AFI-Bodies-Rise Records

AFI-Bodies-Rise Records

Premessa: gli AFI del periodo Nitro Records mi avevano fatto (quasi) innamorare, davvero capaci di scrivere e esprimere in maniera convincente il proprio sound e il proprio mood attraverso EP e album davvero riusciti.

Oggettivamente, fino a Decemberunderground (ridendo e scherzando parliamo di 15 anni fa…) c’era poco da obiettare alla band capitanata da Davey Havok, che stava attraversando soluzioni stilistiche e compositive sempre di livello.

Poi… tre dischi uno meno incisivo dell’altro, un sound che strizzava l’occhio a non sono mai riuscito a capire bene cosa, insomma una band sinceramente messa nel dimenticatoio: troppa plastica, almeno per il sottoscritto.

Il nuovo album ‘Bodies’ (l’undicesimo in carriera per la band californiana), fuori per Rise Records, è anche o forse proprio per questo una piacevole sorpresa: intendiamoci subito, non siamo di certo ritornati ai giorni della Fenice (e mai ci ritorneremo, fidatevi), ma tutto l’album, tolti un paio di pezzi davvero “bubblegum punk”, si rivela fresco, d’impatto, piacevole e profondamente emotivo, insomma, un album con il trademark degli AFI!

L’opener ‘Twisted Tongues’ ha forse la pecca di essere un pezzo un po’ troppo lungo per essere la prima traccia di un album punk-rock, ma è davvero una grande canzone, con un super ritornello che ti si stampa in testa come  un timbro della security del Magnolia ti si stampa sull’avambraccio sudato a metà luglio.

In questo album le soluzioni stilistiche sono oramai sempre meno legate al riffing serrato di chitarra, gli arrangiamenti sono puramente rock’n’roll (‘Looking Tragic’ in questo senso ha un approccio quasi “british rock”) e anche in pezzi non particolarmente ispirati o di certo non indimenticabili (‘Dulceria’) la fortuna della band sta nella vocalità e nel timbro del frontman Davey Havok che alza nettamente il tiro e la “botta” delle canzoni.

Come già detto, ci sono un paio di episodi trascurabili: ‘Escape From Los Angeles’ sembra “Amore Disperato” di Nada nella versione fatta vent’anni fa e passa dai Super B, mentre ‘Death Of A Party’ potrebbe essere usata come sigla di lancio per il Tamagotchi 2.0 se qualcuno non ci avesse già pensato; pura e semplice “bubblegum music” che mi aveva fatto evitare i precedenti tre dischi.

Due parole sulla traccia che chiude l’album, ‘Tied To A Tree’: gli Ultravox facendo la retro con il tourbus hanno urtato il tourbus di Roger Waters che a sua volta è finito contro quello degli AFI … anziché la constatazione amichevole si sono seduti tutti insieme nel backstage e hanno fatto questa canzone.

L’ effetto Joy Division di tastierine e synth su molti pezzi, anche se non in maniera invasiva, me li rende alla lunga abbastanza indigesti, problema mio (a me i Joy Division piacciono pure, peraltro).

E’ un disco pieno di echi degli 80’s?  Assolutamente sì.  Funziona? Sì, anche se non dall’inizio alla fine.

Tolti questi dolori d’udito esclusivamente personali, ribadisco che ‘Bodies’ non è affatto male come nuovo album degli AFI, anche se sono certo che continuerò a andare a recuperare e rimettere sul piatto i vecchi.

Koppo

 

TRACKLIST:

 

  1. Twisted Tongues Death Of The Party
  2. Far Too Near No Eyes
  3. Dulceria Tied To A Tree
  4. On Your Back
  5. Escape From Los Angeles
  6. Begging From Trouble
  7. Back From The Flesh
  8. Looking Tragic
  9. Death Of The Party
  10. No Eyes
  11. Tied To A Tree

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