Strike Anywhere – Nightmares Of The West

Strike Anywhere – Nightmares Of The West

Un nuovo disco degli Strike Anywhere dopo quasi 11 anni; oltre a darci gioia come notizia e regalarci immenso
piacere a prescindere, dopo l’ascolto si aggiunge una certezza: ‘Nightmares Of The West’ sarà sicuramente presente
in qualsivoglia classifica relativa alle uscite punk-hardcore del 2020, anno funesto ma che almeno discograficamente ci sta offrendo album degni di nota.
Il quintetto di Richmond, infatti, torna in campo senza troppe cerimonie (non è mai stata usanza di Thomas Barnett e soci peraltro) con un EP dove a un oramai consolidato “trademark” di sound e liriche al vetriolo, si affianca un sentimento pregno di pathos ma mai fine a se stesso, una preoccupazione, una rabbia e un volersi continuamente domandare, anche retoricamente, perché, dal 2009 (anno in cui uscì l’ultimo ‘Iron Front’) ad oggi ci si stia ritrovando in un quadro sociale ancora peggiore e apparentemente senza troppe illusioni e/o speranze di trasformarlo in positivo.
La freschezza del gruppo in questo disco (uscito per Pure Noise Records) risiede proprio in questa nuova ricerca per dare risposte a nuove domande, relative alle classi potenti e alle figure governanti, ma anche alle persone comuni e ai loro modi di agire o non agire, stendendo parole e testi con una genuinità e un voler andare ‘dritti al punto’ che, diciamocelo, davvero ben poche band sanno fare senza cadere nella standardizzazione o nella “revolution for dummies” di facciata.
Ci ritroviamo quindi a ascoltare di getto questo nuovo apprezzatissimo EP e quasi a “mangiarcelo” in senso figurato, perché davvero, ne avevamo bisogno e ne avremo sempre bisogno, di ascoltare e sentir suonare band come gli Strike Anywhere, anche soltanto per la grinta e per il messaggio che fanno passare senza possibilità d’equivoco.
Tecnici quanto basta ma mai al di fuori della necessità stilistica o dell’urgenza dei pezzi, si parte e
Documentary’ fa subito da testimone al ritorno oltremodo ispirato del combo della Virginia, al terzo ascolto è già un anthem che aspetteremo soltanto di cantare a squarciagola sotto un palco.
Dress The Wounds’ era già stato pubblicato come pezzo in anteprima, inutile dire che sarebbe perfetto per un ‘Punk-O-Rama’, per dire, se esistesse ancora la compilation: una canzone da manuale!
Il ritornello killer di ‘The Bells’, il mid-tempo che va a finire a 100 all’ora di ‘Frontier Glitch’, sono tutte dimostrazioni di impatto e ispirazione che ci fanno (solo per un attimo, non prendete paura) quasi ringraziare le divinità per averci restituito questa grandiosa band.
C’è spazio anche per un omaggio alla punk band Blocko, trio britannico formatosi alla fine degli anni 90 a sud di
Londra; il pezzo riletto dagli Strike Anywhere è ‘Opener’, dall’album ‘South London vs The World’ (più che un titolo, una dichiarazione di guerra).

Ribadisco, una delle migliori uscite di quest’anno nel punk-hardcore, a mani basse… poi non dite che noi di Irritate People non ve l’avevamo detto.
Welcome Back, Guys!

Koppo

TRACKLIST:
1. Documentary
2. Dress The Wounds
3. The Bells
4. Frontier Glitch
5. Imperium Of Waste
6. Opener
7. We Make The Road By Walking

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