Quarantena – Scrivo il Niente (Duff Records, Gasterecords, Professional Punkers, Burning Bungalow, Scatti Vorticosi, Last One To Die ed Ostia Records)
Avevamo appena finito di parlarne ed ecco che invece torna attuale, ma tranquilli, non è quella che abbiamo imparato ad odiare negli ultimi due anni. Questa, di Quarantena, ha un sapore tutto diverso.
Questo infatti è il moniker scelto in tempi non sospetti da quattro bellimbusti di Mondovì, neanche troppo piccolo angolo di Piemonte, nell’ormai lontano 2005.
La magia nasce in provincia, disse qualcuno una volta, e credo che anche la storia dei Quarantena ne sia in un certo senso una controprova: quattro album all’attivo, una carriera di tutto rispetto nell’underground italiano, il portare avanti con successo determinati messaggi che hanno fatto nascere rapporti e amicizie arricchendo la scena… insomma: roba di cui andare molto fieri.
Scrivo il Niente, ultima fatica della band, è un altro tassello del fortunato filone Bagnacauda-Core, che negli ultimi anni ci ha fatto cantare a squarciagola con gente del calibro di Madbeat e Bull Brigade e credo che non farà per niente temere il confronto alla band Piemontese.
Qui si suona del buon vecchio graffiante PunkRock, punto. Ma c’è anche di più.
Si tratta di un album ben fatto, volutamente prodotto per suonare con sound stradaiolo e diretto che mi ha davvero convinto. A dirla tutta, non mi è sembrato di cogliere particolari trovate dal punto di vista di suoni e produzione, ma il complesso che ne è venuto fuori l’ho trovato estremamente coerente; adatto a quella che è l’attitudine della band, ai messaggi proposti e, soprattutto, al punto di vista dal quale questi vengono veicolati e alle situazioni di cui si parla nei brani.
I Quarantena sono dei regaz: credo che ascoltando per bene il disco non ci si possa che riconoscere intenti a tormentarsi nei medesimi interrogativi o nelle situazioni cantate nei testi. Dico per bene perché in tutta onestà ho fatto un po’ fatica a farmi coinvolgere dal songwriting al primo ascolto: la band sceglie spesso e volentieri di parlare di argomenti non esattamente immediati e mediamente complessi ricorrendo a testi non sempre diretti e da ascoltare più volte.
Dal punto di vista stilistico, non ho nulla da dire: i ragazzi secondo me sono riusciti ad imprimere la loro impronta all’interno di un genere che spesso è un po’ la macchietta di se stesso. Confesso che in alcuni passaggi mi hanno fatto pensare anche un po’ ai Beatsteaks, con sommo gaudio.
Completano l’opera un numero interessante di featuring del calibro di Olly Riva (che ha partecipato anche alla produzione del disco) e Carlame, ma a mio avviso il più azzeccato e apprezzabile di tutti è quello col sassofonista piemontese Simone Garino nel brano Vicolo Miracoli: davvero una trovata di stile che mi ha divertito tantissimo.
Il disco esce per Duff Records, che diffonde il formato digitale, mentre il vinile è distribuito in giro per il Paese da un esercito di label di tutto rispetto: Gasterecords, Professional Punkers, Burning Bungalow, Scatti Vorticosi, Last One To Die ed Ostia Records in una unica bella variant bianca.
Disco decisamente promosso, spero di beccarmeli in giro al più presto.
Reeko
Tracklist
- Abisso (ft. Olly Riva)
- Il Cielo è qui
- 13 Gennaio
- L’epoca dei Robot
- Scrivo il Niente
- Montagne e Maree
- Genua Abscondita (ft. Discomostro)
- Vicolo Miracoli (ft. Simone Garino)
- Rousseau
- Addio all’Occidente