The Fire + Black Banana @ Bloom Mezzago, 01/04/22
Primo aprile, anno 2022.
Una data che verrà ricordata al pari, forse, dell’8 marzo 2020. L’inizio dello schifo e l’inizio della sua fine.
Contesto geopolitico a parte (certo, qualcuno la festa ce la doveva pure rovinare), è un buon giorno: oggi è ufficialmente iniziata la progressiva estinzione delle odiate, ma necessarie, restrizioni contro l’epidemia da Coronavirus. Certo, per ora cambia poco o nulla, ma è comunque l’inizio di qualcosa e dovremmo prenderlo come un segnale incoraggiante. L’inizio di qualcosa: è questo che ci aspetta questa sera al Bloom di Mezzago?
Dopo sette lunghi anni di silenzio tornano infatti a calcare i palchi i The Fire, capitanati dall’inossidabile Olly Riva, con un mini reunion tour che toccherà varie località italiane ed una in Belgio. Un auspicato ritorno che preannuncia della succulenza per il futuro? Una ripartenza? Chissà… magari!
La data di questa sera è sicuramente molto calda: i ragazzi sono nel loro habitat naturale da queste parti e si sa che quando si gioca in casa quella fetta di cuore brucia molto più ardentemente. Ad arroventare ulteriormente gli animi ci penseranno i Black Banana in apertura: ottimo combo di power rock’n’roll milanese con già una buonissima carriera alle spalle. È tutto in ordine insomma!
Mi metto in marcia di buon ora dalla verdeggiante deep (DEEP) southern provincia di Milano e sono già gasato anche solo di fronte all’ora di macchina che ho davanti per raggiungere la location. Questa sera infatti, oltre all’ovvia carica da concerto, sono super contento perché
finalmente incontrerò dal vivo alcune persone conosciute durante i mesi di reclusione e finora viste soltanto attraverso uno schermo, prima fra tutte il leggendario Koppo (collega stimatissimo di questa fantastica realtà che è Irritate People) che, per inciso, per me finora “è stato un vocale” (LOL). Parcheggio tutto pieno, ottimo segnale.
Entrare al Bloom dopo così tanto tempo è un’emozione unica: il sorriso della gente che smette di essere celato da una mascherina poi… le risate, i brindisi, gli abbracci… si respira finalmente un’aria buona e penso che ce lo meritiamo.
Girare il locale al fianco di Koppo praticamente è come essere con Steven Spielberg alla notte degli Oscar: non puoi fare un passo senza che qualcuno ti fermi per quattro chiacchiere, un cinque alto, un abbraccio… ho conosciuto un sacco di bella gente che di sicuro sarà figo incontrare ancora sotto qualche palco, perché adesso si che possiamo tornare a dirci il fatidico “ci vediamo la”.
A completamento del quadro noto la presenza dell’eterno Trai dietro il mixer: un personaggio dal cuore gigante con cui scambio quattro parole più che volentieri e che nonostante gli anni che sono passati si ricorda ancora tutto quello che ha fatto con te (che sei una goccia dentro l’oceano) in studio. Come fai a non volergli bene?
Le premesse non potrebbero essere migliori, ed ormai siamo al dunque: la gente ormai è tutta sotto il palco per lo show dei Black Banana, che si presentano sul palco carichi come la pallina di un flipper.
L’impatto sonoro è notevole, fin troppo. Batteria e basso creano un muro immenso che mette un po’ in secondo piano il resto della band, ma lo squilibrio dura veramente poco: bastano un paio di pezzi per trovare la quadra ed esaltare adeguatamente le qualità della band.
Ottima esecuzione e suoni impeccabili, lo scatenato rock’n’roll del quintetto milanese a me gasa molto, infatti mi ritrovo spesso a tenere il ritmo dei pezzi con la testa e mi chiedo perché non abbia ancora comprato la loro roba. Provvederò istantaneamente a fine concerto.
La gente reagisce abbastanza all’energia sprigionata, ma credo in maniera non proporzionale.
Penso che questi ragazzi meriterebbero l’inferno sotto il palco, ma forse è ancora presto per pretendere tanto. Le cose torneranno alla normalità, per ora può andare dai. Il set delle banane nere scivola via abbastanza liscio ed è ora del piatto forte. La sala è ormai gremita.
Accolti da diffusi whoooas, i Fire infiammano il Bloom come se dall’ultima fossero passati sette giorni anziché sette anni. Sul palco vedo una bella chimica: è lampante che c’era proprio voglia di fare questa cosa.
Anche qui a inizio set c’è un po’ troppa pacca di batteria, ma il Trai sviscera velocemente la questione e ben presto ci fa scoprire che è possibile fare meglio dell’inebriante qualità dello show dei Black Banana: a livello di strumenti credo non ci sia un potenziometro, fra mixer, ampli e pedaliere, che sia fuori posto. Purtroppo si perde un pochettino la voce, ma andando avanti nello spettacolo anche questo aspetto verrà raddrizzato.
La scaletta attinge trasversalmente dalla discografia della band per la soddisfazione di tutti: a momenti da gasatura totale (Abracadabra, Suicide Girl e Bohemian Burlesque su tutte) si alternano finestre più intime (Ixis), ospitate (Alteria, che avevo notato tra il pubblico, e “Robertino” Iaculli, ex batterista della band, aka un armadio a quattro ante, grosso come le pacche che rifila alle pelli) e alcune cover.
Anche Olly nota la forse eccessiva calma del pubblico, che si scioglie però progressivamente fino al finale, momento in cui Pelo inizia ad avere qualche problema col basso che lo porterà purtroppo a non riuscire praticamente a suonare gli ultimi due pezzi. Certamente un peccato, ma decisamente non abbastanza per rovinare una serata senz’altro riuscita.
Niente bis né risalite sul palco: quando i Fire lasciano lo stage parte la musica in diffusione e scende il sipario.
Arriva purtroppo il momento dei saluti e dopo il doveroso stop al banchetto del merch e quattro chiacchiere con Teo dei Black Banana imbrocco la via del ritorno, anche se non ne ho proprio voglia. Adesso l’ora di macchina per raggiungere casa mi sta in culo.
C’era bisogno di una serata del genere, non c’è che dire: due band veramente in forma, venue sempre di livello e tanta voglia di suonare, ascoltare, realizzare e fare gruppo… o scena, chiamatela come vi pare.
Siamo tornati a spaccare tutto.
Reeko & Koppo