COMEBACK KID + TEMPEST + WALK THE PLANK @ Circolo Magnolia, 2/8/18

COMEBACK KID + TEMPEST + WALK THE PLANK @ Circolo Magnolia, 2/8/18

Frankie ci aggiorna sul fermento della scena hardcore milanese: thanx a lot!

I Comeback Kid, nome di punta dell’hardcore canadese, tornano in Italia a distanza di soli 6 mesi delle ultime date a Roma e Pinarella di Cervia. Questa volta la calata a Milano è in compagnia di Tempest e Walk the Plank in una location, quella del Circolo Magnolia, che si conferma l’ideale ad ospitare un concerto di queste dimensioni.

Ma partiamo dal principio.

WALK THE PLANK

Arrivo al Magnolia che stanno terminando il loro set i Walk the Plank, band di Washington D.C. dedita ad un hardcore duro e furioso, aggiunti all’ ultimo tra le band di stasera. Nonostante non li abbia mai sentiti, scopro solo dopo che sono in giro già da diversi anni, con all’ attivo 2 album, qualche split e qualche 7”.

Purtroppo riesco a vedere poco della performance e gli elementi per giudicare l’operato della band sono molto pochi. Scambio qualche parola con il cantante della band al banchetto del merch e lo trovo molto soddisfatto del concerto e del fatto che la gente sia carica.

TEMPEST

I Tempest sono una band italo-americana di recentissima formazione ma i cui membri hanno militato già in alcune hardcore band, tra cui To Kill, Undying e Meatlocker (e questo giustifica che suonino dopo i Wlak the Plank).

Dopo qualche piccolo problema tecnico, iniziano il concerto: le due chitarre sono taglienti, la voce urlata e convincente, le canzoni trattano di temi in difesa dell’ambiente, dei diritti civili e della scena hardcore. Quasi ogni canzone viene introdotta dal cantante Josh, che spiega da cosa è stata ispirata e si percepisce che la passione e la dedizione è molto forte in loro.

Il pubblico ascolta immobile la performance (è il loro decimo concerto e il primo 7” è stato pubblicato poco più di un mese fa) ma apprezza e gli applausi al termine di ogni canzone sono sinceri.

Prova superata per i Tempest che sicuramente ritroveremo presto nei prossimi appuntamenti hardcore in Italia e in Europa.

COMEBACK KID

I cinque di Winnipeg non si fanno aspettare troppo e salgono sul palco alle 23, quando ormai tutta la gente si è radunata sotto il palco. Il locale non è pienissimo, ma considerando che è il 2 agosto a Milano e che a breve da queste parti arriveranno anche Terror e Madball, altri nomi di punta dell’hardcore statunitense, non ci si può certo lamentare.

Fino a che non hanno iniziato a suonare, non mi ricordavo quanto mi piacessero i Comeback Kid! Le chitarre formano un muro sonoro e la voce di Andrew è in splendida forma. Iniziano pestando subito duro e tutta la scaletta della serata pescherà soprattutto dagli ultimi due album e ovviamente da Wake the Dead, il loro album più famoso. Il pubblico è in delirio e si scatena nel mosh in perfetta sintonia con la band, accompagnandola nei cori, nonostante le barriere e il personale del Magnolia poco permissivo.

Si vede proprio che la band si sta divertendo e questo viene anche confermato da Andrew stesso, che dice quanto sia bello suonare in posti come l’Italia in cui la band può prendersela con comodo ed essere meno concentrata sul risultato della performance.

Questo è così vero che ad un certo punto il cantante canadese prende parola e comunica che da qualche settimana è uscito il nuovo video della canzone I’ll Be That. In contemporanea però il bassista è uscito dalla band e ad aiutarli nel tour c’è un altra persona (di cui non ho capito il nome, sorry) che però ha dovuto imparare le canzoni in fretta e furia. I’ll Be That l’hanno provata solo 2 volte e non l’hanno ancora mai suonata live. Andrew allora chiede: “la facciamo stasera?” Il risultato è stato più che positivo!

Il concerto continua e si conclude con Die Knowing (title track del penultimo album) e Wake The Dead, ormai fissa nel finale di tutti i loro live, con tutto il pubblico ammassato su Andrew cantando a squarciagola: “We said, we said, we said / This time was gonna be different / Wake up the dead!”

Questo è stato un concerto stupendo, soprattutto grazie all’atmosfera che si è creata tra band e pubblico: intima, sincera, verace, con uno spazio in cui ci si poteva muovere, tutto sommato non troppo caldo (eravamo all’aperto) e un suono praticamente perfetto.

Bentornati Comeback Kid, non vediamo l’ora della prossima volta!

Frankie

 

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