Houseghost – Self Titled – Rad Girlfriend Records, Cat’s Claw Records

Houseghost – Self Titled – Rad Girlfriend Records, Cat’s Claw Records

Band giovane, di recente formazione e con all’attivo soltanto un paio di singoli usciti due anni fa , gli Houseghost sono un trio chitarra/basso/batteria “come si facevano una volta” .

Questo loro primo EP omonimo, che esce per Rad Girlfriend Records (per il vinile) e Cat’s Claw Records (per la cassetta), è dunque l’esordio discografico a tutti gli effetti.
I tre ragazzi arrivano da Dayton, Ohio , che parlando di musica alternativa è già una garanzia, quasi un marchio di fabbrica che mi invoglia ulteriormente a spararmi in cuffia il loro debutto (tre band tra le mie preferite provengono dall’Ohio: Devo, New Bomb Turks, Gaunt).
Chitarrista e bassista sono fratello e sorella , entrambi cantano, dimostrando un’intesa che porta le parti vocali principali a raddoppiare e intrecciarsi attraverso cori e seconde voci davvero fatte bene e spesso molto ‘catchy’(‘Hazel’, ‘Darling’).
Se è vero che ‘Deep Inside Your Heart Of Hearts’ potrebbe benissimo trovarsi su un disco dei Longshot di Billie Joe, ci sono pezzi non così derivativi, davvero azzeccati e che dimostrano una gran bella personalità (‘No Fun Summer’ è un singolone pop-punk con tutti i crismi del caso).

Una cosa che mi piace e che mi colpisce particolarmente in questa “opera prima” è la percezione di un approccio molto old-school, sicuramente debitore dei primi anni ’90 , che ha il merito di contestualizzare tutto l’album come un disco davvero punk-rock al 100%… chitarre, basso, batteria, voci .

Niente diavolerie sovraincise o iper-prodotte, questo è un disco dall’attitudine live, suonato come lo suonerebbe la band su un palco: dritto, urgente, spensierato, sincero.
Nessun pezzo appare costruito a tavolino o troppo forzato (a eccezione forse del brano che chiude il disco, quella ‘Yellow Wallpaper’ che mi dice poco e che mi risulta un po’ fuori quadro rispetto al resto); ogni brano scorre via che è un piacere, sicuramente un disco fresco da sottoporre a molteplici ascolti senza alzare troppo l’asticella dell’aspettativa, ma che risulterà coinvolgente, ben strutturato e orecchiabile senza essere smaccatamente pop o marcatamente prodotto (anzi).

I testi rimandano spesso e volentieri a elementi o tematiche peculiari dell’horror, forse per questo la band cita i Misfits come una tra le principali ispirazioni, oltre alle Sleater- Kinney , scelta quest’ultima assolutamente non banale per una band così giovane.
Considerato che questo è un debutto, per gli Houseghost vedo enormi potenzialità, margini di miglioramento e interessanti prospettive per il futuro (cit. Artemio).
Li aspetto con il primo full-lenght o con il prossimo EP, secondo me sono una band che può riservare delle sorprese.

Koppo

TRACKLIST
1. Book Of Shadows
2. Darling
3. No Fun Summer
4. Hollow Hallway
5. Marceline
6. Zozo
7. Houseghost
8. In A Box
9. Hazel
10. Deep Inside Your Heart Of Hearts
11. Widdershins
12. Turn To Dust
13. Yellow Wallpaper

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *