Punk Rock raduno-Sabato-Spaventapassere, Ratbones, 7 Years Bad Luck, Crummy Stuff, Semprefreski, Sweatpants Party, The Jasons, Civic 50, Zatopeks, Mean Jeans @Edonè (Bergamo)
Delirante messaggio vocale riassuntivo a fine serata dalla macchina di RZR “siam partiti molto carichi, siam tornati molto scarichi: c’è n’è uno pesto, l’altro ha male a una costola, l’unico sano è Pio (che è tutto dire). Abbiamo accusato un po’ il colpo, ma anche il Raduno sta accusando il colpo della nostra presenza“.
Riavvolgo un pochino il nastro per provare a raccontare meglio questa seconda (per me) o terza (per il mondo) giornata al Punk Raduno.
Questo è il Sabato in cui si configura il mio regalo di compleanno da parte di RZR.
Da buon amico si assume l’onere di restare sobrio e guidare (per chi conosce anche solo un pelino quell’omone dal cuore d’oro, sa quanto è difficile per lui rinunciare ad una serata alcoolica: il mio grazie è ancora più sentito!). Questo spiega parte del vocale iniziale. RZR non toccherà alcool e sarà l’unico sano. Peccato che questa mancanza di sostanze inebrianti provochi nel ragazzo in questione la disperata voglia di scoprire il circondario: questo significa che perderemo il guidatore designato cinque minuti dopo l’entrata e lo ritroveremo solo a mezzanotte, ben ristorato da un fantomatico All you can eat che nessuno sa come e dove abbia scovato!
La temporanea astinenza alcolica del guidatore ha un immediato effetto: gli altri astanti perdono del tutto ogni senso del limite come bambini di fronte ad un’incustodita confezione di caramelle! La situazione diventa ingestibile già pochi minuti dopo la partenza con il povero driver viene stuzzicato, fermato, insultato, consigliato in tutti i modi dal parterre de rois che compone il mezzo di locomozione.
Ah, dimenticavo di presentare l’allegra compagnia che si raduna, in inconsueto ma apprezzatissimo orario sotto casa mia. Skalos: già al parcheggio ingolla birre come se non ci fosse un domani; Sindaco di Oriano: finge di voler provare a dormire, salvo alzare la testa e improvvisamente insultare il guidatore per la lentezza, l’angustia del mezzo, l’eccessiva apertura dei finestrini o qualsiasi altra cosa gli passi per la testa. Ovviamente il sottoscritto non si tira indietro tenendo alta la bandiera dell’alcolismo dilagante.
Morale: si arriva al Raduno carichi a molla.
E sono solo le quattro di pomeriggio. Per ben comprendere la situazione, ecco una piccola scenetta. Come ben sapete siamo arrivati puntualissimi per le 16.00 perchè la mia ennesima follia mi ha portato a chiedere con la ben nota insistenza di irritate che al Raduno suonassero i mitici Spaventapassere. Ottenendo tra l’altro inaspettata risposta positiva!
Alla partenza dico: “ragazzi, dobbiamo arrivare in tempo perchè voglio sentire e, possibilmente, filmare la presentazione che faranno al gruppo“. Volevo proprio sentire cosa avrebbe detto Franz di un gruppo che parla solo di coiti e vagine. Bene. Ovviamente ci siamo persi la presentazione nonostante fossimo dentro l’Edonè da quasi mezz’ora perchè caduti nella tentazione del buon Albe Flamingo che ci attira con una Genovese bottiglia di Amaro Camatti in edizione caldissima. Piano fallito miseramente e tasso alcolemico già al livello di guardia (medica!).
Dopo questo kilometrico preambolo provo a raccontare quello che ricordo di chi ha suonato. In generale devo dire che il livello medio delle band è stato molto alto e che le performance sono state decisamente di impatto!
Ma andiamo con ordine. Ecco gli Spaventapassere che portano davanti al palco un buon numero di fan e curiosi che cresceranno nel corso del set. Gli Spaventa entrano in campo con quel tocco di emozione degli esordienti in serie A che però calcano per la prima volta il campo dei grandi fuori casa. Non sono nel loro ambiente ideale, col palco basso e gente lì solo per loro che conosce tutti i pezzi e faticano un po’ a carburare. Complice l’intenso caldo e il sole che picchia proprio davanti al palco la gente rimane qualche metro dietro, e questo penalizza un po’ i quattro romagnoli. Dal canto loro, proprio come l’esordiente in serie A si carica al primo passaggio ben fatto, i quattro si sciolgono e si caricano, anche perchè tra il pubblico compaiono loro conterranei e addirittura uno striscione dedicato. Chiudono un bel set con il classico Wanna Be.tlemme.
- Spaventapassere: Esordio in serie A (per rimanerci!)
La serratissima scaletta propone poi una serie di gruppi spvaentosi, letteralmente senza soluzione di continuità.
Ratbones. Il quartetto genovese gioca sul suo terreno preferito. Tre accordi, assolini e via dritti. Si vede che i ragazzi sono rodatissimi essendo tornati da pochi giorni dal mittleuropeo tour con i Jasons, che sono sotto il palco a godersi lo show e il cui cantante sale per un pezzo. Show impeccabile per Imbalzano e soci e partecipazione del pubblico che aumenta nonostante l’orario (e l’afa)!
- Ratbones: palla a Pirlo e buonanotte a tutti (cit. Mazzone)
Tocca ai 7 Years Bad Luck. Terzetto austriaco di casa Monster Zero di cui avevo molto apprezzato l’ultimo disco (review qui). I tre si confermano un gran gruppo: pop punk alla vecchia con venature Nofxiane, bel tiro e cori. Sempre bello vedere un batterista che canta alcuni pezzi.
- 7 Years Bad Luck: potenti, precisi e tecnici tipo Arnautovic (nel Bologna)
Senza soluzione di continuità tocca poi ai leggendari Crummy Stuff. Ormai assodata la presenza dello schiacciasassi Luca Ash alla batteria (che spettacolo vederlo martellare le pelli!), la novità è l’entrata in formazione (non so dire se i pianta stabile o meno) di Nando Senzabenza. Il set del quartetto è praticamente perfetto: Fuck Europe, Never trust a punk, Amsterdam. Brani che tutti conoscono e vogliono ascoltare e cantare assieme a veri e prori eroi della scena. Presa bene sotto e sopra il palco!
- Crummy Stuff: palla a Baggio e buonanotte a tutti!
Breve sosta per l’ennesima birretta e paninetto e ragguaglio sulla situazione. RZR sparito dai radar, Skalos sempre più molesto e Sindaco di Oriano che ha rischiato l’espulsione dall’Edonè (i particolari chiedeteli ai Varisti o direttamente a lui). Direi che siamo a cavallo!
Tocca poi ai palermitani Semprefreski che propongono un set semplicemente devastante. Pubblico carichissimo e quasi Paolo, il cantante, rimedia un infarto sul palco tanto è lanciato. Singalong, velocità e cori incredibili per una band fenomenale.
- Semprefreski: il Palermo di Zamparini, con Dybala, Cavani. Calcio spettacolo!
E’ la volta di quel folletto di Kevin Aper coi suoi Sweatpants Party: in sostanza gli Apers senza i pezzi degli Apers. Beh Kevin è una sorta di Paul Gascoigne del punk rock. Totalmente folle, imprevedibile, mattacchione ma con una classe innata. Il progetto Sweapants Party, per quanto estemporaneo (come tutti i progetti di Kev), è credibile. Punk rock alla vecchia con bel tiro e ottimi pezzi.
- Sweatpants Party: Inghilterra -Scozia ’96. Gol di Gazza!
Chiudono la prima parte della lineup i Jasons: formazione horror punk (più nel look che nel sound) americana. Il quartetto si aggira da tutto il giorno al Raduno indossando la maschera d’ordinanza di Jason di venerdì 13.
In realtà è parecchio difficile celare la propria identità quando sei un omone di un metro e ottanta, con lunghi capelli biondissimi e dunque tutti conoscono benissimo il vero volto dei tre, visto che i giorni precedenti il terzetto si aggirava smascherato.
Parlo di tre americani perchè alla batteria, visto un forfait dovuto ad un problema improvviso del titolare, è stato scelto come sostituto il buon Barza dei Rubber Room.
Parto proprio da qui. Il quartetto propone un set letteralmente da pelle d’oca. Look mega aggressivo con chiodo, maschera e sangue ma cuore d’oro. Pezzi tirati ma decisamente melodici, davvero fighi. Il Barza si rivela un grande: sembra che abbia sempre suonato con loro tanto si cala nella parte e si conferma un batterista coi controcazzi. Bellissima prova per i mascherati!
- The Jasons: Righio Gattuso. Macellaio dal cuore d’oro!
Finisce qui il mio personale primo tempo. Sette band che han fornito una prima parte di gara ai ritmi dell’Atalanta di Gasperini. Pressing a tutto campo e bel gioco: pochissime pause e verticalizzazioni. Gran bel inizio per questo Sabato!
Pausa. Cena, altre birrette e situazione quasi del tutto sotto controllo.
Mi avvicino così, quasi per inerzia, al palco dedicato agli under 20. Ottima l’idea dell’organizzazione di piazzare, a ridosso delle band principali, una zona dove far esibire gruppi giovanissimi.
Mi sento in particolare i Civic 50 di Roma. Mi fanno un’ottima impressione. Fanno un pop punk (molto pop) bello godibile. Da rivedere!
- Civic 50: Yildiz della Juve. Giocate e gol all’esordio. Per ora promesse, in futuro….chissà!
Ecco che finalmente tocca al clou della serata: la doppietta, che sulla carta assomiglia tanto alla coppia Pulici-Graziani, Zatopeks-Mean Jeans.
Iniziamo con gli inglesi. Mega super classica band da Raduno, dove han suonato spessissimo e volentierissimo, mancano però da alcuni anni sul palco principale, avendo spesso suonato negli eventi “collaterali”.
Posso solo dire che gli Zatopeks han tirato fuori uno show allucinante per coinvolgimento e dedizione. Il loro punk rock, grezzo e aggressivo ma con cori anthemici è quasi un unicum. I ragazzi dal vivo sono degli animali: Spider e Sam tengono altissima la carica, Pete partecipa allo show alzandosi sulla batteria; peccato per l’assenza dello sgargiante Sebby (egregiamente sostituito da Matt Dee Cracks). Ma la vera stella è Will De Niro: animalesco frontman che si scatena di fronte al pubblico: sale sul traliccio del palco, si lancia più volte, canta in mezzo al pogo. Band scatenata. Prestazione da bomba atomica!
Cosa dire? quest’anno gli inglesi hanno qualcosa in più (sarà un segnale per stasera? Boh!)
- Zatopeks: (Hurri)Kane!
Tocca infine ai Mean Jeans. Terzetto americano capitanato dal folle Billie, un vero tornado: occhio spiritato e grida scimmiesche per introdurre ogni pezzo.
I tre sono la nuova leva del Ramonescore: pezzi Ramonici per melodia, con ritornelli che ti si ficcano in testa ma velocità estrema!
Bisogna dire che la performance del trio è davvero potente: il frontman è un vero matto; il bassita si alterna tra facce alla Jocker e cori e il batterista, che canta anche alcuni dei pezzi, sembra morso da una tarantola tanto con regolarità esegue un saltello sul seggiolino della batteria.
Devo anche dire che pur avendo i tre proposto una grande performance, mi sarei aspettato di più a livello di carica e di interazione col pubblico. Non si è mai giunti a quel coinvolgimento totale che avrei potuto pensare mentre ascoltavo i loro pezzoni su disco!
- Mean Jeans: Ariel “Burrito” Ortega. Tanta classe ma manca qualcosa per essere fuoriclasse!
Si chiude così anche questo giorno di Raduno. Incredibilmente raccattati i compagni d’avventura si procede al conto dei feriti. Skalos ha dolore ad una costola e il Sindaco perde sangue da un taglio in testa. Ovviamente nessuno dei due sa spiegare il perchè! Ovviamente, mi sarei stupito del contrario!
27tommy