The Toasters @ Rock’n’roll, Milano

The Toasters @ Rock’n’roll, Milano

La storia narra che il leggendario calciatore ungherese Ferenc Puskas, all’inizio degli anni ’80, assieme ad altre vecchie glorie, accettò di andare ad allenare i ragazzini in Australia in cambio di un lauto stipendio. Puskas era vecchio e grasso e così qualche ragazzo pimpante, ignorando chi fosse, iniziò a sfotterlo, fin quando non fu organizzata una sfida: chi, con dieci tiri da centrocampo, riuscisse per primo a colpire la traversa. Inutile dire che il leggendario attaccante magiaro colpì il montante da fermo per nove volte di fila, poi iniziò a palleggiarsi la palla su testa e spalle e la calciò al volo per il decimo centro…

La morale di questa cazzo di storia è semplice: mai, ma proprio mai scherzare coi fenomeni!

E i Toasters sono fenomeni!

Domenica sera milanese: freddino, weekend ormai giunto al termine. Locale piccolo, una 50ina di persone. Al piano di sopra qualcuno si scalda per la partita.

Anche noi partiamo con ben poca dose di entusiasmo: io arrivo in diretta da un noiosissimo rinfresco per un battesimo, raccattiamo il Sindaco di Oriano che ha ancora palesi i postumi della nottataccia precedente in quel di Consonno….insomma l’unico veramente attivo è Skalos: stavolta si gioca sul campo della musica in levare, i Toasters sono uno dei suoi guppi preferiti e…dulcis in fundo, è riuscito pure a mettere lo zampino nell’organizzazione della serata! Applausi!

La serata non appare decollare nemmeno quando arriviamo sul luogo: ritroviamo una ventina di attempati rude boys ma il locale appare appena appena sveglio con la maggioranza degli avventori interessati alla partita, trasmessa al piano terra, e decisamente indifferenti rispetto a quello che si svolgerà nella sala-concerti al piano di sotto.

Insomma: alle nove e un quarto precise sale sul palco una band che ha all’attivo 43 anni di onorata carriera: stiamo parlando dei Toasters. Tra gli innumerevoli cambi di formazione l’unico membro stabile del gruppo è il leggendario cantante e chitarrista Robert Hingley che prende posto al centro col solito capellino NYC abbassatissimo sugli occhi a celare ogni sguardo.

I cinque avrebbero tutto il diritto di portare a casa una performance al limite della sufficienza: sono degli eroi dello SKA che si trovano costretti a suonare in uno scantinato davanti a una manciata di persone, una domenica uggiosa ad un orario balordo e senza nemmeno un gruppo spalla che possa scaldare il pubblico… MA è proprio qui la differenza tra i fenomeni e i dilettanti. Si dà tutto. Sempre!

Il quintetto si sistema dietro quel gabbiotto che potremmo chiamare palco (è tanto stretto da costringere lo spilungone bassista francese a stare appollaiato dietro sfiorando con la testa il soffitto) e inizia… uno spettacolo!!!

I Toasters non solo danno lezioni di storia con una scaletta da pelle d’oca, ma danno lezione di cosa voglia dire stare sul palco, qualunque esso sia offrendo uno spettacolo che faccia godere il pubblico.

Il giovane trombonista a tiro aizza continuamente il pubblico, si dimena e balla, il saxman è un vero spettacolo per come attira l’attenzione su di sè, il batterista, preciso come un orologio, si intravvede appena ma si sente eccome, sia nella pacca che nei cori, e il bassista, perno del sound two tone dei Newyorkesi, detta l’ossessionante ritmo facendo capolino da dietro.

Il pubblico reagisce con stupore all’inaspettato piglio della band: in tempo un secondo il piccolo seminterrato del Rock’n’roll diventa una sala da ballo della New York inizio anni ’80 con tutti, ma proprio tutti a dimenarsi, ballare e scatenarsi. Ovviamente si distinguono veri esperti del dancefloor e altri molto più legnosi (tipo il sottoscritto): ma nulla importa. Stasera l’imperativo è ballare!

Ed ecco che sia alternano veri e propri inni quali Dub 65, Thrill me up, Talk is cheap, Shocker...il quintetto sembra assatanato: praticamente non prendono fiato e sono una macchina ben oliata, tanto che spessissimo si cambiano di posto, lasciando sempre e solo Bob al centro, invecchiato, più grasso, più sporco negli assolini di chitarra ma ancora con quella voce inconfondibile che ti fa godere. Si passa d’un fiato a decision at midnight (la mia preferita in assoluto) a Est side beat. C’è tempo per il saxofonista di salire sul cordolo del palco e di lanciarsi a suonare in mezzo al pubblico…

Pubblico che continua sempre più a fondersi con la band, capitanati in prima fila da un gruppo di skatenatissimi (qui la ska è d’obbligo) Salvadoregni che ballano e cantano come ossessi per tutto il set: vera two tone army!

Si termina dopo un’ora e mezza tiratissima un concerto che tutti avrebbero dovuto vedere!

Mi vengono in mente decine di gruppi di pischellini che si credono fighi e se la tirano un mondo lamentandosi del fonico, del locale, della birra, del pubblico….Ricordatevi che solo i fenomeni colpiscono la traversa dieci volte su dieci:

Toasters NYC two tone ska dal 1981. Fenomeni. Imparate ragazzi, imparate.

27tommy

 

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