Brianza Velenosa Festival XL -The Blubeaters + Irene Mrad @ Muggiò (MB)

Brianza Velenosa Festival XL -The Blubeaters + Irene Mrad @ Muggiò (MB)

Weekend di fine estate con imbarazzo della scelta per i numerosi concerti organizzati lo stesso giorno…probabilmente mancavano solo i Bee Hive attardati in spiaggia per il tramonto!
La mia scelta ricade sui Bluebeaters ma l’idea di andare con la famiglia e i bimbi piccoli mi costringe a stare lontano dal palco!
Passo quindi la palla al buon vecchio Sergio “the smart” Rallo che ci racconta come è andata da sotto il palco!
Skalos
No, questa sera non ballerò. Ho un ginocchio un po’ andato, un’anca leggermente dolorante, la spalla sinistra dolorante livello lunedì sarò dal dottore apposta. Ma lo status quo sanitario non mi impedirà di andare al festival che si tiene a meno di venti minuti da casa mia. Non andare a un concerto dei Bluebeaters che si tiene così vicino non mi farebbe dormire per i sensi di colpa. Inutile lamentarsi della “scena” se poi tu che partecipi della “scena” non sei lì a supportarla. E poi vuoi mettere il fascino dei concerti di fine estate al rientro dalle ferie? E per di più senza zanzare? Miracoli al parco Superga di Muggiò… E poi ai concerti dei Bluebeaters incontri i simpatici volti noti di tanti che per passione condivisa hai già avuto al tuo fianco, sopra e sotto il palco, centinaia di volte negli ultimi 35 anni. Birra e chiacchiere sono un piacere e nuovi amici si aggiungono ai buoni ricordi. Piacere per il quale mi sono perso lo spettacolo dell’artista supporter Irene Mrad di cui però non mi è sfuggita la splendida voce.
Luci basse, sigla d’apertura, le colonne portanti dello ska italiano prendono posto sul palco, e so già che non ballerò anche perché, perdinci, fa pure piuttosto caldo, è un po’ afoso…eh, niente, appena la solida ritmica di Ferdi, Cato e Ricky parte, appena il sax del Parpa e il trombone di Enrico cominciano a gonfiare il tutto, comincio ad ancheggiare, batto il tempo coi piedi, con le mani e, dopo un paio di brani di riscaldamento, sto già ballando forsennatamente e sudando felicemente. Potere della musica. O almeno della buona musica suonata alla grande da alcuni dei migliori musicisti sulla piazza. Patrick “Pat Cosmo” Benifei e il resto della band hanno già ampiamente meritato tale loro status nella mia considerazione sin dai tempi di Giuliano Palma leader. Poi con gli ultimi due album hanno dimostrato, col primo “Everybody Knows” (2015) di essere ancora in grado di realizzare dei capolavori di cover di canzoni di fama internazionale in versione ska/reggae con un approccio e delle scelte decisamente diversificate rispetto al precedente percorso; col secondo, “Shock!” (2020), tutto di brani originali, hanno dimostrato di essere uno dei grandi gruppi della musica italiana capaci di sfornare canzoni molto belle come “La Relatività”, “Tempo”, “Il Caffè e Le Rose”, “Come Uno Shock” e fantastici “pestoni” molto in stile “two tone” come “Solo Guai”. La ragione per la quale un disco del genere, pieno di brani accattivanti dalle melodie a presa immediata, nonostante la maggioranza di critiche positive, abbia avuto così poca promozione sui canali ufficiali mi sfugge.
Tutte canzoni, quelle citate, che mi fanno attendere il nuovo album the BB con positività perché il “nuovo corso” del gruppo ha la mia totale e incondizionata approvazione. Infatti esco un attimo dalla mia trance danzereccia, a partire delle prime note di “Mantra”, nuovo pezzo che ascolto per la prima volta e che mi prende subito perché è una bella canzone che si fa ballare come la sua natura un po’ disco funky dichiaratamente pretende.
I Bluebeaters sono un’oasi di bel canto e ritmi eccitanti a fronte di un panorama musicale omologato, noioso, con cantanti che si esprimono come se avessero in bocca perennemente una smorfia di schifo mentre cantano testi penosi e pure vestiti come quelli che alla mia epoca chiamavamo benevolmente cinghios. Lo stile, anche nei testi, è altra cosa e dal vivo i Bluebeaters ne hanno a pacchi.
Nuovo corso o meno, la strizzata d’occhio alle radici più profonde resta e credo resterà per sempre nel bellissimo repertorio che i Blubeaters sanno suonare e tra cui spiccano l’ever green “Never Let You Go” e, soprattutto, “Out Of Time” dei Rolling Stones che, non ascoltata dal vivo negli ultimi vent’anni, ha aperto il cuore ai tanti presenti. I ritmi di ska, reggae, punk, funk e soul possono essere rimodellati, smontati e riassemblati nelle più diverse maniere risultando sempre attuali ed è quello che per me stanno facendo in maniera eccellente i Nostri e che devono continuare a fare.
Il concerto di ieri sera è stato un fantastico set onnicomprensivo di una carriera lunga ormai trent’anni e che negli ultimi nove ha visto il gruppo spesso in tour sui palchi di mezza Europa a riscuotere ovunque meritata ammirazione e scroscianti applausi perché è noto da decenni, e anche gli stranieri lo sanno, che ogni concerto dei Bluebeaters è un evento da non perdere.
Lo dirò lunedì anche al dottore.
Stay ska!
Sergio Rallo

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