Intervista agli Ivenop

Intervista agli Ivenop

Nel maggio 2024 mi capita per caso di ascoltare Odio le canzoni d’amore, primo singolo dei veneti Ivenop, ed è un mezzo colpo di fulmine. Così, con il mio solito garbo e pochissima attitudine ansiogena, gli scrivo su Ig per intimargli di cacciar fuori almeno un EP, mi rispondono che ci stanno lavorando e infatti il loro Non Ho Voglia è di prossima pubblicazione, anticipato già da tre singoli: Odio le canzoni d’amore, Amnesia e Mille scelte.

Gli Ivenop (Alessandro- batteria e voci, Riccardo – chitarre e voci e Matteo – basso) sono una di quelle band che, pur essendo anagraficamente giovane, si porta dietro tutto il bagaglio del punk rock con cui sono cresciuta e che -per me- è localizzato fra Veneto e Lombardia. Moravagine e Pornoriviste, per capirci.

L’evoluzione è naturale e negli Ivenop vedo proprio questo anche a livello di testi come nella loro Amnesia che traccia la rotta di una generazione persa fra apatia e desideri forse irraggiungibili. La feat. di Zamu dei Duracel nel loro ultimo singolo Mille scelte uscito il 13 giugno me li ha fatti amare ancora di più.

Ah, se non vi ho ancora convinti a dare un ascolto agli Ivenop, potete chiedere a due esseri mitologici quali il gabbiano millepiumato Tommy e Danilo che li hanno inseriti nei recenti appuntamenti su Radio Eustachio e Friday in punk. Mica spicci, oh!

Ragazzi, intanto grazie per il tempo dedicatomi, se non vado errato in principio eravate un duo, corretto? Mi sfugge qualcosa?

Mi parlate un po’ della vostra storia?

Riky: A queste due domande rispondo assieme, visto che nel rispondere alla prima rispondo indirettamente anche alla seconda, quindi faccio un discorso unico! Mi rivolgo ad Ale: se non va bene così, mi offendo e vado a mangiare al Mcdonald’s da solo la prossima volta (ride). No dai scherzo.

Ale: (ride) la gente probabilmente si chiederà cosa ca*** centra il Mcdonald’s? Ed effettivamente avrebbero anche ragione, ma…leggete tutta l’intervista per scoprirlo (ride).

Riky: rispondendo finalmente alla tua domanda, a dire il vero no, in principio non eravamo un duo, diciamo che è stata una delle varie fasi che abbiamo attraversato.

Vi spiego meglio: Io e Ale si conosciamo ormai dai tempi della fine delle superiori (già passati 13 anni ormai, che vecchi!) e, dopo aver militato in un paio di band, abbiamo deciso di formare la prima “versione” degli IVENOP o, ai tempi, EVEN HOPE! Esatto, proprio così signore e signori, il nostro nome deriva da una “trascrizione italianizzata” del nostro primo nome. Dopo un paio di anni assieme ci siamo divisi ma, forse anche “grazie” alla pandemia, nel 2021 ci siamo riavvicinati e abbiamo deciso di riformare la band (come i Blues Brothers). A questa reunion ha preso parte anche Luca, un talentuoso bassista di Treviso, lo potete sentire nei due singoli che sono usciti nel 2024 “Odio le canzoni d’amore” e “Amnesia”. Ma, dopo questa piccola parentesi assieme, Luca ha scelto un’altra strada artistica e, mentre facevamo il toto bassista, io e Ale abbiamo deciso di proseguire temporaneamente in due.

Fortunatamente il buon Matteo è venuto in nostro soccorso, grande amico di Luca e musicista acculturato e talentuoso, dando vita alla sgangherata formazione che c’è tutt’oggi (grazie Matteo ti vogliamo tanto bene).

Cantare in italiano è stata una scelta dettata da cosa? Avete mai pensato di cantare in dialetto?

Riky: Mah, sinceramente è una scelta dettata dal puro caso: seppure io sia un fan dei Rumatera, non sono mai stato attratto dallo scrivere testi in dialetto… e nemmeno in Italiano! Si sa, tutti noi, figli della musica Americana, siamo partiti dall’Inglese. L’italiano è stato un esperimento che non ho mai portato avanti fino in fondo in passato. E’ stato proprio Ale a mettermi la pulce nell’orecchio quella volta, ed è stata la scelta giusta!

L’idea dei testi è quella di parlare di quanto socialmente disadattati siamo noi trentenni “MODERNI” e, nel farlo nella nostra lingua madre, abbiamo scoperto che ci riesce meglio a sparare cagat… ehm… ad ESPLICARE un concetto così fine. Abbiamo preso le canzoni che avevamo e le abbiamo tradotte, ed ecco il risultato!

Mescolate molto bene punk e cantautorato e, a propostito di testi, chi li scrive?

Ale: Solitamente Riky arriva con una bozza base del testo accostata ad una linea strumentale. Successivamente, io e lui partiamo da quella bozza per poi rivedere tutto il testo, scrivendo ed arrangiando fino ad arrivare al testo definitivo. Durante questo processo, iniziamo già a pensare alla suddivisione delle voci, ai cori, ai vari strati vocali. Diamo moltissima importanza alle linee vocali perché è una parte integrante delle nostre canzoni. Aggiungo che anche il luogo dove si fa songwriting è molto importante. Noi scriviamo in “mansarda”, un luogo iconico e fuori dal tempo, un po’ come lo scantinato di Max Pezzali degli 883, il garage di Mark Hoppus e Tom Delonge dei Blink-182… (Ciao Mark!). Ed è qui che ci ricolleghiamo al Mcdonald’s di inizio intervista, ormai è una nostra prassi anche quella di trovarci tra un hamburger di cartone ed un gelato in polvere a fare il recap del nostro processo creativo.

Tra me e Riky è sempre stato cosi’, fin dai primi momenti del primo progetto, abbiamo sempre avuto quel feeling e quella naturalezza speciale nel comporre musica assieme.

La vostra produzione sembra molto curata, anche a livello di illustrazione di copertina me ne parlate un po’?

Ale: Ci teniamo veramente tanto a curare ogni dettaglio della nostra produzione, perchè un lavoro artistico è l’intreccio tra varie arti (musicali e grafiche nel nostro caso) e questa cura ed unione porta la maggior parte delle volte ad un bel risultato. Alla fine di questo risultato, ti senti veramente orgoglioso di quello che sei riuscito a creare e del lavoro corale che è stato fatto. Tra l’altro aggiungo che io sono quello particolarmente fissato che, quando compra un CD (si li compro ancora perché ho nostalgia del Compact Disc e mi piacciono un sacco gli album con quel formato), si legge tutti i ringraziamenti riguardanti la produzione per vedere dove hanno registrato quel particolare album, chi ha fatto mixing e mastering e chi ha seguito la parte grafica (ride).

Nel nostro piccolo, registriamo da Ivan presso ArteSonika e gli artwork sono fatti da Marco Lorenzini. Ringraziamo entrambi!

Ditemi quello che volete, come sempre spazio libero per ogni stupidata possibile, ma anche date live future.

Grazie per il vostro supporto e per l’opportunità che ci avete dato!

Non vediamo l’ora di  e di promuoverlo in giro per l’Italia!

Ale

Film:

The Nightmare Before Christmas, Casper, E.T.

Album:

The Black Parade – My Chemical Romance

Avenged Sevenfold (self titled)

Take Off Your Pants And Jacket – Blink 182

Libro: qualsiasi libro vintage riguardante l’arte mi emoziona.

Riky

Disco preferito:

“Love, sex and rock n’ roll” dei Social Distortion

“Elvis Presley” di Elvis e “Chuck” dei Sum 41

Film:

The Matrix

School of rock

l’isola dei cani

Libri preferiti: sto sul classico, 3 autobiografie Steve Jones

Slash

Jimmy Page

Matteo

Dischi : 💿

The Cure – “Disintegration” (1989)

The Velvet Underground – “The Velvet Underground & Nico” (1967)

David Bowie – “Low” (1977)

Film: 🎥

Videodrome” di David Cronenberg (1983)

Blade Runner” di Ridley Scott (1982)

Edward mani di forbice” di Tim Burton (1990)

Libri: 📚

Frankenstein” di Mary Shelley

Racconti del terrore” di Edgar Allan Poe

Il signore delle mosche” di William Golding

In ultimo, torno a ringaziare gli Ivenop, vi lascio il loro Bandcamp e spero di vederli presto live.

Vixen

 

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