Teenage Bottlerocket + Totale Apatia @ Legend Club, Milano | 26/02/23
L’uomo montone, backflip, bresciani, corde spezzate. Questi alcuni dei flash che mi vengono in mente pensando al concerto di domenica scorsa al Legend.
Ma andiamo con ordine.
I Teenage Bottlerocket hanno voluto omaggiare i loro fan mediterranei con un tour in Spagna e Italia di ben 11 date, di cui 3 nel Bel Paese. Quella del Legend di Milano era l’ultima data di questo mini tour, dopo Livorno e Ferrara.
Ciò che temevo, vista la grande partecipazione di pubblico alle date precedenti, era che quest’ultima fosse un po’ più scarica. A Ferrara addirittura c’erano 4 band ad aprire e un sacco di gente anche lontana era accorsa (giustamente) per non perdersi quella che mi hanno raccontato essere stata una grande festa. Devo dire invece che la partecipazione c’è stata eccome, a riprova che la band del Wyoming è riuscita negli anni ad accrescere la sua fanbase in modo importante.
A Milano l’unica band di apertura sono i Totale Apatia, dal 1997 da Brescia, come ci tiene a ricordare più volte Russu, il cantante e chitarrista, con il loro “punk meticcio”. Devo ammettere la mia completa ignoranza in merito alla band (mi ricordo forse un articolo sulla rivista Punk o Rock Sound una quindicina di anni fa) e alla sua discografia.
Nonostante i più di 25 anni di carriera, si percepisce che per i quattro lombardi suonare prima dei Bottlerocket e avere davanti un locale che pian piano si sta riempiendo è una grande occasione. L’intro di Ritorno al Futuro accoglie la band sul palco che inizia subito col turbo. Il loro entusiasmo diventa contagioso, tanto che, nonostante un inizio un po’ in sordina, la gente inizia a prendersi bene e a pogare, grazie anche all’apporto di un bel gruppo di bresciani belli carichi.
La band suona di fatto un punk rock che ricorda quello dei Derozer anche se le loro canzoni mi sembrano meno incisive. Buona prova comunque per la band, tirata avanti dal (più) giovane chitarrista Ventu (parole stesse di Russu) ma anche da Ringhio, il batterista, che è praticamente un secondo frontman.
I 40 minuti del loro set scorrono bene e la degna conclusione arriva con un paio di canzoni pestate che preparano l’arrivo degli headliner. Ultimo colpo di coda con l’evitabile cover di Blitzkrieg Bop con tanto di ospitata improvvisata di Sal dei Viboras/Rubber Room alla chitarra e un gasatissimo ragazzo con i capelli lunghi che praticamente si impossessa del microfono ma fa la sua porca figura.
I Teenage Bottlerocket salgono sul palco alle 22:30 senza effetti speciali: parte subito Semi-Truck, il brano di apertura dell’ultimo album, Sick Sesh.
Che dire dei TBR: il solito (in senso positivo) show super rodato in cui ogni membro ha la sua parte. Ray fa il cretino come al solito (da citare assolutamente i coretti cantati con la lingua mezza fuori), Kody sta sulle sue ma al contempo riesce a prendersi la scena, Miguel riproduce le solite facce e mosse assurde (si gratta la testa tipo scimmia, tiene il basso in equilibrio su una mano, ecc.) e Chewka… beh Chewka suona la batteria, ma lo fa maledettamente bene.
Setlist che pesca un po’ da tutti gli album (che ormai sono diventati 9!), un solo estratto dal penultimo Stay Rad (Everything To Me) e tanti dall’ultimo album che il pubblico conosce e canta come quelle più datate.
Verso la fine di Ghost Story, a Kody si rompe una corda e il chitarrista in tutta scioltezza, mentre sta ancora cantando, estrae le corde nuove dalla custodia, termina la canzone, cambia le corde e poi torna al microfono per cantare l’ultimissima parte della canzone: “Ghost Story cause I’m dead and you’re alive”.
Ora rubrica “Storie dal pit”, cioè dettagli da dentro il pubblico.
- L’uomo montone: in prima/seconda fila fisso c’era sto tipo bassettino con addosso un giaccone con pelo bianco ben allacciato. Potete ben immaginare che i gradi centigradi all’interno del pit invitassero a ben altro abbigliamento. Invece no: l’uomo montone impassibile attendeva di farsi imperlare la fronte da milioni di goccioline di sudore e non oso immaginare a fine concerto cosa avesse sotto la giacca. Una sola domanda: PERCHÉ!
- Backflip: ora citerò l’episodio ma non svelerò il suo protagonista (chi c’era sa, se vuole si farà vivo lui). Prendete un ragazzone alto almeno 1 metro e 85 e di corporatura massiccia. Ottimo. A costui viene la malsana idea di piazzarsi praticamente accovacciato sulle transenne, spalle al pubblico, e lanciarsi di schiena sul pubblico in maniera totalmente improvvisa. Nonostante la sorpresa e il peso non indifferente, la gente riesce a sostenerlo e a evitargli un trauma cranico. Dico solo una cosa: vorrei avere la sua fiducia verso il prossimo.
- Il molesto: vi ho raccontato del tipo con i capelli lunghi che ha cantato Blitzkrieg Bop. Ecco, lo stesso tipo anche durante il set dei TBR era preso particolarmente bene, direi anche troppo, visto che interrompeva ripetutamente Ray mentre diceva qualcosa tra un brano e l’altro. Per ben due volte Ray ha dovuto dirgli di stare zitto! A una sua invasione di palco, il molesto si è messo al microfono di Ray. Quest’ultimo per qualche istante l’ha fatto stare, poi gli ha fatto capire che doveva tornarsene giù. Per fortuna ha obbedito.
- Ah, a proposito di Blitzkrieg Bop, anche i TBR hanno suonato la loro versione. Così i Totale Apatia potranno vantarsi dicendo che una volta i TBR li hanno copiati.
Insomma serata all’insegna del divertimento e della leggerezza, come i ragazzoni del Wyoming ci hanno sempre insegnato.
Frankie