
Intervista ai Piccoli Bigfoot
I pelosissimi peluche Piccoli Bigfoot mi fanno sentire a casa e il loro LP Le Origini (fuori in copia fisica per Gasterecords) è favoloso perchè si percepisce quella roba di profondo punk nella sua perfetta declinazione folk. Ora abbiamo anche l’intervista “più bella che c’è” (Cit.) con il patrocinio laico del Polenta&Pancetta Pride come Orobie comandano.
Tiriamoci insieme e via con le domande!
Presentazia di rito, grazie!
– Salve, io sono il Piccoli Bigfoot, Chitarra e voce.
– Ciao, io sono il Leo Bigfoot, Sax e percussioni.
– Buongiorno, io il Barbessio Bigfoot, Bassista.
Come nasce il vostro progetto?
– Piccoli Bigfoot:
Il progetto nasce in contemporanea con l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl. I miei genitori andarono all’adunata degli alpini a Bergamo e fecero l’amore. Trascorsero 9 mesi e in un giorno di pioggia radioattiva venni al mondo.
Nel 2019 cominciarono a crescermi dei fastidiosissimi peli sulla faccia. Evento che purtroppo segnó l’inizio delle leggende di Piccoli Bigfoot, fatta di storie e di libertà artistica a 360°.
– Leo Bigfoot:
Come sono stato inglobato in questo progetto é una bella storia perché nasce dall’improvvisazione e dalla voglia, tramite jam session, di conoscere e scoprire l’approccio di ognuno alla musica e al proprio strumento. Io e Andrea, alla fine dei concerti di un festival svoltosi a Gandosso, al Parco del Pitone, ci siamo messi a suonicchiare, lui alla chitarra e io al saxofono e ci siamo per così dire “trovati”. È nata così una bellissima intesa che dura ormai da 6 anni. Condividendo un passato “punkettone” e incuriosito dai testi del nostro cantautore Piccoli, ho subito questa bellissima e pelosissima trasformazione nel Leo Bigfoot che sono oggi.
Chi siete, dove andate? Un fiorino! Parlatemi delle maschere: ne voglio una anche io! Sono difficili da gestire in un live? Da una che sta in tenuta estiva anche sul balcone a Bg alta mentre cade la pioggianeve capite che con le temperature ho un serio problema.
– Piccoli Bigfoot:
Sono Andrea Piccoli e passo le mie giornate su un camion. Tutti i giorni vado a caricare l’immondizia, una volta ho portato a casa un semaforo, ma non l’ho ancora rimesso in vita, vorrei fare delle luci da palco o per la Caverna (la sala prove/studio in cantina); Ma non l’ho ancora fatto!! Forse vorrei fare troppe robe… Ecco chi sono:
un PROCRASTINATORE SERIALE!
Fortunatamente almeno le maschere le ho fatte! sono artigianali, ho preso il tessuto peloso, ritagliato la forma bigfoot, cucito l’elastico e attaccato un naso creato da un mio amico con la stampante 3D. Ne ho fatte 100 e oltre ai 5 colori della copertina de “Le Origini” c’è anche fucsia!! Scegli il colore che vuoi Nirmali 🥰
Riguardo a suonare dal vivo con una maschera non ho più nessuna difficoltà, anzi, quando salgo su un palco, sono convinto di non averla.
– Leo Bigfoot:
Sul chi sono ho ancora molti dubbi, poiché da sempre sono alla ricerca di una strada da percorrere: nella musica, suonando diversi strumenti, ascoltando e ispirandomi a generi musicali differenti; così come nello sport, avendone praticati molti; ma anche nel lavoro.
A mio parere, le maschere in un live sono difficili da gestire solo dal punto vista “peloso”, suonando uno strumento a fiato; ma, citando un famosissimo Arlecchino, “é più facile indossare una maschera che toglierla”.
– Barbessio Bigfoot:
Sono Alessio, suono il basso e vengo dalla Bassa Bergamasca. Di preciso Cologno al Serio.
Indossare la maschera dal vivo è più una questione di abitudine, all’inizio è stato un po’ complesso, ma poi ci si abitua (difficile bere birra con tutti quei peli).
Il vostro disco è davvero molto bello e vorrei chiedervi quanto e quale studio c’è dietro. Non intendo solo studio di registrazione, ma proprio il vostro brainstorming.
– Piccoli Bigfoot:
Grazie grazie grazie!!
Siamo contenti di come è uscito!! È stato fatto praticamente con etica DIY e senza fretta!!!
A me piace vederla così:
Dopo aver creato il cervello (testo e melodia)
Comincio a costruire lo scheletro (registro voce e chitarra). Poi, con la bigfoot band, iniziamo ad aggiungere gli organi vitali come il cuore (Batteria), vene (Basso), polmoni (Cori), fegato (Sax/ percussioni).
In seguito, con l’aiuto del Dott. Gregorio Bigfoot cominciamo a dargli caratteristiche e personalità, aggiungiamo tutto il resto: lo vogliamo sovrappeso biondino e stupido (flautino, Kazoo) ribelle selvatico (Dobro, scacciapensieri) tenerone con grandi piedi pelosi (tastiere, mandolino) pelle e ossa (quasi niente) ecc ecc…
Dipende un po’ da che Essere immondo vogliamo creare.
Il bello di questo approccio è non darsi dei limiti. L’importante è che questo “Essere” riesca a stare in piedi, impari a camminare e vivere la propria vita.
Una canzone è un po’ come un figlio, ad un certo punto arriva il momento in cui dovrà uscire di casa e trovare la propria indipendenza. Con il cuore in gola, lo salutiamo, augurandogli il meglio!
E W l’indipendenza!
Quale traccia di Le Origini consigliereste a un nuovo ascoltatore?
– Piccoli Bigfoot:
Consiglierei la “Bonus Track” la dodicesima canzone presente solo sul CD. Dá il senso delle Origini..
– Leo Bigfoot:
La canzone che consiglierei e in cui più mi ritrovo é “Psicosi Materiale”, perché proprio come citato nel ritornello, e come già detto, vivo “Alla ricerca di qualcosa che abbiamo inconsapevolmente in mano”.
– Barbessio Bigfoot:
“Lettera a Santa Lucia” perché sono molto legato alle tradizioni tramandate e “Vin Brulé” perché mi piace bere, poi in realtà tutte hanno un bel significato, quindi le consiglierei tutte.
Da quali realtá arrivate? come scritto prima, il punk si sente tanto, ma all’ascolto giunge un progetto collettivo…proprio un bagaglio pensato e messo correttamente insieme.
– Piccoli Bigfoot:
Musicalmente ho iniziato alle medie con il pianoforte, poi fortunatamente ho scoperto il Punk e ho iniziato a suonare il basso. A 15 anni, con i miei amici, abbiamo formato la nostra prima band, gli “O.G.M.”.
Dalla scissione di questa band sono nate “Le madri degli Orfani” e i “Palinka”, entrambi progetti durati circa una decina di anni.
Musica a parte, vengo dal bar e dalla Frasca della Cristina, dove siamo cresciuti e abbiamo sviluppato una voglia matta di fare casino, pur rispettando (quasi) sempre il cartello che ha attaccato sul muro con scritto “Se siete gentili non fate casino”.
Aggiungerei che la risposta, più completa, a questa domanda, è nei testi di questo disco eh eh eh
– Leo Bigfoot:
Il mio primo amore é stata la ritmica: a quattro ho costruito la mia prima batteria girando un tavolino e scocciando padelle e scatole di giochi, per la felicità di mia mamma. Poi ho studiato chitarra classica e successivamente il saxofono, pur rimanendo fedele alle mie amate percussioni fino all’età di 23 anni; con gruppi che andavano dalla musica da camera, al punk, al rock psichedelico, al blues. Dopo uno stop di cinque anni, la musica é venuta a dirmi “se dre a fa chi po?” e grazie ai “Vintage tuesday social club”, un gruppo di Zocco di Erbusco a cui serviva uno strumento a fiato, mi sono riavvicinato e innamorato del saxofono tenore e contralto; continuando poi a organizzare piccole jam session tra amici e mettendomi così in contatto con questa band pelosa che continua a farmi innamorare della musica. Nel frattempo ho anche strimpellato da autodidatta il basso, l’handpan, il flauto traverso e le tabla indiane.
– Barbessio Bigfoot:
Io arrivo da gruppi principalmente misti Rock-Punk e non solo, con testi scritti in italiano. 2 gruppi prima dei Bigfoot.
Se avete letto qualche mia intervista sapete che chiedo sempre disco, film e libro preferito di ognuno.
– Piccoli Bigfoot:
Disco: “And Out come the Wolves”.
Film: “Io sto con gli Ippopotami” .
Libro: “Please Kill me”.
– Leo Bigfoot:
Il libro che più mi è piaciuto è “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams.
Sul film sono molto indeciso ma apprezzo molto la regia di Guy Ritchie, quindi consiglierei buona parte dei suoi film.
Anche sul disco preferito faccio molta fatica a sbilanciarmi: Takuya Kuroda, Roy Hangrove, Herbie Hancok, Elio e le storie tese, Frank zappa, Jimi Hendrix, Maynard James Keenan; ma senza ombra di dubbio sceglierei “Le Origini” di Piccoli Bigfoot.
– Barbessio Bigfoot:
Libro preferito: La bibbia del BBQ
Disco: Andate tutti a Fanculo (Zen Circus)
Film: Rock’n Rolla
– Piccoli Bigfoot (reprise):
Disco: “London Calling”
Film: “Titanic”
Libro: “Una Pinta con Shane McGowan”
Momento libera associazione: raccontatemi un aneddoto a vostra scelta
– Piccoli Bigfoot:
Una volta dalla Cristina ho cominciato a baciare uno scarafaggio, poi sto scarafaggio è scomparso. Mezz’ora dopo è riapparso sul mio collo mentre parlavo con delle persone. Voleva stare con me.
– Leo Bigfoot:
L’aneddoto lo dedicherei alla mia morosa Elisa, che dopo 4 anni di concerti da videomaker e da autista, per me e il cantante (saremmo entrambi senza patente), non mi ha ancora mandato a quel paese.
– Piccoli Bigfoot:
Grazie Elisaaaa
– Barbessio Bigfoot:
Il primo concerto con Bigfoot avevo fatto una serata pesante la sera prima ed ero ancora in botta!
Ero bello teso e l’intestino non mi ha aiutato, stavo per CAGARMI DENTRO!
Però è stato come una medicina, a fine concerto tutto era passato e mi sono sbronzato ancora!
Non mi rimane che ringraziare i regaz che sono stati fantastici.
La risposta è stata “Grazie a voi Irritati nel nostro cuor!! Ci vediamo in giro” e io non posso fare altro che amarli tantotanto.
Li trovate qua live
• 14 Aprile Beerbounch, Calepio (BG) in duo
• 25 Aprile Cologno al Serio (BG) in trio
• 28 Giugno Festa della Solidarietà, Calcio (BG) Fullband
• 12 Luglio Magenta Summer Festival, Magenta (MI) Fullband
Le date sono in aggiornamento…
Qui invece il loro Bandcamp
Vixen