
Impossibili+Pensione Libano@ Railroad Paderno Dugnano (MI)
La strana congiunzione astrale di ieri sera prevedeva che l’intera Lombardia fosse risucchiata in un buco nero che la riportasse indietro nel tempo fino agli anni’90, l’epoca d’oro del punk rock italiano, quando giovani e giovanissimi amavano il Lunedì, incrociavano le dita attendendo l’incornata e dedicavano una canzone alla radio…
Essì, nel giro di una decina di kilometri il buco nero lombardo prevedeva a Milano, all’ Alcatraz, la folla delle grandi occasioni per il trentennale di Paranoia e potere dei Punkreas e, nella più modesta Paderno, l’inaugurazione della birreria Railroad, figlia dell’amato omonimo ritrovo brianzolo.
Un po’ a malincuore (d’altronde Paranoia e potere è indubbiamente un pezzo di cuore per tutti i punkrockers italiani) ma comunque decisissimi, scegliamo di seguire Araya e soci.
Partenza molto presto con RZR e Skalos …mentre un intruder verrà ad unirsi alla combriccola solamente più avanti, al locale. Serie infinite di rotonde e svincoli tra sinistra e, poco famigliare, destra, e arriviamo, curiosi della nuova nascita in casa Railroad: la location è il nuovo birrificio che gli amici di Seregno hanno aperto nell’hinterland milanese.
Nemmeno il tempo di entrare e ci imbattiamo in due di quelli che saranno i protagonisti della serata: la crew valtellinese dei Pessimi elementi, giunti dalla valle con la consueta voglia di far casino.
Devo dire che ad un primo impatto la location mi fa immaginare ad una serata molto impettita: il locale è decisamente bello ma sa un po’ di pettinato. Nonostante sia ancora presto, si intravvede un pienone ma si notano pochi volti famigliari, quelli da concerto, molti sorseggiano le loro birrette sugli ampi tavoloni ma sembrano disinteressati a strumenti e casse, che fanno capolino in fondo alla gigantesca sala. Insomma l’atmosfera sembra non essere promettente: ma la situazione si ribalta…nel tempo del sorso di una media!
Salgono sul palco i Pensione Libano, anche loro risputati fuori dal buco nero: ricordo i quattro ai tempi d’oro in numerose feste lecchesi e ricordo bene che fu la prima band che sentii proporre una cover degli Screeching Weasel dal vivo. Sono parecchio curioso di rivederli dopo tanto tempo…
I quattro laghè salgono sull’immaginario palco (in realtà i concerti si svolgono a terra, ed è perfetto così!) e … il buco nero si impossessa di tutti noi. Il sound dei Pensione ti riporta dritto dritto agli anni ’90, modellato com’è sullo stile vocale delle Pornoriviste e su quello muisicale delle donnole.
La sorpresa è proprio il pubblico: immediatamente preso bene e partecipe, con molti che conoscono i pezzi e molti, anche giovani, che hanno voglia di far casino sotto il palco.
Il quartetto dimostra per prima cosa di saper davvero suonare, con l’ottimo ritmo tenuto dal canuto e capelluto bassista e i grandi assolini delle due chitarre; e in secondo luogo e di saper cogliere al volo l’assist di un pubblico voglioso di far caciara, incitando gli astanti e il loro livello di ignoranza alcoolica. Accadono così puntuali scene surreali tra cui la tipa che piazza una alto sgabello in mezzo al pubblico per lanciarsi in stage diving e il cantante di Pensione che si ritrova tra gli inguardabili pantaloni modello disco anni ’80 una non si sa da dove giunta coscia di pollo (cruda).
C’è da dire che l’età dei quattro Limonta punk rockers si evidenzia dalle numerose pause-ripiglio-birra che si concedono, ma in un birrificio direi che è lecito questo ed altro. Dopo una pessima e lentissima cover di Pet Sematary ed una attesissima flipper il set si avvia alla conclusione. Devo dire ottimo inizio: la macchina del tempo punk funziona e il pubblico risponde presente!
Già la serata promette bene, ma durante il cambio palco il teletrasporto di guerre stellari si va a sommare alla macchina del tempo, materializzando nel giro di pochi minuti veri eroi della scena anni ’90 e non solo: sbucano da chissà dove Luca Crummy, tutta la Cantù punk in massa capitanata da Samu e dalla fedelissima mora di Capiago, Ale Formenti dei DBC*F [nota: mi informano dalla regia che ho preso una cantonata. in realtà non era lui, ma un vero sosia], Pippo Bog…eroici campioni di mille battaglie.
Anche la crew di Irritate si completa con Sguazza e Laura, il mitico Donaldo e l’immancabile Sindaco di Oriano che arriva carico molla direttamente dal concerto dei Menagramo, appena terminato nella vicina Monza. Fa capolino anche Paoletta di Friday in punk…
A questo punto gli ingredienti per una gran serata ci sono davvero tutti.
Mancano solo il punk rock…e il fumo! Ma Araya e soci hanno da vendere sia dell’uno che dell’altro!
Inizia così uno dei concerti più deliranti degli ultimi anni, un concerto da Railroad, un concerto da Impossibili!
Si parte con malata tumorale e già si capisce che il pubblico non mollerà di un millimetro. Sotto palco si alternano i canturini, danno spinta da pilone rugbistico i ragazzi della Valtellina e si affacciano tanti volti nuovi: una commistione di pischellini e vecchia guardia, di instabilità e ubriachezza che scatena un pogo infinito e, a tratti, piuttosto violento. Araya ha dato nel frattempo mandato di esagerare con la macchina del fumo, tanto che ad un certo punto la nebbia è così densa da impedire allo stesso cantante di leggere la scaletta posta ai suoi piedi…
Non che ce ne sia bisogno, perchè, come al solito, i quattro punkrockers puntano tutto sui vecchi pezzi di quel capolavoro di Impossimania: Stefy è una punk, ragazza a 9000 volts, Deborah (dedicata alle mie figlie, lacrimuccia!), Giancarlo mi ha detto (come al solito ribattezzata Benedetto mi ha detto in onore di uno dei proprietari del birrificio) …tutte hit che fomentano degenero e improbabili stage diving (persino l’enorme RZR viene sollevato sul pubblico).
Araya e soci si caricano a molla e la presentazione dell’inno ritardato: “per noi da sempre fieri di esserlo” è quasi lo scoppio di una rivoluzione. Davanti al palco il delirio è massimo, fomentato anche da una tizia rasata e il suo amico capellone che alzano il ritmo…forse un po’ troppo (in effetti la ragazza si becca una capocciata con un po’ di sangue, nulla che le impedisca di tornare in pista con un vistoso cerotto).
[Constatazione da vero vecchietto: noto ultimamente che i ragazzini, specialmente quelli avvezzi alla nuova scuola hardcore che va tanto di moda, nel pogo alzano di molto i gomiti e scalciano, per noi anzianotti è una roba semplicemente inguardabile!]
Intanto il concerto volge alla fine con le classiche R’n’r robots e Cani blu. Tutti ovviamente sanno che non è finita qui.
La combo Railroad+Impossibili vuol dire solo una cosa: serie infinita di bis!
Ed ecco che quindi si riparte con Susanna ha la terza misura (a proposito di ritorno indietro nel tempo, split coi Derozer, forse il miglior split del punk italiano) e poi si ritorna indietro riproponendo allo sfinimento pezzi appena suonati ma che ritornano ancora a far sobbalzare un pubblico che continuerebbe ad ascoltare e riascoltare Sul sedile con te o in fondo al cuore per tutta la notte!
Si chiude dopo una decina di bis, sostanzialmente avendo riproposto tutti i classici almeno un paio di volte.
Serata fighissima. Gli Impossibili sono una seduta di massaggi punk che ti riportano indietro di vent’anni: domani avrai dolori a tutti i muscoli ma sai che starai di un gran bene!
Non resta che uscire di nuovo dal buco nero e tornare nel presente. Sono certo di aver scelto la serata giusta e chissà come sarà andata all’Alcatraz ?
27tommy