Altro weekend fitto di eventi, e noi di IP non ci si tira indietro.

Il venerdì si diverte Frankie con Crummy Stuff + Rappresaglia in quel di Brugherio (report qui), mentre io mi prendo la seratona di riapertura del Pedro di Padova con Percossa Fossile, All Coasted e Bull Brigade: let’s go!

Il Centro Sociale Occupato Pedro di Padova è un pezzo di storia: da trentacinque anni sul territorio per portare avanti arte, musica e politica tiene botta anche in tempi come quelli di oggi, dove di centri sociali ne sono rimasti in piedi molto pochi.

Per quanto si debba solo tirare giù il cappello di fronte a un tale successo e ad una tale longevità, devo dire che nel bene e nel male i trentacinque del buon vecchio Pedro un pochino si sentono: l’atmosfera è rimasta proprio quella dei centri anni 80, fatta di strutture antiche, graffiti interni ed esterni e arredamento improvvisato. Il fatto che tutto sia comunque curato ed chiaramente manutenuto comunica il reale desiderio dei gestori di mantenere quello spirito e questa è una volontà che va rispettata.

Venendo alla serata, ovviamente valida per l’attribuzione dei world-famous punti scena di Irritate People, inizia tutto verso le dieci e trenta e sono i Percossa Fossile ad aprire le danze. Ammetto di non conoscerli e riesco a godermeli esattamente da fronte palco, visto che nel momento in cui attaccano la gente non è ancora tantissima. Sul palco sono tre, ma sembra che suonino in dieci: effetti, tempi dispari, Tapping di basso (ah no… fingerpicking! Chi segue Giovanni All’Heavy capirà… LOL), stacchi improvvisi e cambi repentini di atmosfera fanno della mezz’ora buona di set un potpourri acustico che ho bisogno di un attimo per metabolizzare. Tecnicamente impeccabili, completamente fuori dagli schemi a livello compositivo li definirei la componente jazz/fusion del punkrock. Piaciuti si, non so come prenderei un loro disco ma vorrei provare ad ascoltarlo. Un po’ da rivedere la parte di gestione dei momenti “morti” (pause tra un pezzo e l’altro, intrattenimento del pubblico ecc…): si vede che sono dei regaz ed è cosa molto buona, ma prendersi poco sul serio in maniera eccessiva a volte può far sembrare quasi svogliati, cosa che assolutamente non dimostrano di essere nel momento in cui attaccano a suonare. Un aspetto che è solo da incanalare meglio però, perché alcune delle uscite mi hanno fatto veramente ridere e divertire. Bravi!

Un quarto d’ora giusto di cambio palco ed è il turno degli All Coasted, che godono di un discreto gruzzolo di pubblico già formatosi verso la fine del set dei Percossa.

I vicentini si sono fatti già un certo nome ormai, avendo anche calcato palchi piuttosto importanti come quello del BayFest e di seguito cominciano ad averne. Anche per loro una buona mezz’ora, ma di roba più “tradizionale” e diciamo “friendly” nei confronti di un pubblico prettamente punkrock.

Direi un live set del tutto coerente con la proposta musicale della band: onesto, di pancia, ben eseguito, anche di esperienza, dal sapore californiano. Tengono bene il palco senza uscite sensazionali, ma fanno divertire molto la gente, che innesca anche qualche pogo. Esplosione di gasa sul finale, quando la band saluta i presenti con una cover di Linoleum. Band abbastanza sul pezzo, un ottimo antipasto per il piatto forte della serata.

Di Bull Brigade quest’anno ne abbiamo visti un sacco, personalmente penso di essermeli beccati almeno tre o quattro volte. Quella di stasera è una delle ultime date prima della pausa dai live che la band ha deciso di prendersi e, come dichiarato da Eugy a inizio concerto, sono una decina di anni che la band non si esibisce al Pedro quindi c’è gasa anche sul palco.

Il set dei torinesi è abbastanza in linea con quelli che ho visto nel recente passato: sempre suonato bene, scaletta generosa tra passato e presente, gran fotta anche di coinvolgere la gente. A mio avviso sempre poco movimento sul palco, i regaz sembrano sempre molto impegnati a suonare bene piuttosto che fare scena, ma dalla loro hanno un’arma infallibile: la prorompente passione che fuoriesce da ogni loro testo.

C’è chi li ha definiti “gli 883 del punkrock” e in effetti secondo me è un paragone che va preso in maniera estremamente positiva e particolarmente azzeccato, perché le canzoni dei Bull Brigade, come quelle del duo pavese, sembrano sempre parlare di te. Raccontano di qualcosa che senti inevitabilmente vicino e stringono la gente, che sotto il palco urla a squarciagola ogni singola linea beffando anche l’acustica non particolarmente eccelsa.

Pensavo onestamente di vedere più affollamento, ma forse per una location come il Pedro va bene così. Si è vista tanta gente anche molto giovane comunque, che è sempre un bel segnale soprattutto per una scena come quella veneta, che sta cercando e merita di emergere.

Daghe!

Reeko