Punk In Drublic Festival 2022 @ Carroponte, Sesto San Giovanni (MI) | 22/05/22

Punk In Drublic Festival 2022 @ Carroponte, Sesto San Giovanni (MI) | 22/05/22

Il countdown nelle nostre teste era già partito almeno da un paio di settimane: dopo quasi 3 anni (!!!) i Nofx sarebbero tornati a suonare in italia, accompagnati da quel carrozzone ormai ben noto, il Punk In Drublic Festival.
Se penso che la prima edizione italiana di questo festival nel 2018 aveva avuto come location italiana il Circolo Magnolia e c’erano state un sacco di persone che si erano lamentate per spazi angusti, zanzare, overbooking e carenza di merch… quasi mi scappa un sorriso.
Come diceva Rutger Hauer? “ ho visto cose…” ecc ecc… Ecco.

Lo squadrone di Irritate People si presenta sul campo del Carroponte alla spicciolata, con le due ali Reeko e Frankie larghe sulla fascia con numerosi inserimenti centrali nel pogo, il regista nonché capitano Tommy a tutto campo con un’evidente ansia di prestazione per il Milan, mentre Koppo si piazza sottoporta (sottopalco) da centravanti rapace pronto a cogliere movimenti, cambi palco, accordature e scalette, con lo scopo in primis di godersi concerti e band, ma anche per raccogliere impressioni e pareri dei presenti in un personalissimo (e dunque contestabilissimo) live report.
Proprio per la contemporaneità dell’ultima di campionato della Serie A Tim (non Armstrong purtroppo) a pochi chilometri di distanza dal Carroponte, useremo una modalità da quotidiano sportivo per raccontarvi questa seconda edizione del Punk In Drublic.
L’affluenza si rivela quella delle grandi occasioni, con gli Ignite (più o meno a metà giornata) siamo già arrivati ben oltre il migliaio.
Si parte:

PINC LOUDS
One man band, voce stridula e chitarra acustica con effettistica varia, vestito da geisha con un retrogusto di Liù Bosisio con bigodini nel secondo tragico Fantozzi, onestamente ai più e soprattutto all’inizio (con un Carroponte relativamente vuoto) è sembrato fuori luogo.
Invece, bisogna ammettere che l’indubbia originalità della proposta ma soprattutto un’innata capacità di prendersi il palco e tenerselo, alla lunga abbiano fatto esprimere consensi quasi unanimi per lui/lei/asterisco/schwa.
E poi noi a Milano abbiamo i Legnanesi, non so voi ma sinceramente mi tengo stretto Pinc Louds, anche perché a fine concerto ci dice che tornerà molto presto con la band e credo vada assolutamente rivisto, magari in un locale al chiuso, più adatto a una proposta del genere.
LOVE ME GENDER

DAYS ‘N’ DAZE
Conosciuti da tempo ma non ancora visti dal vivo per coincidenze astrali negative, hanno dalla loro (e si capisce dopo pochissimo) un bagaglio di problemi tecnici e di sound che accompagneranno la loro performance quasi interamente.
La trombettista/cantante Whitney mette subito in chiaro che è rimasta quasi senza voce nonostante si sia imbottita di pastiglie (ops), il frontman Jesse ha il braccio destro parzialmente ingessato, Meagan sembra abbia aperto la raccomandata con le date arretrate del mutuo appena prima di salire sul palco, vitalità stile Weekend Con Il Morto.
Matt e il suo contrabbasso avranno problemi di volume, “pasta” e equalizzazioni varie praticamente fino alla fine dello show.
Eppure… la performance spacca decisamente tutto e di fatto apre realmente il festival dal punto di vista della partecipazione: un nutrito gruppetto di punk tutti con le Doc Martens, vestiti da punk con le toppe sui loro giubbetti punk ma anche sui cappellini punk che coprono i loro capelli coloratissimi da punk, che si atteggiano (indovinate un po’) da veri punk sbraitando malamente tutti i loro pezzi più e meno famosi, ci fa capire che la band è già piuttosto nota anche da noi e molti pezzi sono oramai quasi degli anthem.
DAZE AND CONFUSED

THE BOMBPOPS
Una ragazza molto carina che sembra uscita da un reboot per Netflix di ‘Beverly Hills 90210’ qualche anno fa ha messo in piedi una band.
C’è un batterista bravissimo che fa spavento, talmente bravo che al terzo pezzo pensi quante band potrebbero aver bisogno di uno così, invece di stare nei Bompops a inventarsi bacchette roteanti, controtempi, fill difficili e varie pur di non annoiarsi troppo.
Sì, perché loro sono una band noiosa. Funny, fors’anche, ma terribilmente “flat”.
Sanno suonare e pure bene, ma il songwriting è una pecca assoluta.
La mezz’ora più noiosa del festival.
WAKE ME UP WHEN SHOW ENDS

PULLEY
Giù il cappellino (rigorosamente da baseball).
Signori, sono passati 84 anni… no scusate, questa è la vecchia di Titanic.
Sono passati 20 anni. Da Bologna nel 2002 sotto il sole cocente a Milano nel 2022, sotto una cappa nuvolosa mista a smog e afa in un cocktail che solo a Milano sanno farti come si deve.
Scott Radinsky sale sul palco con la maglietta di Maximum Rock’n’Roll e capisci che certa gente l’attitudine forse ce l’aveva già nel biberon: il secondo pezzo in scaletta è “The Ocean Song” e capirete anche voi che è inutile dilungarsi, di cosa stiamo parlando?
Qualche problema tecnico soprattutto alle chitarre anche per loro, ma la consapevolezza di essere scesi in campo con la classe dei veterani e quella manciata di canzoni che se ascoltiamo questa musica ovviamente conosciamo, riconosciamo (c’è da dire che spesso Scott le reinterpreta e le diversifica localmente) e sbraitiamo con gli occhi al cielo mentre sullo sfondo si staglia il loro banner in bianco e nero, semplice ma di grande impatto, essenziale, diretto. Un po’ come sono sempre stati loro.
STRIKE EVERYWHERE

TALCO
E pensare che secondo Pollon serviva a darti l’allegria.
Purtroppo, a discapito di una compattezza nel suono e un’autoconsapevolezza di saperci fare sia come tenuta di palco che come fanbase, con loro non ce l’ho fatta. Dopo circa 10 minuti abbandono la transenna per (credo) la sesta volta in vita mia durante un festival.
Massimo rispetto, ma se chiudevo gli occhi mi ritrovavo fuori dal liceo Weil a Treviglio nell’autunno del ’97, in piena occupazione, con le band di protesta che strimpellavano nei sottoscala o nelle palestre. Quei testi, quell’attitudine, quel senso di appartenenza.
Not my cup of tea, mi dispiace.
VENEZIA CITY RAMBLERS

IGNITE
Non essendo mai stato un fan sfegatato della band, il tour con il nuovo cantante Eli Santana mi incuriosisce senza alcun preconcetto.
Se con Zoli avevano una sorta di guru, un’istituzione sul palco, con Eli la band ha trovato un frontman al 100%: azione, passione, grinta, sentimento, trascinante fin da subito, con un crederci a livelli stratosferici.
è un po’ come la Juve quando vendette Zidane e prese Nedved: due fuoriclasse, diversissimi in tutto e per tutto, ma si faceva risultato e la si portava a casa.
ROCK’N’ROLL IGNITE

ME FIRST AND THE GIMME GIMMES
Spike sale sul palco, prende l’ukulele, canta e suona ‘Meraviglioso’ di Domenico Modugno, una delle canzone più belle della musica italiana. Poteva anche già finire lì e giù tutto il Carroponte.
CHORUS VERSE ALL STAR

PENNYWISE
Solita macchina da bpm con divertimento, presa bene, singalong e coscienza sociale.
Non avremo più una band come loro nell’hardcore punk, facciamocene una ragione.
Se gli Avengers avevano un Hulk, i Pennywise hanno un Fletcher. Il fonico da palco gli regola per due volte il volume della testata, lui torna lì e lo ritocca verso l’alto, alla terza il fonico incrocia il suo sguardo, si guarda attorno sconsolato e fa finta di niente.
Il momento più alto del festival secondo me è loro: eseguono (purtroppo solo fino al primo ritornello) una cover dei Sublime, quella ‘Same In The End’ contenuta nella compilation tributo della band, “All The Love We Found” uscita quasi vent’anni fa.
L’ho cantata con le mani tra i capelli e gli occhi lucidi.
DO WHAT YOU WANT (hanno fatto anche questa)

NOFX
Salgono sul palco con tutta la flemma del mondo, ma sembrano davvero vogliosi di fare lo show.
Partenza diesel, ma aggiustano subito la quadra con la preistorica ‘Day To Daze’ e da lì in poi sarà la consueta routine di classe per Fatty e soci. Di chicche ce ne saranno altre due: ‘Falling In Love’ ovvero uno dei loro migliori pezzi in assoluto secondo me, sentito live al Carroponte per la terza volta (su 34 concerti) e ‘Herojuana’ che mancava da qualche tour.
Nota di colore: calze con bandiera sudafricana e maglietta di ‘Dark Side Of The Moon’ dei Pink Floyd per El Hefe.
Fat canta ‘Chewbacca’ anziché ‘Fletcher’ in ‘The Separation Of Church And Skate’ e il chitarrista lo guarda sogghignando, poi a una certa recupera una scarpa piombata sul palco, ci versa dentro da bere e obbliga Mike a berci direttamente con la bocca.
Durante lo show definiscono Milano ‘La Firenze d’Italia’, Fatty dice che non ci ama ma gli piacciamo, Smelly pare sia raffreddato ma va anche più veloce del solito.
Dedicano ‘Whoops I Od’d’ a Taylor e arriva il magone, assieme a qualche goccia di pioggia.
VERBAL ABUSER

Note a margine:
sono entrato al Carroponte con l’idea di non prendere nulla da mangiare né da bere preventivamente per scelta e per non rischiare, sono stato purtroppo preveggente: due casse, tre spine della birra e tre chioschi per almeno 2500 persone. 50 minuti tempo attesa medio per essere serviti.
Prezzi del merchandise alzati a livello esponenziale, una volta usciti non si può rientrare e tante altre belle cosette all’italiana.
Va bene essere nelle mani del Destino… ma così forse è un po’ troppo.

Koppo

2 pensieri riguardo “Punk In Drublic Festival 2022 @ Carroponte, Sesto San Giovanni (MI) | 22/05/22

  1. Mamma, quanta cazzo di gente c’era? Era il ritrovo di tutti dopo la pandemia. Bellissimo (e gigantesco) pogo senza nessuno che aveva voglia di rompere il cazzo.
    PennyWise vincitori della serata, NOFX bene anche se avrebbero potuto suonare di più

    Organizzazione tremenda!

  2. Dopo la pausa pandemica avevamo davvero bisogno di un evento come il punk in drublic per prendere una boccata di buon punk.
    Vorrei però sottolineare i due più grandi difetti che ho riscontrato nel festival (e che non riguardano in nessun modo le band):

    -prezzi del merch davvero poco punk, un cappellino 35€? Ma dai!?

    -organizzazione servizio bar imbarazzante, oltre un ora di fila per una birra, i pennywise li ho sentiti interamente mentre facevo la fila per un panino.

    Ospitate un festival punk e mettete 2 casse e 4 spine? Só le basi!!!

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