Rubber Room + Watertower + Glory Hall + PCP + Indieass + Trauma + Andy Punkguy + Nekropunta @ DEVA-STATION vol.1 pt.2 – La Stazione della Birra, Cernusco Lombardone
Non solo parto facendo una tremenda confusione sul luogo di destinazione (prima credo si tratti di Cernusco sul Naviglio, poi Trezzano sul Naviglio e solo in un terzo momento mi rendo conto di dover arrivare a Cernusco Lombardone), ma, per continuare a far fede, anche se inconsciamente, al più grande clichè della mia esistenza, non mi preoccupo assolutamente di buttare un occhio sugli orari di inizio dei live.
Il risultato? Più scontato di un tiro dal dischetto battuto da Le Tissier: quando arrivo, sia Andy che i Nekropunta sono già saliti e scesi dal “palco”, e la prima serata di questo Deva-Station Volume 1, Parte 2 (la parte 1 si è svolta a Giugno) è quindi già arrivata a metà.
Mentre oltrepasso il cancello d’entrata della Stazione della Birra, noto con piacere che la temperatura più bassa del previsto non ha impaurito gli sprovveduti accorsi all’evento, dettaglio non irrilevante in quanto i live si svolgono all’aperto.
Mentre saluto vecchi e nuovi amici nello spiazzo retrostante al locale, i Trauma partono a cannone con i loro pezzi. Il quartetto capitanato dalla Stef ha tutto quello che si richiede ad una hardcore band degna di nota: rumore, testi impegnati, capacità di aizzare la folla, bpm non indifferenti e altro rumore.
Peccato solo che l’impianto elettrico non sia dalla loro parte: per ben tre volte salta tutto, interrompendo bruscamente la loro esibizione e creando anomali spazi vuoti. STAZIONE DELLA BIRRA PAGA LA LUCE, PAGA LA LUUUUUCE.
A parte questo, tutto scorrerebbe regolare se non fosse che, nell’angolo in cui mi sono messo, mi rendo conto che l’unico coglione che non sa i loro pezzi e se ne sta muto sono io.
Ah sì, come dimenticare la certamente non prevedibile invasione di “palco” del Sindaco di Oriano? Arriva, finge di non riconoscere i presenti, e si fionda letteralmente tra la cantante ed il resto della band, prima rischiando di rimanere impigliato nel cavo del microfono, e poi incitando per tutto il live i ragazzi impegnati a suonare, appostato con il suo solite fare da hooligan ad Anfield negli anni ’80.
Mi sale un brivido sulla schiena a pensare che un giorno potrei esserci io su di un ipotetico “palco” con il Sindaco lì davanti occupato a fare versi incomprensibili, peggio che stare davanti alla Corte di Giustizia!
Fortunatamente per tutti i presenti i Trauma reggono il confronto e la pressione, terminando il loro live con un pezzo inedito. Bolle forse qualcosa in pentola?
Il cambio di band è rapidissimo e subito si presentano gli Indieass, ultima band della serata sempre con sonorità punk hardcore.
E’ chiaro fin da subito che sono i sovrani e padroni della zona: fa veramente freddo ma c’è una calca che occupa tutto lo spazio davanti a loro che si spintona e grida.
Io mi defilo e lascio spazio a chi ne sa più di me ed è pronto a prendersi quattro sane spallate, e mi godo lo spettacolo dalle retrovie.
E’ una situazione decisamente ben riuscita: ottima affluenza, band di livello (per chi ama il genere) e pubblico caloroso.
Gli Indieass vanno dritti come dei treni e rifilano 50 minuti di performance quasi totalmente suonati. Li cerco su bandcamp e spotify, ma non trovo un cazzo: urge quindi rivederli al prossimo live per capire se sono dei drogati di droga in grado di reggere sempre questi ritmi sfrenati o se hanno scoperto qualche formula arcana in grado di permettergli esibizioni del genere.
Dopo il plauso dei presenti ai loro beniamini, prima di chiudere questo sabato sera c’è il tempo sufficiente per improvvisare quattro passaggi tra sconosciuti con un palloncino sufficientemente pesante da sembrare uno dei mitici SuperTele, prima che il Sindaco vesta i propri panni istituzionali e minacci tutti di bucare quel pallone.
A questo giro decido, a malincuore, di non godermi la follia dei minuti di recupero, e con fare sconsolato come quello di un tifoso allo stadio che esce da San Siro all’80° con la propria squadra del cuore sotto 3-0, me ne torno in quel dell’Alto Cremasco restando comunque soddisfatto della serata e soprattutto di aver aggiunto un locale da tenere sott’occhio per il futuro.
La domenica, avvisato fortunatamente in anticipo che i live sarebbero cominciati verso le 18, riesco a raggiungere la Stazione della Birra mentre i Palla Cazzo Palla stanno attaccando i jack agli amplificatori.
Ragazzi, per me questi sono la rivelazione dell’anno! Abominevoli nei testi e nelle metriche, con evidenti problemi mentali che si tramutano in repentini cambi di ritmo, e soprattutto ignorantissimi, mi lasciano a bocca aperta dalle risate.
Fanno un punk demenziale e volgare ad un livello simile a quello degli Spaventapassere, e grazie alla loro verve di “rimasti“, fanno pogare e cantare i presenti. Suonano poco più di mezz’ora, ma sembra davvero che siano passati 10 minuti, anche a causa delle canzoni rapidissime da 2 minuti e mezzo al massimo.
“Andrea Tortora“, “Gianna” e “Nazisessuale” alcuni dei capolavori proposti.. Questi su spotify ci sono! Caldamente consigliato l’ascolto (sperando anche nella loro effettiva presenta al prossimo Nonna Luisa is a Punk, come proposto in diretta dal Formy).
In questa serata i Glory Hall non mi emozionano troppo. Sempre sul genere punk italiano con alcuni testi decisamente non troppo intelligenti, li trovo però un po’ piatti e banali (colpa mia che sono stato stupito dai PCP e li confronto con loro?) e quando Kikko propone di spogliarsi perchè ha caldo, interpretandola come minaccia e non come momento goliardico, preferisco andare a bermi un birrino e a chiaccherare con i presenti.
Qui scopro che il locale in cui sta avvenendo tutto questo sta riprendendo a organizzare live dopo che per alcuni anni, complice un cambio di gestione, si era tutto arenato. Il posto al suo interno sembra un po’ pettinato per i miei gusti, ma il cortiletto nel retro emana tutte le peggiori intenzioni possibili, rendendo lo scenario decisamente suggestivo.
Do’ un’occhiata a quella cavità che funge da pseudo palco e noto che il frontman dei Glory Hall si è veramente tolto la maglia ed è a petto nudo. Cazzo! Un punto e mezzo in più per la personalità e la noncuranza dei 15 gradi di temperatura ambiente!
Seguo invece con molto trasporto i Watertower, band ska della brianza arrivata ai 35 anni di attività. Si presentano sul palco come quelle persone arrivate ad una festa in maschera a cui non sono state date indicazioni: c’è il cantante dei Pantera, c’è la copia di Lenny dei Motorhead travestito da cowboy, c’è il metallaro capellone e chi più ne ha ne metta… E quando partono a suonare e diventa tutto un bellissimo delirio!
Il sottopalco si riempie e tutti iniziano sin da subito a ballare, ed anche io ondeggio lasciandomi trasportare dal loro suono, che non risente assolutamente dell’età non più giovanissima dei componenti della band.
Il sottopalco si riempie e tutti iniziano sin da subito a ballare, ed anche io ondeggio lasciandomi trasportare dal loro suono, che non risente assolutamente dell’età non più giovanissima dei componenti della band.
E’ la situazione, prendendo in considerazione questi due giorni, in cui il maggior numero di persone si riunisce intorno alla band in esibizione: il loro è sicuramente il live più sentito ed apprezzato dal pubblico, e dopo quasi un’ora di musica e strombazzate la standing ovation riservata a questa band è meritatissima.
Ultimo cambio palco ed è il momento del Presidente Formy e dei suoi Rubber Room. Per essere domenica sera le lancette dell’orologio cominciano a suggerire che non sia più così presto e, parte dei presenti, lentamente ed inesorabilmente comincia ad andarsene.
Questo non inibisce i ragazzi dall’esibirsi come se avessero davanti centinaia di persone: il Formy è, carismaticamente parlando, una delle figure di spicco della scena e per noi pochi rimasti intorno a lui non si risparmia affatto!
Mentre l’onnipresente Sindaco di Oriano prima saluta la lumaca con la quale ha “giocato” la sera prima e poi si dedica alla vendemmia, il Pres condivide il microfono con noi, e tra un paio di battute e presentazione dei propri pezzi, caccia dentro anche una bella cover di “Come On!” degli Hives.
C’è spazio anche per un paio degli inediti che anticipano il nuovo album in uscita (com’era quello sugli scheletri nell’armadio??), che sorprendentemente sono in italiano: questa potrebbe essere la svolta necessaria alla band per farli accedere all’Olimpo degli Dei.
Come da tradizione, il loro live si esaurisce sulle note di “Fools“, chiudendo sia questa domenica che questo (riuscitissimo) week end di musica.
E poi? Il solito, come sempre. L’ultima birretta, l’aggiunta al calendario di un’altra decina di date e serate a cui si farà a braccio di ferro con gli impegni della vita per poter presenziare, ed il ritorno a casa non senza aver ringraziato gli organizzatori e le band per quanto di bello fanno a questa Scena, alla Nostra Scena.
Ci sei vede in giro!
Dan