Green Day – Father Of All Motherfuckers

Green Day – Father Of All Motherfuckers

Senza dubbio questo è il disco più discusso del momento. Eh sì perché i Green Day questa volta l’hanno fatta grossa.

Tutti siamo coscienti del fatto che la band di Oakland non è più una punk band da diverso tempo: American Idiot infatti, uscito nel 2004, li ha consacrati come rock band da stadio. Ciò che però quel album aveva mantenuto erano almeno le influenze punk e il sound che la band aveva coltivato negli anni, pur maturando e vertendo verso sonorità più radiofoniche, non era cambiato radicalmente.
Devo dire che, pur non amando alla follia le ultime uscite, ho continuato a seguire a distanza la band di Billy Joe e soci e penso che Revolution Radio sia un buon album di rock con influenze punk rock.

Con il nuovo album, uscito il 7 febbraio per Reprise Records (l’etichetta che li accompagna da Dookie), il discorso cambia radicalmente.
Penso che ascoltare il primo singolo, Father Of All…, sia stato uno shock per chiunque abbia iniziato a seguire i Green Day dagli anni 90. Se uno avesse ascoltato il brano senza sapere la band, non avrebbe mai indovinato l’artista. Riff da alternative/garage rock, claps che tengono il ritmo e soprattutto la voce di Billy Joe totalmente irriconoscibile tra falsetto e distorsione!
Niente più punk rock e questa volta per davvero…

Molte tracce dell’album hanno la stessa impronta, possono ricordare altre rock band come Muse, The Black Keys e (ultimi) Arctic Monkeys.
Il disco è il più corto della loro carriera – solo 26 minuti – e per la verità è musicalmente piuttosto vario. Per esempio Stab You In The Heart ha il classico giro rock’n’roll, mentre il ritornello di Sugar Youth e la conclusiva Graffitia riprendono un po’ il vecchio stile che li ha sempre contraddistinti (addirittura la prima ricorda She’s a Rebel).
I testi si discostano dalla politica, in qualche modo sempre presente nelle lyrics della band, e si concentrano su temi personali della vita di Billy Joe.
Stendiamo un velo pietoso sulla copertina, una delle più brutte degli ultimi 10 anni.

In tutto questo discorso, si può dire che Father Of All Motherfuckers sia un album da buttare? In realtà no, anzi. Penso che ci siano diversi brani validi, come per esempio tutti quelli citati finora.
Il problema è che se uno si vuole ascoltare gli Arctic Monkeys, si ascolta gli Arctic Monkeys, non i Green Day.
Sia chiaro, una band è libera di evolvere le proprie sonorità come vuole. Semplicemente a me questo cambiamento non piace perché li appiattisce e li fa assomigliare a mille altre band.

Anche se c’è chi dice che questo album sia un grande dito medio al contratto da 10 album con la loro etichetta. Se fosse così sarebbe una cosa molto punk. Chissà forse una piccola speranza c’è.

Frankie

Tracklist:
1. Father Of All…
2. Fire, Ready, Aim
3. Oh Yeah!
4. Meet Me On The Roof
5. I Was A Teenage Teenager
6. Stab You In The Heart
7. Sugar Youth
8. Junkies On A High
9. Take The Money And Crawl
10. Graffitia

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