Bad Frog + Rubber Room + Gamits @ Vetra Rock Fest. Joshua, Albate (CO)
Chiedo scusa per il report un pochino monco ma oggi le esigenze famigliari impongono una presenza breve (ma intensa!)
La moglie molto stanca nel weekend libero dal lavoro in mezzo ad altri due con turno serale necessita la presenza a casa con le figlie. Parco giochi, giardino (grazie a Giò e Dona) coi cuginetti, giochi, cartoni animati e addirittura cena presso una nota multinazionale di fast food (non cito il nome semplicemente invocando pietà) rendono solo in parte giustizia alla Santa donna che da anni mi sopporta.
Si parte dunque verso Albate con la promessa di un orario di rientro accettabile.
Arrivo al Joshua verso le 21.00 e incontro Frankie. Qualche peripezia nel parcheggiare e sono dentro.
Il festival Vetra Rock è un evento che si presenta molto interessante. Due giorni di musica punk rock con una quindicina di band in cartellone. Area street food e distro di vario genere (in relatà più bancarelle di vestiario che distro vere e proprie). Ero curioso di vedere come avrebbero gestito logisticamente la situazione: il Joshua è un locale molto bello ma anche decisamente piccolo: ovviamente era impossibile far entrare il tutto lì dentro..
In effetti la soluzione è più semplice del previsto: banchetti, spillatrici e street food sono piazzati nell’area antistante il locale: un grande spazio stretto e lungo che contiene tranquillamente i venditori e la folla affluita. In effetti le presenze sono parecchie: molti volti conosciuti ma anche locals e curiosi.
Purtroppo l’interno del locale si rivela un po’ troppo piccolo per tutto il pubblico presente e, complice il primo giorno di vero e intenso caldo umido, in breve tempo la stanza diventerà una vera fornace.
Ovviamente la situazione porta a restare il più possibile all’esterno anche perchè incontro subito molti amici: un vagamente elegante Sindaco, gli inossidabili Dany e Paola di Friday in punk e tutta la famigila dei Bad Frog con un Premo particolarmente carico che mi ragguaglia nei più minimi particolari sui passi futuri dei quattro codognesi.
Insomma: amici, chiacchiere, birrette, bella gente. Ma cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucan….ah no: il punk rock!
In effetti all’interno del forno (del locale) stanno terminando di suonare i Girless, di cui sento solo un paio di pezzi.
Tocca poi ai Gamits, anzi, a una metà dei Gamits. In effetti lo storico quartetto pop punk americano da qualche tempo è in giro in formazione dimezzata per presentare uno show acustico a due chitarre. I pezzi scorrono via molto bene e con una buona partecipazione del pubblico. Il cantante è molto comunicativo e sa ben tenere il palco, mentre il capellone che fa da seconda chitarra appare totalmente allampanato e vagamente presente, alter ego perfetto di Drugo Lebowsky.
Altre mille chiacchiere e tocca ai padroni di casa Rubber Room.
Devo dire con onestà che mi risulta complicato parlare dei quattro. Li conosco personalmente e, a livello umano, il mio amore nei confronti del Formy (che conosco molto meglio degli altri) è sconfinato. A livello di sound però il gruppo non è esattamente nelle mie corde…praticamente la situazione più scomoda per chi scrive su una ‘zine!
Oggi i quattro giocano decisamente in casa: è oggettivamente la situazione ideale per ricredermi.
E i Rubber Room fanno di tutto per rendere il concerto un vero delirio. Iniziano con un pezzo in italiano e, complici mille amici piombati sotto il palco per supportare i loro compagni (di bevute), il concerto decolla subito. Molti dei convenuti conoscono i pezzi e supportano con cori e un bel pogo.
Barza si conferma un ottimo batterista, Sal e Gab tengono alto il ritmo e i pezzi sono piuttosto tirati.
Il vero spettacolo è però il Formy: lui è IL frontman ideale. Salta, si dimena gira come una trottola da una parte all’altra ma soprattutto coinvolge il pubblico. Si lancia talmente tante volte tra la folla che ad un certo punto sembra non voglia più tornare sul palco. Il Formy si nutre della gente e questa è una delle essenze del concerto. Si piazza a cantare tra il pubblico e vuole tutti attaccati a lui: si lancia di testa nel pogo, finisce a petto nudo perchè la maglietta che indossa viene letteralmente fatta a brandelli….incredibile!
Davvero un’ottima performance per i Rubber Room. Onestamente, a livello di pezzi, ritengo che ancora possano crescere, ma live la presenza scenica e la tenuta del palco (in particolare del frontman) è assicurata!
Esco velocemente dal forno a microonde che si è formato all’interno del Joshua, incontro Paoletta che mi ruba le parole di bocca. “Coi Bad Frog la vedo male!”
In effetti, se tanto mi dà tanto, e la risposta di pubblico ai Rubber è stata fantastica con un gran macello sotto il palco, ci si immagina già lo sfacelo che accadrà ai quattro deliranti codognesi!
Rientriamo nel locale e le premesse vengono mantenute alla grande. Premo, Ugge, Berte e Paolo pur provenendo da un centinaio di kilometri di distanza, giocano sostanzialmente in casa: la presenza di amici della band è massiccia. Ormai lo zoccolo duro dei loro supporter gravita attorno a quella che da qualche giorno è stata ribattezzata “Sick family”: ecco allora i soliti facinorosi svizzeri, le folli ragazze comasche, qualche giovane brianzolo e noi vecchietti.
Tutti pronti a regalare perle di ignoranza.
Si parte e via. Subito degenero. Poghi e singalong ma soprattutto milioni di stage diving ignorantissimi. Davanti al palco si notano con piacere tre tipologie umane. Habituè dei concerti Bad Frog con sorriso stampato e singalong su ogni strofa. Nuove leve di venticinquenni carichi e vogliosi di unirsi al delirio collettivo; locals adeguatamente imbenzinati esageratamente corpulenti e pronti a scatenarsi.
Obiettivo sopra e sotto il palco: divertimento e follia.
I Bad Frog ci mettono del loro preparando una scaletta diversa dal solito: ordine dei pezzi leggermente cambiato e inserimento di due perle come farò il mungitore che scopro essere la preferita da Danilo (e puntualmente dedicata a lui da Paolino) e Pierina della terza C su cui vengo letteralmente trascinato…sul soffitto!
Mi ritrovo in tempo zero in un bagno di sudore, residuo di cocktail e birre volanti. Solito degenero da Bad Frog!
A set finito mi accorgo che la timetable delle band è stata sforata. Ricordo la promessa alla moglie e decido che per una volta è meglio mantenerla. Saluto gli amici. Mi perdo gli Andead (peccato! Scusate!) e guido sudato e umidiccio verso casa. Col solito sorriso!
27tommy