. Bob
31. Scavenger Type
32. Idiots Are Taking Over
33. Bottles To The Ground
34. Murder The Government
35. The Brews
36. Theme From A NOFX Album
2 pensieri riguardo “NOFX Final Tour – Day 1: Versus The World, The Last Gang, Raw Power, Comeback Kid, Circle Jerks, NOFX – Carroponte, S.S. Giovanni (MI)”
Sembra la recensione scritta da una fan mestruata dei Backstreet boys per il loro tour d’addio. Il punk non ha idoli.
Yansek
Sottoscrivo il commento di yansek
Koppo ma come stai messo
Stacca le mani dalle transenne e vai con il tuo amico Fedez