Krang + Rubber Room + Sludder + Still No One + Mystic Majesty + According to jack + Andy Ramponi @ CIQ (Milano): Disgrace BDay PArty

Krang + Rubber Room + Sludder + Still No One + Mystic Majesty + According to jack + Andy Ramponi @ CIQ (Milano): Disgrace BDay PArty

A poche ore dalla fine della serata mi trovo già a fare una serie di considerazioni su quanto appena (splendidamente) vissuto, in modo da poter tramutare i ricordi ancora vivi in parole, e cercare di portare quei manzoniani 25 lettori che apriranno questo report all’ interno di una delle serate più frenetiche di questo 2024.
Si avrebbe potuto fare di tutto, questo sabato sera: dallo scegliere la scontatissima accoppiata cena con parenti che esistono solo in questo periodo dell’anno e conseguente ed inevitabile pennica sul divano (d’altronde si tratta dell’ultimo week end prima di Natale!), alla traversata per mezzo Nord Italia in direzione Modena per andare a prendersi a calorosissime sberle sugli zigomi sotto il palco degli Apoptosi, oppure ancora ci si sarebbe potuti chiudere in casa a luci spente in modalità Grinch e tentare il letargo fino all’ anno nuovo.
Si avrebbe potuto anche pensare di andare al Bloom ad ingozzarsi in una serata a base di Manges e Franz Barcella, “si avrebbe potuto”….

E invece qui si è deciso di giocarsi il tutto per tutto e presentarsi poco dopo le 18 al CIQ a Milano, uno dei miei locali di fiducia per quando voglio fare un’uscita e vivermi quelle ore in cui sono fuori casa con il dubbio attanagliante del “ma poi, quando esco da qui, la macchina sarà ancora dove l’ho parcheggiata con tutti i finestrini interi?”.

Fin da subito diviene chiaro che il mantra della serata sarà “muoversi”. In tutti i sensi.
In primis perché devono suonare millemila persone, e quindi i tempi sono estremamente ristretti, poi perché la selezione artistica è decisamente ballerina, ed infine perché con tutta la gente che c’è da salutare diviene difficile decidere consapevolmente di starsene nel proprio angolo a farsi i fatti propri.
Poi, ad onor del vero, il primo nella lista a salire sul palchetto in qualità di intrattenitore è Andy Ramponi, il quale con le sue canzoni spaccacuore prova ad uccidere il Natale di tutti quanti e a sopprimere il clima bagordo dei festanti.
Il bassista dei Discomostro  (i quali sono freschi freschi d’uscita con il nuovo singolo “Persi” (ma che video/trailer incredibile hanno sfornato?)), nei trenta minuti a sua disposizione sferra tutte le sue armi più affilate per tentare di rovinare la serata, da “I Don’t Want to Play Punk Rock” a “Sempre Disperato”, fallendo miseramente in questa sua missione suicida, sia perché non solo la gente presente lo applaude e lo incita, ma anche perché contemporaneamente l’Egregia Sig.ra Disgrace dirige l’aperitivo in corso (che è sia la sua festa di compleanno che quella di Endriu, non ve l’avevo detto?).

Tra gente che entra, gente che esce a fumare, gente che cerca di capire come partecipare al Secret Santa organizzato dalla Sick Family, gente che mangia e gente che beve, mentre la Paoletta, fedele compagna di vita e di mille avventure del buon Danilo Friday in Punk, si sposta a fatica da una parte all’altra del salone con un piatto di orecchiette alle cime di rapa più grande dello schermo di un televisore da 64 pollici, According to Jack dà il cambio a Andy.

In pratica una situazione che per un affetto da ADHD avrebbe potuto essere allo stesso tempo sia il peggior incubo che il più grande sogno fusi insieme.

Il secondo show in acustico procede altrettanto bene e, anche se “Reason To Exist” e “The Best I’Ve Never Had” sono sentitissime dai presenti (me compreso), la ciliegina sulla torta è un’improvvisa e inaspettata reinterpretazione di “Pieces” (Sum 41) che ci porta tutti in un momento amarcord indietro di vent’anni.

Mentre le luci si abbassano in maniera direttamente proporzionale con il riempirsi della sala, partono i primi commenti, a dire il vero non propriamente lusinghieri, nei confronti della prima band al completo che si sta preparando a salire sul palchetto.
Effettivamente, quello che si nota fin da subito, è il numero gargantuesco di pedalini presenti, il che lascia presagire che ciò che sta per accadere non ha nulla a che fare con il punk a cui si è abituati.
Anzi, il timore è proprio che facciano tutt’altro genere (e che possano far cagare).

Vabbè, ma qui si è amanti del rischio e ci si sta allenando da una vita intera per affrontare le improvvise brutte sorprese, quindi non ci resta che attendere il loro inizio.”

I Mystic Majesty effettivamente centrano molto poco con il punk rock, ma ragazzi.. Non ho ancora capito che genere sia (un po’ stoner? Un po’ rock? Qualcosa di psichedelico?), ma questi spaccano di brutto.
Il quartetto da Verona (e che accompagna per un’ulteriore data nelle loro terre venete i Krang domenica 22/12) sono una piacevolissima sorpresa, dal suono pieno ed aggressivo, e con una presenza scenica decisamente rilevante.
Purtroppo, come già accennato in precedenza, per cause di forza maggiore i ritmi sono molto incalzanti, e non si fa in tempo ad acclimatarsi appieno al loro sound che è già il momento degli Still No One.

Anche qui attimi di frenesia, in quanto i ragazzi devono salire e scendere dal palco in 30 minuti, e quindi le pause tra un pezzo e l’altro sono decisamente brevi, cosa che in realtà giova estremamente allo spettacolo.
Mentre Jack e compagni riportano la serata in chiave punk con la loro scaletta ben rodata, dal fondo della saletta entrano in scena i capostipiti della Irritate, prima Tommy ed il Sindaco, e dopo qualche minuto arriva anche Reeko.

E’ a questo punto che mi rendo conto che anche questa sera ogni classe di appartenenza della catena alimentare è adeguatamente rappresentata, ma a questo giro l’appello non ve lo faccio perché basta nominare i media partner dell’evento per far capire la portata della situazione: PunkMi, Irritate People, Friday in Punk, Hop N Music e Punkadeka, senza dimenticare la collaborazione della Sick Family e che dietro le quinte a tirare le fila del tutto ci sono ovviamente i festeggiati Endriu e la Simona.
A parte che mancano solo i due leocorni, ma poi qualcuno l’ha spiegato a Tommy cosa vuol dire essere media partner?
E’in questa cornice che gli Still No One si prendono il meritatissimo applauso finale dal pubblico (viziato anche dalla presenza nella loro band di Gilbo, ovvero il più bello del triveneto, titolo soffiato a Warhols per una manciata di voti (forse addirittura comprati)), ed allo stesso tempo Danilo si lascia andare alla sua massima aristotelica più identitaria (dopo “che sbatti, ma andiamo a casa?”): “Ma quanto è bello il Punk Rock?”, e come dargli torto?

Prima del gran finale, c’è spazio sia per gli Sludder che per i Rubber Room, entrambe band che si presuppone possano rilasciare pezzi nuovi con l’anno a venire, ma che (giustamente) lesinano nel lasciare troppi indizi o informazioni a riguardo.

La cosa figa di queste due compagini è che riescono a spingere tutto, ma veramente tutto, il pubblico sottopalco, lasciando spazio libero solamente a fondo sala.
Per quanto riguarda gli Sludder, si ha l’impressione che quel palchetto gli stia andando un po’ stretto, sia perché sono in 5, sia perché il pubblico è veramente trasportato durante la loro esibizione (che pezzone You Got It, in lizza per il singolo dell’anno di PunkMI) tant’è che il pogo non parte solo perché ci sono 346 gradi Kelvin e il ricircolo dell’aria è ancora meno che quello che si trova alle latitudini dei doldrums.
E che dire dei Rubber? Quando sei capitanato da uno dei migliori frontman della scena fai veramente fatica a mandare a ramengo un live, ed infatti anche quest’oggi si portano dignitosissimamente la pagnotta a casa.
E poi questa sera si fregiano del titolo della “Band dei Limoni”, sarà che a detta di un certo Nicolò Poli (Libidine) qui al CIQ c’è il giardino dei “limoni”, ma ecco che ad un certo punto ne partono simultaneamente tre, da altrettante coppie diverse.

E’ record, signori!

Questa è la classica nottata in cui ci si rende perfettamente conto che il tempo scorre velocissimo ma si spera sempre che in realtà non si arrivi mai alla fine.
Quando attaccano i Krang, dopo l’ennesimo giro al baretto, ci si avvicina quindi per l’ultima volta al palchetto, per godersi al meglio l’ultimo live di quest’oggi.
Devo ammettere che non sono preparatissimo nei confronti di questi ragazzi che giungono dalla terra natia di Nedved: conosco quei quattro o cinque pezzi che mi permettono di crearmi un’aspettativa su come potrebbero andare le cose, ma nulla più.
Non so quindi se sia stato per questo “pseudo effetto sorpresa”, o perché era la prima volta che li vedevo live o perché effettivamente sono di un altro livello, che ammetto di essere rimasto stupito dalla loro esecuzione.
Il loro skate punk / pop punk mi arriva dritto alle sinapsi appropriandosene senza chiedere il consenso, e mi pare di capire che a subire questo effetto sono in buona compagnia, perché nonostante la temperatura sia salita ulteriormente a 481 gradi Kelvin, vorrei lanciarmi in mezzo ai quei mini poghi che si sono creati.

Più saggiamente, dalle retrovie butto invece lo sguardo più in là, a cercare di localizzare il Tommy: eccolo, in primissima fila, o quasi, ad ondeggiare seguendo il ritmo dettato dalla cassa, mentre respingere con i gomiti i quattro folli che hanno deciso che dovevano comunque provare a pogare.

Intanto dal palco continuano ad uscire pezzi dai BPM medio-alti ed allo stesso tempo dalle sonorità molto catchy: veloci ma melodici al punto giusto, la ricetta perfetta per dei singalong assicurati (se solo sapessi le parole).
Mentre i quattro snocciolano la loro scaletta da “Life is like a Mortal Kombat” a “1968” passando per “Time is Ticking” e “Cowabunga” (riportate in ordine sparsissimo scelto arbitrariamente dal sottoscritto), tengo vigile il mio occhio sul Tommymetro: il Boss ciondola? Allora sono approvati, e, da quello che vedo io, il Tommy ciondola più che volentieri fino all’ultimo pezzo!

Dopo le ultime rullate e gli ultimi colpi ai piatti dati appositamente per prendersi i meritatissimi applausi, si riaccendono le luci e veniamo tutti catapultati alla realtà nuda e cruda.
La magia della serata sembra finita, ma ecco che spunta l’ultima cazzata sulla lista: il saccone con il Secret Santa.
Dopo le risate generali, i saluti e gli auguri di rito, stanco e soddisfatto, mi metto in viaggio verso casa indossando orgogliosamente l’asciugamano per capelli a forma di testa di orsetto ricevuto.
(p.s. Io avevo lasciato giù una confezione di cacao amaro).

Tanto vi dovevo!

Dan

Aggiungo solo un paio di minchiate allo splendido report di Dan a cui do volentieri un consiglio: guarda le patate, cazzo guardi me!

Serata davvero figa: band spettacolari. Timing rivedibile, ma chi se ne fotte. Due parole solo per chi ho visto:

Still no one: Skate punk come non se ne sentiva da un pezzo. Grande set. Orgoglioso di averli invitati alla prossima ventura Irritate Fest (Gilbo, ti garantisco che suonerete quanto vorrai e anche di più!)

Sludder: Gruppo mega solido. Punk rock moderno. Il Bolo alla batteria è un animale. Se si confermano al prossimo disco sono nettamente una delle realtà più interessanti del punk rock italiano. Una vera pecca? Cazzo: fate pezzi più corti! Oltre due minuti è già punk rock opera!

Rubber Room: il miglior frontman del punk rock italiano: il Formy farebbe ballare Sesso e Samba ad una suora di clausura; grandissima sezione ritmica…. mancano i pezzi…Se lavorano bene sul prossimo album…chissà!

Krang!: Decisamente un altro pianeta. Pop punk-Skatepunk con doppia voce melodica che più non si può. Immaginario ninja-turteliano che ti fa godere: grande gruppo!

Serata fighissima in cui è apparso chiaro l’effetto dei decreti-Salvini. Ogni cazzo di cristiano presente si stava cagando addosso di perdere la patente per sempre, conscio che quelle cazzo di nuove leggi dell’idiota governante sono entrate in vigore un paio di giorni fa e che gli sbirri siano dietro l’angolo con l’alcol test pronto nella mano.

Incredibile vedere notori alcolizzati sorseggiare Coca Cola e Acqua Lete tipo festa delle medie…

27tommy

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *