Intervista ai Bull Brigade

Intervista ai Bull Brigade

Siamo riusciti ad infilarci in mezzo alla fittissima agenda di una band che, soprattutto da qualche anno a questa parte, non ha bisogno di presentazioni. Ecco la nostra chiacchierata coi Bull Brigade!

 

  1. Dall’uscita de Il Fuoco non si è Spento si è aperto un periodo molto intenso per i Bull Brigade: il disco è andato molto bene e questo vi ha portato a suonare dappertutto, a svariate collaborazioni e molto altro ancora. Puoi raccontarci un po’ come avete vissuto questo ultimo anno e mezzo? Quali sono stati gli aspetti più positivi e quali quelli più negativi, se ce ne sono stati?

Ciao a tutti e grazie!

In quest’anno e mezzo sono successe molte cose appunto. Abbiamo girato un sacco di posti, tornati in un sacco di posti, conosciuto un sacco di persone e stretto nuovi legami. Con alcuni di questi abbiamo dato vita a collaborazioni di cui andiamo fieri, come per esempio il feat. con Egreen su “Il fuoco non si è spento” concependo “Il fuoco reload”. Aggiungo la collaborazione con Zerocalcare tra le altre cose. Quest’anno abbiamo avuto l’onore di sentire uno dei nostri nuovi pezzi suonare su una serie TV di un colosso della comunicazione come Netflix, giusto appunto sulla seconda e nuova stagione di Zerocalcare, “Questo mondo non mi renderà cattivo”. Come vedi sono più gli aspetti positivi che quelli negativi! Anche perché, per quanto riguarda il lato negativo, forse, potrei soltanto parlarti della stanchezza e delle molte ore di sonno arretrate a cui siamo, inevitabilmente, andati incontro. Tutti noi lavoriamo al di fuori della musica, e posso dirti che la sveglia del lunedì mattina (dopo essersi sdraiati solo un paio d’ore prima, dopo lunghi viaggi interminabili di rientro) equivale ad una martellata nelle parti basse! Tutto questo spalmato in un anno e mezzo di tour. Ed ecco che ti ritrovi a dimenticare, ad esempio, il telefono nel frigorifero o follie simili! Scherzi a parte, tutto questo è frutto di molti anni di gavetta. Come potremmo, oggi, immaginarci una vita diversa?!

  1. Parlando delle vostre collaborazioni, le più fresche sono quelle con Egreen, Menagramo e Frammenti: come sono nate? C’è qualche retroscena o curiosità che puoi raccontarci in proposito?

Sono tutti artisti con i quali abbiamo condiviso percorsi molto densi ed importanti… i Frammenti erano proprio uno dei gruppi che ci hanno accompagnato nei nostri giorni migliori… i Menagramo una piacevole scoperta degli ultimi anni, mentre Egreen è un mostro sacro della scena underground.

  1. Di recente siete comparsi nella nuova serie animata di Zerocalcare e ovviamente ne sta parlando mezzo mondo. Il pezzo che suonate nelle scene in cui comparite è Sommersi ed accompagna un momento abbastanza delicato della storyline. La scelta di questo brano, secondo noi azzeccatissima, è stata una sorpresa per voi oppure avete partecipato attivamente alla fase di realizzazione dell’episodio?

In realtà no. Mi spiego: con Michele siamo amici da molti anni, prima di coinvolgerci nel progetto ci siamo giustamente confrontati e ci chiese semplicemente se poteva inserire “Sommersi” nella sua serie. Ovviamente tutti noi eravamo entusiasti e, non pensandoci due volte, abbiamo accettato la proposta. Quindi, per rispondere alla tua domanda, è stata una bellissima sorpresa per tutti noi!

  1. Oltretutto Michele non ha mai fatto segreto di essere un grande fanboy dei primi 883. Soprattutto dopo il vostro ultimo album, sembra che per tematiche, espedienti narrativi e facilità con cui ci si riconosce nei vostri testi molta gente vi consideri gli 883 del punkrock: vi ritrovate in questo paragone?

Si, abbiamo captato anche noi questa affermazione del tutto ironica nei nostri confronti! Non saprei come risponderti perché a primo impatto ti direi di no, non ci ritroviamo in questo paragone. Ma poi pensandoci bene chi di noi, almeno una volta nella vita, non ha mai cantato in coro con gli amici ritornelli come quelli di “Con un deca” o “Gli anni”?! In fondo si può dire che siamo figli anche noi di quella generazione!

  1. Parliamo un po’ di Strade Smarrite. Recentemente il disco è uscito in versione rimasterizzata in occasione del suo quindicesimo compleanno: com’è stato tornare a confrontarsi con le sensazioni e i tormenti che avete messo in quel disco dopo tanto tempo?

È stata una bella esperienza, come rivivere tutte quelle piccole emozioni che hanno contribuito alla scrittura del disco. Quindici anni fa eravamo tutti più giovani e gasati per ogni cosa, come appunto vivere la nascita di un qualcosa di nuovo, come gli stessi Bull Brigade ed il loro primo disco. Ecco, risuonare quelle canzoni dal vivo ci ha fatto rivivere la nostra adolescenza.

  1. Alla produzione del disco avevano partecipato anche alcuni nomi importanti della scena streetpunk e hardcore italiana come Marco Balestrino (Klasse Kriminale) e Saverio Sgaramella (Woptime/Concrete Block). Cosa vi portate dietro di quell’esperienza, considerando anche il fatto che all’epoca non eravate certo i Bull Brigade di oggi? Essendo anche due personaggi non facilissimi, durante i lavori il clima è sempre stato sereno oppure sono volate le gomitate e avete dovuto dividerli?

Erano anni in cui vivevamo e ragionavamo in maniera molto diversa, ma sicuramente avere due persone di esperienza come Marco e Save ci ha dato una grossa spinta. Di Marco ricordo la presenza in sala prove durante la stesura dei brani, di Save ricordo la consulenza su amplificatori e microfoni da utilizzare. Sono due giganti che si conoscono da una vita… non li ho mai visti litigare.

  1. Motorcity Produzioni è il vostro collettivo, avete organizzato per la fine di Luglio un bell’evento al Bunker di Torino dove hanno suonato anche i Murphy’s Law e c’è stato un workshop del già citato Zerocalcare. Anche se parliamo di una piazza un po’ diversa, la cosa ci ha fatto pensare alla storia del film Margini in termini di sbattimento e successo del pensiero DIY: come vedete la situazione di questa corrente, che sembra essere, a conti fatti, una delle poche cose che accomuna vecchi e nuovi punk?

Il DIY è una delle strade più difficili da percorrere ma anche la più gratificante. I Bull Brigade negli ultimi anni hanno dato dei segnali molto importanti in questo senso, speriamo vi sia qualcuno in grado di coglierli. Con la nostra squadra abbiamo aperto e mandato sold out biglietterie a Torino, Milano, Berlino e Bologna… tutto questo senza l’aiuto di nessuno. Adesso possiamo andare in giro a suonare i benefit con la consapevolezza del valore di quello che mettiamo sul tavolo che è anche certificato.

  1. Non vogliamo chiudere con la solita domanda sui prossimi piani dei Bull Brigade (beh…se vuoi spoilerarci qualcosa non è che ci fa schifo comunque…LOL) quindi, dato che Irritate People è un luogo dove ci si deve sentire liberi di esprimere sempre il proprio punto di vista senza troppe remore, vogliamo lasciare anche a te un piccolo spazio liberatorio: se vuoi toglierti un sassolino dalla scarpa o mandare un qualsiasi altro tipo di messaggio che ti sei sempre tenuto dentro, sei finalmente libero di sparare fuori tutto! Vai!

Francamente non ho molti sassolini da togliermi dalle scarpe, ho sempre dato poco peso alle opinioni degli altri… specialmente quando riguardano le scelte o l’operato dei Bull Brigade. Alle nuove generazioni dico di non avere paura e di puntare sempre al massimo, di darsi degli obbiettivi e di battersi ogni giorno per raggiungerli. Apritevi e provate a capire quanto vale il vostro gruppo quando è headliner… ricordatevi che sotto alle 150 persone il benefit lo stanno facendo a voi quelli che vi invitano a suonare, e non viceversa. Alzate il livello e vedrete che vi toglierete delle grosse soddisfazioni.

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