Draw Power-intervista a Manuel Cossu (Manges)

Draw Power-intervista a Manuel Cossu (Manges)

Un onore intervistare il grande Manuel Cossu, batterista dei Manges e vero Draw Power del punk rock!

-Arturo Vega o Jamie Reid?

  1. Road to Vega.

-Che disco hai comprato solo perchè ti piaceva la copertina?

  1. “Dead man’s bones” la band di Ryan Goslyn e “trash zone” dei D.R.I.

 

-Qual’è il disco con la copertina più brutta che possiedi?

  1. Ho venduto molti dei miei LP, ho tenuto la collezione dei Ramones e i vinili dei Mummies. Lì in mezzo non esistono copertine brutte.

-Riusciresti a definire in poche parole il tuo “stile”?

  1. Maxi processo da cartone animato.

-Suppongo che tu abbia avuto diversi “maestri” o punti di riferimento, potresti raccontarci un “incontro” che ti ha cambiato la vita?

  1. Sicuramente la Skaletta è l’incontro che mi ha cambiato la vita, Jacopo Benassi, Lorenzo D’anteo e Federica in particolare. Tre persone a cui devo formazione e ispirazione. E importantissimo è stato l’incontro casuale a un semaforo di New York con Arturo Vega, per tutto quello che ne è conseguito. Leon Golub è il mio pittore preferito.

-Nei tuoi lavori vedo una fortissima urgenza di esprimerti: sono opere molto forti, nette, una sorta di pugno nello stomaco. Credo che darei la stessa identica definizione per una canzone punk rock. Tu cosa trovi di simile nelle due differenti passioni della tua vita (arte e punkrock)? Una influenza l’altra? In che modo?

  1. Le due cose sono collegate dall’odio per gli integrati, la simpatia per i disadattati, gli immigrati, i violentati, gli scioccati, i bullizzati.

-I tuoi lavori raccontarano spesso la sofferenza, l’imperfezione, l’anti eroe, che cosa ti attrae del mondo degli “sconfitti”?

  1. Non mi attrae, ci sono dentro per il semplice fatto che non sono in pace con me stesso. Questo ti fa soffrire, ti rende imperfetto. Hai perso, sei nel braccio della morte con una tuta arancione e una Bibbia.

-Spesso ritrai figure “religiose”, Madonne, croci, figure di Santi. Ancora una volta però le rappresenti in modo imperfetto, a volte sfigurato. Mi piace moltissimo questa tua voglia di rendere carne e sangue il mondo spirituale. Riesci a raccontarci che cosa pensi del rapporto tra realtà e spiritualità, tra la carnalità e la perfezione?

  1. Le immagini più forti che ho visto in vita mia sono i santini: Cristi e Madonne inseriti nelle peggio situazioni, su muri di ospedali, dentro le galere, sui polmoni d’acciaio e nei portafogli vuoti di chi ha perso tutto. Una delle persone più importanti della mia vita, il mio grande amico Marco, aveva una madonna che si era fatto tatuare in una delle tante carceri in cui è stato: era azzurra nera sbiadita, eseguita malamente su una gamba pelle e ossa. Era tutto imperfetto, dal disegno alla gamba, per me questa immagine ha rappresentato sin da subito carnalità, realtà, spiritualità e perfezione.

-Hai sempre sostenuto che il tuo vero punto di riferimento è Dee Dee Ramone, puoi raccontarci che cosa rappresenta per te?

  1. Dee Ramone è un cartone animato drammatico, uno che da bambino giocava con residuati bellici, che andava in altalena sognando di essere un pilota di caccia. Aveva la guerra nel sangue e tutta la sua vita lo è stata. Le dipendenze, la permanenza nei Ramones, uscire dai Ramones e diventare Dee Dee King, non sentirsi mai a casa, non sentirsi mai in pace, essere sempre in guerra. Nel 1994 ho visto un suo live solista, era il tour “dee dee ramone I.C.L.C”, con John Carco alla chitarra e Danny Lommen alla batteria. Il concerto più bello visto in vita mia, più dei live dei Ramones. Ti parlo di 40 minuti di fuoco, dove Dee Dee era davvero un soldato del punk rock, senza denti, pieno di tatuaggi era come un veterano dei Vietnam rimasto fuori dal mondo. Su quel palco faceva l’effetto di un animale forte, uno squalo, un coccodrillo, con la cicatrice sulla pancia e lo sguardo di sfida. Quella sera per raggiungere il teatro scese da un taxi con la chitarra in mano, sembrava un soldato con il suo fucile. Effetto Rambo. Prima di allora non conoscevo quella magia. Ecco cosa rappresenta: la MAGIA del guerriero.

-Nei Manges scrivi anche molti dei testi delle canzoni: spesso tiri fuori un mondo immaginario fatti di suggestioni prese dagli anni ’80, dai libri, dai film, dai fumetti. Spesso le canzoni appaiono “disegni con parole”? E’ così? Quanto dei tuoi disegni c’è nelle canzoni dei Manges e viceversa?

  1. Cerco di mantenere separate le due cose, band e pittura. Le ispirazioni sono le stesse nei due ambiti. Nei Manges più annacquate e diluite dato che ci si devono identificare anche gli altri del gruppo, inoltre Andrea per esigenze di metriche si trova spesso costretto a modificare qualcosa dei testi. Nella pittura non ho alcuna censura esterna, sono io l’unico censore di me stesso. Quadri vietati ai minori di 36 anni.

Grazie per l’intervista, Manuel

Grazie a te Manuel e grazie a Federica, per vedere i lavori di Manuel e contattarlo

https://www.facebook.com/federica.pantani.1

Grazie al solito El Chorizo per la collaborazione e per tutti i lavori aggratis che fa per i suoi cuggini (di irritatepeople)!

27tommy

Un pensiero riguardo “Draw Power-intervista a Manuel Cossu (Manges)

  1. Grandissimo Manuel, i tuoi lavori mi hanno sempre colpito, c’è dentro una potenza incredibile. Vero punk rocker!

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