OLTREROCK FESTIVAL – Bad Frog + Finnegans + Jagwari

OLTREROCK FESTIVAL – Bad Frog + Finnegans + Jagwari

Il buon Dan ci prende gusto e ci racconta un’altra bella data dei beneamati Bad Frog.

Quando chiedo dove si trovi Castana, mi viene risposto da tutti che è appena sopra Broni, come se fosse conoscenza di base comune, e io fossi l’unico ad essermi perso questa parte di lezione di geografia di prima elementare.
A parte che, per me, già “Broni” esisteva solo come insegna sui pullman che vedevo quando giravo da perditempo a Pavia ai tempi dell’università.
Mica poteva essere qualcosa di reale “Broni”: per forza di cose doveva essere una di quelle scritte che gli autisti impostavano sui propri mezzi non potendoci mettere “scemo chi legge” o “bevi come un toro”.
Figuriamoci se potevo sapere dell’esistenza di “Castana”.
E invece, dato che anche questa volta mi sbaglio, decido di buttare la domenica sera alla ricerca di questo posto fiabesco nell’Oltrepo’ pavese.

Arrivarci, a Castana, implica per il sottoscritto un impegno non indifferente: appena dopo esser giunti a Broni e aver confermato che quindi si tratta di una cittadina realmente esistente, la strada si fa in salita, e anche se non ci sono tornanti veri e propri, il mio soffrire di vertigini non è per nulla d’aiuto.
Al secondo cartello in 150 metri che indica un restringimento della carreggiata, dal profondo del cuore, mando a fare in culo quella parte di me che ha pensato che sarebbe stata una gran bella idea passare la domenica sera in questo modo.

Poi fortunatamente ricordo che se sono sopravvissuto alla salita (e alla discesa) da Villa Vergano a Consonno per l’Historical organizzato da quei folli di Sbanda Brianza, allora si può fare tutto, e quindi facendomi coraggio riesco a giungere in poco a destinazione.

L’Oltrerock è un festival nato solo nel 2023, ma non per questo da snobbare: è anzi nostro compito supportare al nostro meglio la scena underground il più possibile!
Oltretutto gli head liner sono nomi di tutto rispetto: per lo scorso anno figurano i Matrioska (accompagnati dai “Lobello” (!!!) e “Youngest”), mentre per questa edizione, dove le serate di musica sono due, troviamo per il sabato i Gazebo Penguins (più “Scumma do Mar” e “Yngst” (ma siete gli stessi dell’anno precedente con il nome devocalizzato??) e per la domenica i Bad Frog (preceduti da “Jagwari” e “I Finnegans”).
(Io lo chiedo eh, con tutto il rispetto sia chiaro, ma fare venerdì e sabato invece che sabato e domenica era così da stronzi?)

Dico questo perché, il mio personalissimo e individualissimo pensiero, una volta giunto all’interno dell’area del festival, è che si senta proprio che è domenica sera. Si percepisce nell’aria e si vede nelle facce delle persone. Quelle stesse sensazioni e quelle stesse espressioni che si avevano dopo aver visto le sintesi delle partite su 90° Minuto. E’ domenica sera. Punto.
Però c’è da dire che i ragazzi dell’Oltrerock si sbattono come non ho visto fare in altre situazioni più conclamate: attentissimi per tutta la durata dell’evento e veloci nel gestire i cambi palco, senza dimenticare che hanno organizzato tutto in modo da permettere al pubblico pure di mangiare, bere e sedersi comodi stando non troppo lontani dal palco e godersi quindi lo show. (E che l’ingresso è a offerta libera).
Bravi!

Mentre prendo il primo birrino della serata i Jagwari eseguono l’ultima loro canzone.
Ho ascoltato troppo poco per potermi esprimere con imparzialità su di loro, quindi quello che dirò sulla loro prestazione è ciò che capitava fin troppo spesso nelle mie interrogazioni di matematica al liceo: scena muta. Ci si vede al prossimo giro!

Tempo 10 minuti e “I Finnegans” sono pronti con il loro primo pezzo. I brianzoli “fanno” (anche se io non capisco che cosa, ma ecco, questo è quello che posso dire, “fanno”).
Hanno dei pezzi che mi trascinano da dentro il petto a volermi buttare nella mischia, altri che invece non mi prendono per nulla. Però loro sono lì, sul palco, e la gente che li guarda da sotto canta i loro brani.
Poi (sfortunatamente) la mischia in realtà non è che ci sia davvero: l’ho già detto che è domenica sera?
Indipendentemente da questo, la band suona con lo stesso trasporto di chi lo fa davanti a migliaia di persone, e questo è lo spirito giusto!
Sicuramente andrò a informarmi meglio su di loro.

E poi c’è sempre lo staff dell’Oltrerock che, nel prepararsi al successivo cambio palco della serata, viene pure a chiedere alla band successiva (i Bad Frog) quali canzoni vogliono sparare in diffusione durante il cambio-palco: attenzioni da spa delux tutto compreso con happy ending!

Proprio in quel momento sono seduto accanto al Toro di Codogno, il quale mi coinvolge nella scelta dei pezzi. A tavolino indichiamo:
Frullatore – Discomostro
The Coolest Story Ever – Enthused
Ansia – Bull Brigade

(n.d.r.: di questa selezione partirà solamente “Frullatore” per ben due volte e poi qualcosa a random che non ho riconosciuto. Grande Prem! Chissà cos’hai toccato sul cellulare del ragazzo dello staff che ti aveva lasciato carta libera! Non gli avrai mica scaricato Tinder??”)

Mentre I Finnegans arrivano alle ultime battute e gli Scienziati di Codogno si apprestano a salire sullo stage, mi dirigo verso i bagni, e, per non farmi mancare nulla in questa serata, resto in coda con altri due malcapitati per una decina di minuti, solo perché il primo della fila non ha bussato alla porta del bagno che credeva fosse occupato ma che di fatto in realtà era libero…

La prestazione del quartetto di Codogno è D A M A N U A L E ! ! !
Un po’ forse perché partono tardissimo (sono già le 23 e 15), un po’ forse perché con voglia di rivalsa dopo il live non impeccabile del venerdì prima a Spinone al Lago, ecco che allora scaricano una canzone dietro l’altra come se non ci fosse un domani, e tutto d’un fiato arrivano a metà scaletta senza sembrar accusare la fatica o il caldo o quant’altro.
Sto forse assistendo a uno dei miglior live dei Bad Frog? Mi guardo intorno, a quest’ora sono rimasti poco più di una cinquantina di spettatori, il pogo che si è formato è molto ristretto e siamo tutti molto vicini al palco: sembra un ritorno alle origini!

L’unica costante è il Paolino che fa sempre il pirla come più riesce, e a questo giro c’è il Sig. Uggeri che, essendosi ferito ad un dito mentre suonava, gli serve un assist perfetto per richiamare tra il pubblico un improvvisato paramedico ed evitare improbabili conseguenze terribili come la cancellazione dello show.
I ragazzi fanno pochissime pause, e si lasciano andare, prima dei pezzi finali ad una seconda esecuzione di “Geraldo”, in quanto era appena arrivato (per l’appunto) Geraldo.
“Il grande e irreprensibile Geraldo” (Semicit.).
“Bellaria”, “Antonella” e “Milano”, il tridente a chiudere lo spettacolo, che regala al quartetto applausi meritatissimi.

In questi ultimi istanti, resto positivamente meravigliato nel vedere che tra noi poco più di cinquanta eletti che abbiamo potuto assistere a questa prova sonora impeccabile, vi sia anche qualcuno con la maglia del Lake’n’Roll appena concluso.
E’ il momento dei saluti, è da poco passata la mezzanotte e la sveglia del lunedì mattina è incombente come poche altre cose nella vita.

Gli Scienziati sono talmente impregnati da non ben identificati ed/od identificabili fluidi corporei che sembra che abbiano suonato dentro una piscina riempita con brodo di Dado Star più che su di un palco!

Salito in macchina e ripartito verso l’alto cremasco, mi rendo conto che, forse, tutta l’agitazione avuta all’andata su questo stesso tratto che stavo percorrendo mentre facevo questa riflessione, non era propriamente da considerarsi giustificata in quanto si trattava di un paio di curvettine a 0,5° di pendenza su quattro km di asfalto al massimo, e realizzo quindi, inesorabilmente, che sono un coglione.

Dan

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