Tutto il Nostro Sangue #44: Aurevoir Sofia, Jaguero, Scheletri, Winter Dust – Bloom, Mezzago | 21/05/23

Tutto il Nostro Sangue #44: Aurevoir Sofia, Jaguero, Scheletri, Winter Dust – Bloom, Mezzago | 21/05/23

“In discoteca ci si andava il pomeriggio e si ballava.”

Mille punti (scena) a chi becca questa meravigliosa cit. (vi aspetto nei commenti).

Scherzi a parte, questa bella frase mi è rimbalzata in mente spesso mentre dalla bass(issim)a lodigiana raggiungevo il Bloom nel caldo pomeriggio di domenica ventun maggio 2023.

Il motivo? Beh, la formula di questo evento targato Tutto il Nostro Sangue prevedeva apertura bar alle 4:00PM, inizio concerti alle 5:00PM e tutti a casa alle 8:00PM, ecco perché!

Due parole sull’organizzatore: Tutto il Nostro Sangue è un bel progettino itinerante, attivo dal 2017,  che facendo la spola tra Milano e Bergamo ha l’obiettivo di sostenere e pompare il caro vecchio DIY nelle sue svariate forme artistiche. Il roster musicale del collettivo attinge a piene mani da tutta la realtà italiana ed il programma dell’evento di cui parliamo oggi infatti è abbastanza “multietnico” e piuttosto succulento: aprono le danze i Winter Dust da Padova, seguono gli Scheletri da Torino, poi Jaguero da Vicenza e Aurevoir Sòfia da Cinisello Balsamo a chiudere.

Purtroppo la mia proverbiale organizzazione di merda mi fa arrivare al Bloom verso le 5:45PM, proprio quando stanno per attaccare gli Scheletri, quindi mi perdo in toto il set dei Winter Dust. Spero non me ne vogliano, ma comunque per farmi perdonare a fine concerto mi sono sparato un doveroso giro al loro banchetto del merch dove mi sono assicurato un bel bundle CD+maglia al quale i regaz hanno voluto aggiungere un altro loro disco in omaggio, TOP! Della loro musica posso raccontarvi quello che ho sentito in macchina sulla via del ritorno: la loro proposta è abbastanza particolare, un next level emocore che ha quasi dell’ambient. Sarebbe stato davvero interessante assistere alla resa dal vivo di questo genere… sicuramente ci saranno altre occasioni in cui vedrò di arrivare per tempo!

Come già accennato, appena metto piede al Bloom attaccano gli Scheletri, portabandiera dell’ormai famoso bagnacauda-core (termine ormai approvato anche dalla Crusca). Due cose attirano la mia attenzione: il fatto che i regaz suonano davvero bene e l’assolutamente eccessiva sudorazione del chitarrista. Si, fa caldo, ma lui sembra proprio che l’abbiano massacrato di gavettoni poveretto. Il rapido set va via abbastanza liscio: i regaz sono a loro agio e come ho già detto, suonano bene. La vena sentimentale molto carica che caratterizza lo stile della band viene fuori tutta mentre la band è al lavoro, mentre sembra un po’ più frenata durante le occasioni in cui il frontman, forse un pochino emozionato, si impegna a comunicare col pubblico. Ad ogni modo a me loro piacciono e confermo che anche dal vivo fanno la loro porca figura. Guest star Enri Menagramo dietro le pelli.

Tempo di un giro tra i banchetti e di un passaggio al bar per una birretta ed è già il momento dei Jaguero. Non ho mai fatto mistero della mia gasa nei loro confronti e dire che sono al Bloom per loro forse è esagerato, ma non del tutto falso. L’anno scorso li avevo beccati al Life is Strage, ma anche lì arrivai tardi e me li persi, quindi ora non sto più nella pelle. Mi rendo conto di fanboyare un po’ troppo anche durante le quattro chiacchiere che sono riuscito a farmi con loro sotto il palco: regaz giuro che un’ordinanza restrittiva non sarà necessaria!

Anche per loro set piuttosto breve, purtroppo le tempistiche della scaletta non permettono di sgarrare, ma comunque molto soddisfacente. Sul palco c’è una bella chimica e la formula compositiva della band funziona davvero bene dal vivo: le tre voci che si alternano e i vari effetti contribuiscono a coinvolgere chi ascolta in una dimensione perfettamente a metà strada tra lo sperimentale e l’ignoranza come poche volte ho visto fare da una band, per ora, piccola. Suonano anche alcuni pezzi nuovi e chissà che qualcosa non stia bollendo pentola per una nuova release nel prossimo futuro…

Cambio palco veloce ed è già ora degli Aurevoir Sòfia da Cinisello Balsamo, come ricordato dal frontman della band a più e più (e più) riprese durante il live.

Che dire? Li avevo già tastati lo scorso anno al LowL Fest e confermo che secondo me sono una band di cui non puoi non ricordarti. Sul palco è innegabile che a livello di presenza scenica hanno una marcia in più rispetto a tutti gli altri, soprattutto il cantante che mi colpisce anche per lo stile: sneaker bianchissima, pantalone nero e maglia bianca larga mi fa molto Brooklyn anni 80 e la cosa mi gasa davvero un sacco.

Un po’ più di tempo per loro, set di tutto rispetto tra schitarrate e urla simil Glassjaw e membri della band che sembrano (tutti) delle palline da ping pong (da ricordare l’escursione tra il pubblico in totale scioltezza di uno dei due chitarristi proprio nel bel mezzo di un pezzo). Un po’ troppo per le otto di sera? Macchèèè!!!

Tirando le somme, mi sono proprio divertito e sono anche tornato a casa in tempo per cenare e senza rischiare colpi di sonno. Quattro band forse troppe? Magari con una in meno si poteva dare più spazio a band che comunque sia si sono fatte una bella vasca per esserci? Forse ci si può pensare, ma ad ogni modo la formula funziona alla grande. Un enorme pollice in su per quanto mi riguarda.

Domeniche bestiali che si dovrebbero ripetere più spesso.

Reeko

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *