Social Distortion, Grade2 @ Carroponte, Sesto S.G. (Milano) – 30.05.2022
Lunedì è sempre dannatamente lunedì, in qualsiasi angolo del globo si risieda e in qualsivoglia periodo dell’anno.
È l’inizio della settimana lavorativa con annessi e connessi, ma il 30 maggio 2022 non sarà un lunedì come gli altri: al Carroponte inizia il tour europeo dei leggendari Social Distortion, rischedulato dopo l’inevitabile annullamento del 2020 e dopo il conseguente rinvio del 2021. Stavolta ci siamo… ammetto che sento fortemente il bisogno di incrociare di nuovo lo sguardo magneticamente torvo del signor Mike Ness dopo più di 10 anni (l’ultima volta in Italia passarono dal Live Club nel 2015 ma per lavoro non riuscii a esserci, con loro ero rimasto al famigerato Rock In Idrho del 2011).
Arrivo in zona Centro Commerciale SARCA alle 19:45 circa e dopo varie peripezie inutili, mi tocca inventarmi un parcheggio illegale ma senza arroganza (salita sul marciapiede e auto defilata a fil d’albero vicino al cancello di una fabbrica, lontano da sbirr… ehm da sguardi indiscreti). Irrompo nell’area del Carroponte a passo sostenuto e filo dritto sotto il palco: tempo di scrutare in giro velocemente se ci siano amici o conoscenti, ed ecco che i Grade2 sono pronti per iniziare a suonare. Purtroppo mi sono perso i Viboras e i Lovebreakers, dei secondi mi arrivano le note e la voce dell’ultimo pezzo, durante il tragitto dal “parcheggio” all’ingresso.
Due cose mi balzano subito all’occhio: la prima è che il Carroponte è ancora mezzo vuoto, tolte le prime 5/6 file di gente.
La seconda è che il pubblico, al di là dell’età media ampiamente over 35, non corrisponda esattamente a quello a cui sono abituato o che comunque mi aspetto di trovare a un concerto: arrivo dritto dritto alla transenna senza ostacoli né tantomeno qualcuno che si frapponga tra me e lei, ma dopo 5 secondi netti mi sento picchiettare sulla spalla … “scusa ma tu dove vai? Quello è il mio posto”.
Non sarà la prima né l’ultima persona che metterà in piedi un siparietto simile, purtroppo: siamo tutti lì per il concerto ma mi rendo conto che un buon 50% , almeno in prima fila, vuole solo farsi i selfie con il palco alle proprie spalle e qualcuno addirittura filmerà INTEGRALMENTE dall’inizio alla fine tutta l’esibizione dei Social D con il telefono in mano… tristezza infinita, mi fermo qua che è meglio.
I Grade2 a mio parere vengono ingiustamente bistrattati dalla gente, fatta eccezione per una ventina di fan tra cui anche qualcuno che se li è visti la sera prima a Magenta. Power trio che suona da paura, con un’intesa e un cuore grande così: una street punk band con echi di Anti-Flag che trascina e cerca di trasmettere il proprio flow… sono già una certezza, forse devono ancora creare i loro “pezzoni”, anche se credo che la loro dimensione ideale sia il piccolo club indoor e non il main stage del Carroponte. Ma, comunque sia, un live coi fiocchi.
Li rivedremo e sentiremo parlare di loro presto, molto presto (my 2 cents).
All’alba (si fa per dire) delle 21.40, con ritardo accademico di 10 minuti o poco più, ecco arrivare sul palco i Social Distortion.
Parte la strumentale ‘Road Zombie’ e dopo il primo giro con basso-chitarra-batteria ecco irrompere mr. Mike Ness (con bandana sulla faccia stile bandito, si vedevano solo gli occhi).
Rispetto al Punk In Drublic, i suoni da sotto il palco mi sembrano più caldi e “pieni”, è la prima data del loro tour europeo, non mancano grinta, né attitudine né passione, stiamo parlando di una tra le band storiche del genere e inizialmente a tutti va bene così.
Devo ammettere che man mano che la scaletta si snocciola, inizio (non solo io comunque) a storcere un po’ il naso per la mancanza quasi certa di pezzi che secondo me sarebbero oggettivamente fondamentali: ‘The Creeps’, ‘Mommy’s Little Monster’ e ‘1945’ per citare i tre più clamorosi.
A rincarare ulteriormente il magone da “carenza di hit clamorose”, parte una delle cose maggiormente inutili viste da quando sono ripresi i live: l’esecuzione di una cover becera. Dai Social D non me l’aspettavo e mi tocca confessarlo: mentre i ragazzi riproponevano ‘Wicked Games’ di Chris Isaak, ho avuto un senso di disagio diffuso (canzone tra le più ignobili di sempre, my 2 cents).
Pochi, sempre troppo pochi pezzi pescati da ‘Sex, Love & Rock’n’Roll’ (‘Reach For The Sky’ vale almeno metà prezzo del biglietto).
A una certa i “nostri” attaccano ‘Another State Of Mind’ e, con mio sommo sbigottimento, mi rendo conto che ¾ del pubblico al Carroponte quella canzone la conosca non proprio quanto meriti o addirittura non la riconosca come pezzo fondamentale non solo della band, ma di tutta una scena. La canteremo a squarciagola forse in 15… La serata volge al termine con le immancabili e allo stesso modo anthemiche (si potrà italianizzare così? Boh.) ‘Ring Of Fire’ e ‘Story Of My Life’.
Mike Ness ora ha il 95% del pubblico femminile ai suoi piedi, ma tolte le 4/5 frasi di routine dette durante lo show, finisce col defilarsi in breve tempo seguito dalla sua band. Professionale, intenso, carismatico, anzi MAGNETICO (rigorosamente in maiuscolo, per capirci). Ancora oggi mi fermo a ripensarlo su quel palco, del come possa essere possibile aver scritto un pezzo come ‘Don’t Take Me For Granted’ ma poi dal vivo ci si butti lì la one-hit-wonder di Chris Isaak. Ti voglio bene Mike, ma questa me la legherò al dito.
Menzione particolare per il banchetto merch ufficiale: di dischi neppure l’ombra, ma in compenso maglietta dei SD a 35,00 €.
‘na passeggiata di salute.
Koppo