Old City – Self Titled ep (2021, Autoprodotto)

Old City – Self Titled ep (2021, Autoprodotto)

La vita non la smette proprio mai di stupirti. Quando pensi di averle viste o sentite tutte, stai tranquillo che ti stai sbagliando perché qualcosa è proprio lì pronto per smentirti.
È un po’ quello che mi è successo quando ho ricevuto il primo EP degli Old City da recensire: nella mia vita ho passato più tempo ad ascoltare musica che a nutrirmi, ma io una roba del genere non l’avevo mai sentita né tantomeno immaginata.

Questi due rapper di Philadelphia si sono divertiti a campionare alcuni brani famosissimi della tradizione punkrock e rapparci sopra delle parole loro, un po’ come si faceva nei buoni vecchi anni 80. Ne avevamo bisogno? Non credo. Ma la gente che le spara così grosse e così tanto fuori dal coro mi va a genio a prescindere. Voi, per esempio, ce l’avreste il coraggio di disturbare i Dead Kennedys per il vostro tornaconto? Old City sì, le palle le ha avute.
Sarebbe uno spasso vedere come i più vecchi punkrockers sarebbero disorientati di fronte a Jump Off, pezzo di apertura che tributa Too Drunk to Fuck. In realtà me ne rendo conto sulla mia pelle abbastanza presto, perché il terzo pezzo dell’EP ha esattamente quell’effetto su di me: Get Sued è un hardcore rap anthem che ha come base un mashup di Brain Stew e Welcome to Paradise dei Green Day costellato di scratch a dovere: mi pare di stare in una puntata del principe di Bel Air, ma il meglio deve ancora arrivare. Come dicevo all’inizio,
pensavo di averle sentite ormai tutte e invece ecco che sganciano la bomba: Class Act è un bel rap con base Society dei Pennywise. Non credo alle mie orecchie: ma come può venirti in mente una roba così?? E la cosa allucinante è che tutto sommato funziona! Pazzesco.
Finisco di ascoltare e mi sembra di essere sceso dalle montagne russe: cosa cazzo è appena successo??

Questo EP ha il proposito di parlare al mondo del punkrock come a quello del rap, perciò anch’io mi rivolgo alle due realtà.
Punkrockers: cercate di mettere da parte l’orgoglio e l’attaccamento emotivo che fa molto boomer e prendete questo disco con la giusta dose di ironia, potreste anche divertirvi.
Rapper: ascoltate con attenzione questa roba e buttate nel cesso l’ultimo disco di Sfera Ebbasta. Negli anni 80 si faceva così e la roba funzionava, cazzo.

Chiudo con una rapida considerazione su parte grafica e promozione: tutto da migliorare. Si riesce a capire l’ordine della tracklist solo dal press kit perché sui servizi streaming che ho consultato tutti i pezzi sono caricati come singoli e hanno grafiche totalmente diverse tra loro, anche se coerenti con l’immaginario ibrido punkrock/rap che la band vuole creare. Penso si tratti di una scelta figlia della tradizione mixtape e simili, ma per noi punkrockers è forse un po’ troppo.
C’è un nuovo mostro in città e stavolta vi invito veramente a dire la vostra nei commenti. Funzionerà?

Reeko

Ascolta qui

Tracklist:
1. Jump Off
2. Sixers (ft. MURS)
3. Get Sued (ft Olmec)
4. Class Act (ft Shawna Potter)
5. Pipebomb

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *