Punk Rock Raduno (Day 2): Methadones, Huntingtons and more @ Edonè (Bergamo)
Macchina con l’ottimo Frankie (grazie che mi hai riportato a casa) di ritorno da Bergamo, mi prende una piccola tosse stizzosa, fingo indifferenza ma penso, oh cazzo! Cov…. non voglio nemmeno pronunciare ‘sta cazzo di parola. Entro in casa, continua questa minchia di tossettina… finché non sputo un kilo di sabbia. Soffio il naso. Stessa cosa. Beh, che figata!!!! Ecco. La vera novità di quest’anno al Punk Rock Raduno è stato il pogo, un pogo preso bene e ben fatto, non violento ma scatenato, un pogo in mezzo alla sabbia che tipo tre mesi di siccità han creato davanti al main stage dell‘Edonè e che mi sono ben ben respirato tutto a pieni polmoni e che ora sto sputando come un vecchio che fuma le nazionali senza filtro da 50 anni. Che figata!
Ritorniamo come al solito indietro alla partenza. Tristemente da solo (odio partire da solo per un concerto ma Skalos ha preferito i Rozzi a Villa Tittoni, mi dice perchè così tornerà presto ma mi manda l’ultimo messaggio alle due e mezza quando io sono già abbondantemente a casa…).
Skalos: la via dell’inferno è lastricata di…..
Ovviamamente la partenza è attraversata dalla tensione. La moglie deve andare al concerto degli 883 a San Siro e devo lasciare le figliole (che puntuali come un orologio svizzero si ammalano entrambe) dall’entusiasta suocera. Non trovo le parole per spiegarvi la sua espressione quando le allungo le pargolette ma vi dico che ci mancava poco mi mostrasse un coltello ben più lungo di quelli a me ben noti…
Suocera: occhi della tigre!
Un paio di birrette, stavolta in lattina (peccato perchè “è il vetro che spacca!” ma ho solo quelle a casa) e sono a Bergamo. La situazione è subito rallegrata da Premo e Berte Bad Frog, soliti amiconi (e minchioni) e da un tasso alcolemico che si eleva subito. Altri saluti a abbracci e arriva (dalla stazione a piedi, mezz’ora con 43 gradi all’ombra!) un freschissimo Frankie.
Frankie: keniota pronto per la maratona!
Inizia la performance di Geoff Palmer. Mi accosto al second stage e mi trovo davanti… un altro! Vero che non vedevo il buon Geoff dai tempi dei the Guts (dunque quella ventina d’anni…) ma lo trovo fisicamente esploso (mentre lo scrivo penso proprio che lo stesso potrebbe dire lui di me e dunque mi scuso…). Suona con il folletto Kurt Baker e la loro prestazione è davvero ottima. Hanno pezzi pop punk incredibili e melodie appiccicosissime; il buon Geoff, nonostante la stazza, ha mantenuto una gran voce; la sua poca mobilità è inoltre pareggiata da Kurt che si muove come un tarantolato, salta e coreggia alla grande. Peccato solo che il set sia lunghissimo, tipo 45 minuti (!) e a lungo andare si perda un po’.
Geoff: Winnie the Poo e il suo adorato miele.
Lungo passaggio ai banchetti vinili con saluti e acquisti vari (soprattutto da parte di quel vinyl cannibal di Frankie) ci accasiamo al tavolo bresciano per mangiare. Ci accorgiamo che il Raduno si è rapidamente riempito, tanto che i tavoli a disposizione del pubblico, tantissimi, sono tutti occupatissimi con gente che elemosina un posto per rifocillarsi (stessa scena del parcheggio antistante all’Edonè, imballatissimo).
Purtroppo la mia pizza tarda a palesarsi, nel compenso arrivano il festeggiato della serata, JJ che offre birrette a raffica e il mitico Reeko. Siamo costretti ad ascoltare mentre mangiamo la Stardumb All Star Band. Che cazzo, è davvero un’All star band coi controcazzi. Ox e Marel Lone, Wolf, Mikey Aper, e Ivo supportati alla voce da mille personaggi della storica e mitica etichetta di Stefen. Salgono sul palco Sebby Zatopeks, Andrea Manges, Stefan Eno, Merien Nicotine, Kurt e Geoff e addirittura Ricky Mera dei Retarded. Set impressionante con pezzi di Ramones, Manges, Zatopeks, ancora Ramones, Windoswill, Apers e Retarded. Pelle d’oca per la prova corale.
Stardumb All Star Band: the Rumble in the Jungle.
Tocca poi ai due headliner della serata Huntingtons e Methadones.
Tocca per primo alla band di Baltimora. Beh ragazzi, se qualcuno mi chiedesse “che cos’è il Ramonescore?” gli farei ascoltare una canzone degli Huntingtons. Credo che lo stesso Franz nel presentarli abbia usato la parola, per lui quasi vietata, Ramonescore (non ne sono sicuro ma piace pensare di averlo sentito).
Sono carichissimo perchè non avevo mai sentito i quattro dal vivo (non vengono in Italia da un’era geologica). Eh beh, che cazzo dire? Dice tutto il mega sorriso del mitico Tommi GB che si piazza sotto il palco al mio fianco e non smette di cantare a squarciagola, di abbracciare tutti e di ridere con quel suo riso coinvolgente… Il cantante Mike è più vecchio di quanto mi aspettassi e molto statico ma in quanto a movimento non c’è problema: il chitarrista Cliffy è davvero un idolo. Mai fermo, si lancia davanti al pubblico, lo incita, si piazza con la chitarra in faccia ai presenti, li indica, li cerca con lo sguardo… davvero un animale da palco! A fine concerto si fa sostituire alla chitarra nel pieno di un pezzo per lanciarsi in un gran stage diving con microfono (e asta) in mano… che figata! Chiudono, dopo High school rock, Jeannie hates the Ramones, Jackie is an atheist (lacrima), I wanna be a Ramone, Allisons the bomb con l’attesissima e invocatissima Pool Party che scatena un gran bel pogo entusiasta!
Huntingotons: Ramonia is here!
Cliffy: Monkey man
E poi… Methadones. Abbiamo già detto che Vapid è il miglior songwriter sulla faccia della terra, che i suoi pezzi andrebbero messi in un museo e che ogni volta che si pronuncia il suo nome bisognerebbe fare un atto di penitenza corporale? Beh Vapid è Vapid e fa… quel cazzo che si vuole. I ragazzi del Raduno l’anno capito qualche anno fa e continuano ad invitarlo: Riverdales, Cheats, Methadones, solo o con altri. Vapid spacca sempre il culo!
E allora via di In the house, Ammunition, You don’t know me anymore, fallin’ forward, So far away… Say goodbye to your generation: ma dove cazzo siamo? Che figata!
Devo dire che Danny e soci suonano un pochino appoggiati e non forzano mai il ritmo ma… averne di pezzi così!
Il pubblico è davvero coinvolto, si canta e si poga… e si poga davvero, non solo col cazzo di ditino alzato ma addirittura qualcuno toglie la maglietta e rimane a petto nudo come ai concerti di qualche anno fa.
Mi guardo intorno e per la prima volta da quando vengo al Raduno (cioè da sempre, non ho mai mancato un’edizione) vedo facce nuove sotto il palco. Sono Americani, tedeschi (tanti), olandesi, ho a fianco una scatenata spagnola (andalusa precisamente) e due pazzi credo svedesi. Cantano e pogano. E sono giovani. Si giovani cazzo. Non ragazzini ma per una volta non possiamo fare i vecchi lamentosi dei cantieri e dire “eh i giovani però non ci sono mai”. Questa è la speranza che mi porto a casa oggi. In Europa e nel mondo c’è gente che sbarella per gli Huntingtons e i Methadones. E sono giovani!
Methadones: certezza!
Pubblico: Thank you!
27tommy