Drug Church – Prude (Pure Noise Records)

Drug Church – Prude (Pure Noise Records)

A soli due anni di distanza dall’ottimo Hygiene (ne abbiamo parlato qui), i Drug Church tornano a calcare la mano con Prude, quinto full length di nuovo fuori per Pure Noise Records.

Stavo per scrivere che i Drug Church sono una band che a questo punto non ha bisogno di presentazioni ma, mio malgrado, le cose non stanno proprio così (almeno nel nostro bel Paese). Forse poco stimolanti per un pubblico che non ha voglia di confrontarsi con cose che già non conosce, forse troppo “disorientanti” per chi non ama avere a che fare con musica che non si riesce ad inquadrare bene, questa band dalle nostre parti sta raccogliendo molto meno di quanto meriterebbe.

Ed è un vero peccato, perché pur essendo oggettivamente un bel mix di influenze, la musica dei Drug Church è sempre estremamente familiare, onesta e diretta, molto più di quanto un pregiudizio potrebbe far intendere.

Prude è un altro lavoro estremamente solido, in cui si può notare un’evoluzione migliorativa della tradizione ancora molto – e per fortuna – radicata del sound della band di Albany. Dal punto di vista del puro ascolto, è un disco che contiene forse i pezzi migliori che la band abbia mai scritto, probabilmente anche i più orecchiabili. Non fraintendetemi, non è che i Drug Church siano diventati improvvisamente roba da Top of the Pops, semplicemente hanno trovato l’equilibrio giusto tra qualità eccellente e “digeribilità”, rendendo l’ascolto estremamente fluente, piacevole e stimolante.

C’è tutto lo spettro di sensazioni cui la band ci ha abituato negli anni: dai pezzi più pestati e grunge (gli ottimi singoli Myopic e Demolition Man) a quelli più cupi e crudi (Business Ethics, Chow) fino ai più in-your-face (The Bitters), tutti al loro posto in una scaletta veramente ben composta.

La produzione di Jon Markson (Drain, One Step Closer, Regulate) risulta nel famigliare sound volutamente “lo-fi” e 90s oriented della band ma con un taglio meno “esplosivo” rispetto ai precedenti lavori, dipingendo bene il mood che la band ha in questo disco, esplicitato senza possibilità di interpretazioni da un songwriting ancora più riflessivo e diretto rispetto al passato. 

Dal punto di vista grafico abbiamo un ribaltone: dai tempi di Cheers il layout delle immagini di copertina è sempre stato pressoché lo stesso (EP compresi), stavolta invece la band opta per l’arte – più o meno – astratta e le sfumature pastello. Detta così non suona benissimo in effetti, ma invece la trovata funziona, così come le stupende variant in cui il vinile è disponibile (io mi sono preso la purple marbled che pur essendo quella con tiratura meno limitata è molto bella, più di quanto sembri in foto).

Pure Noise incasella un altro bel home run e spero che Prude riesca nell’impresa di consacrare definitivamente i Drug Church dalle nostre parti. La band non bazzica lo Stivale da parecchio tempo e sarebbe un peccato continuare privarci del piacere di farci sfondare i timpani ancora una volta…

 

Reeko

Tracklist

  1. Mad Care
  2. Myopic
  3. Hey Listen
  4. Demolition Man
  5. Business Ethics
  6. Slide 2 Me
  7. Chow
  8. The Bitters
  9. Yankee Trails
  10. Peer Review

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